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Startup nel mobile: Winelivery

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Per la sezione Startup Nel Mobile, dedicata alle startup Italiane che lavorano nel settore mobile, abbiamo parlato con Francesco Magro, Co-Founder & CEO di di Winelivery, la popolarissima app che ha risolto le serate a migliaia di Italiani grazie al servizio di consegna alcohol in 30 minuti.

Ciao Francesco, racconteresti in breve ai nostri lettori chi sei e cos’è Winelivery?

Sono  Francesco,  ho 33 anni e vengo orgogliosamente dalle montagne: sono Valtellinese.  Amo le sfide e mi ritengo un innovatore che non si stanca mai di andare avanti e di  tentare di migliorare ogni aspetto di ciò che sta facendo. Mi sono laureato in Management in Bocconi e subito dopo la laurea sono finito in consulenza per poi lanciarmi nella mia prima vera avventura imprenditoriale: Winelivery.  Winelivery è l’App per bere, noi la definiamo anche “L’esperienza di godersi un buon drink” perchè quello che facciamo è consegnare qualsiasi tipo di bevanda in meno di 30 minuti e alla temperatura ideale, insomma pronta per essere gustata.

Con Winelivery siete stati i primi a portare in Italia il modello del drink delivery on demand. Cosa vi ha spinto a entrare in questo verticale e quali opportunità avete visto?

Diciamo che l’idea in sè nasce da un’occasione di consumo: eravamo a cena ed è finito il vino. La scelta di lanciarci ed investire in questo modello di business è arrivata quando, spinti da quell’evento, abbiamo esplorato i mercati d’oltreoceano e ci siamo imbattuti in quelle che allora erano già delle realtà molto affermate negli Stati Uniti nel verticale della drink delivery. Abbiamo quindi deciso di non lasciarci sfuggire l’opportunità di essere noi ad importare il modello americano nel nostro paese.

Da un punto di vista imprenditoriale, siete partiti da desktop spostando poi la vostra attenzione anche sul mondo delle app. Cosa vi ha spinto a puntare tutto sul mobile? Quali vantaggi hai visto?

La verità è che noi siamo partiti fin da subito sia con l’applicazione per cellulari che con il sito perchè il nostro obiettivo era quello di “essere nelle tasche di tutti”. Con il tempo abbiamo capito che la nostra azienda doveva essere mobile first. Infatti, il nostro servizio è caratterizzato dall’immediatezza: “ordino ora e voglio il prodotto subito” pertanto dovevamo essere veicolati da un mezzo più immediato, più vicino all’utente del monitor di un pc. In un certo senso essere prima di tutto un’app ci ha permesso di dare ancora più valore al nostro servizio nei confronti dell’utente finale. Un secondo aspetto è invece il fatto che essere un app ti permette di avere un legame più forte con l’utente oltre che permette di utilizzare un numero più elevato di touchpoint 

In termini di acquisizione utenti, su quali canali vi siete concentrati inizialmente per supportare la crescita di Winelivery? Quale canale vi ha sorpreso di più in termini di performance?

In fase iniziale Facebook e attività offline prendevano quasi tutte le nostre (poche) risorse. Col tempo abbiamo sperimentato tutti i canali online possibili tentando di ottimizzare in maniera ciclica i budget sulla base dei risultati di ciascun canale.

Il canale che più ci ha sorpreso in termini di performance nel medio periodo è sicuramente Facebook che ci ha permesso di scalare per i primi 4 anni di attività riuscendo sempre a portare buoni risultati man mano che crescevamo. Quello che ci ha stupito di più è stata invece la potenza che ancora ha la TV. Dopo averla testata, abbiamo cambiato tutta la nostra strategia: siamo passati dall’essere degli spadaccini col fioretto ad essere degli artiglieri con il cannone! 

Che ruolo gioca il mobile CRM e in generale la comunicazione con gli utenti per un prodotto come Winelivery?

La comunicazione continuativa con il cliente è per noi fondamentale, l’app di Winelivery e gli strumenti di CRM, sono è essi stessi dei canali  di comunicazione che noi utilizziamo  per aumentare la LTV dei clienti, ma anche uno strumento con il quale raccogliamo importanti insight dalla base utente

Oggi, data la mole di contatti che  gestiamo, il CRM è decisamente il canale più importante  da presidiare e quello che garantisce la redditività dell’azienda. 

Con riferimento alla situazione attuale causata dal COVID, come ha influenzato tutto questo il vostro business e il vostro approccio ad esso?

La situazione attuale ha portato all’intero Paese una forte digitalizzazione raggiungendo i livelli che erano previsti per i prossimi anni. Anche noi, come  tutte  le altre  realtà dell’online, ci siamo ritrovati fin dal primo lockdown a fronteggiare un fortissimo aumento della domanda  che ci ha spinto a diffonderci in maniera ancora più capillare sul territorio italiano con l’apertura di oltre nuovi 50 store in meno di 10 mesi.

Quali consigli daresti, in termini di attività di acquisizione utenti, a tutti gli imprenditori che stanno pensando di lanciare un servizio, più o meno specifico, legato al settore mobile? 

In primis di sperimentare il più possibile stando sempre attenti a misurare i risultati di ogni azione. Non esiste una ricetta pronta all’uso e ogni azienda ha i propri punti di forza che non necessariamente funzionano bene su tutti i canali. 

Ritengo comunque fondamentale, prima ancora di pensare a “quale canale e in che modo”, fare un esercizio strategico andando a identificare quali siano i valori chiave del prodotto/servizio per il cliente finale e di conseguenza utilizzare questi valori declinandoli sulle specifiche azioni. 

Performance marketing Vs Brand marketing: qual è il tuo punto di vista ai fini dello sviluppo di un business come Winelivery?

Sono due temi che devono andare pari passo. Con il brand marketing ti posizioni, crei un rapporto di fiducia con il cliente e trasmetti i tuoi valori. Il performance marketing è un modo per trasformare il lavoro fatto nella parte più alta del funnel in risultati tangibili e di breve periodo. Non credo che una buona strategia, per un’azienda digitale, possa prescindere da uno dei due. 

Il business della consegna di alcolici, e della delivery in generale, sta crescendo sempre più, con conseguenti investimenti sempre più ingenti, soprattutto all’estero. Quanto è stato difficile ottenere la fiducia degli investitori quando siete partiti con un servizio così innovativo? 

Non è stato facile per noi, specialmente all’inizio, ottenere la fiducia degli investitori, ci siamo trovati ad importare in un Paese un servizio ed un mercato che ancora non erano presenti e pertanto non disponevamo delle metriche, tanto amate dagli investitori, per dimostrare che il business potesse effettivamente funzionare. Questa tendenza si è poi invertita dopo il primo round di crowdfunding e la traction nei primi anni di attività. Attualmente abbiamo raccolto 7 mln in 5 round: per l’ecosistema italiano un buon risultato!

Abbiamo visto di recente UBER acquisire Drizly, il competitor americano di Winelivery. Quali differenze vedi tra l’Italia e il resto del mondo in termini di finanziamenti? Pensi che la mossa di UBER possa influenzare in qualche modo il verticale della delivery di alcoolici in Italia?

Diciamo che negli Stati Uniti sono sempre più di “Manica larga” quando si parla di investimenti. I due mercati non possono essere in alcun modo comparati in quanto la cultura mediterranea ha da sempre un ritardo nei confronti degli investimenti finanziari e una forte attenzione al risparmio rispetto ai paesi anglosassoni. Tornando a UBER, l’acquisizione di Drizly ha dato un fortissimo segnale per il settore, noi stessi abbiamo avuto un impennata dei contatti da parte di potenziali investitori interessati ad investire su di noi e nel mercato della drink delivery.

Winelivery è ormai popolarissima in Italia, ma non attiva in tutte le città. Ci sono piani di espandere ulteriormente la copertura? Avete in programma espansioni all’estero?

La mission di Winelivery è quella di non lasciare più nessuno senza un buon brindisi, per questo abbiamo studiato un nuovo modello di store ibrido, il winebar con delivery Winelivery POP. Questo nuovo store è stato pensato per aprire in quelle città meno densamente popolate dove il solo servizio di delivery avrebbe una curva di crescita troppo lenta per arrivare alla sostenibilità, così da poter arrivare davvero ovunque nel Bel Paese. Per quanto riguarda l’estero avevamo in programma per il 2021 l’apertura a Parigi che però stiamo rimandando a data da destinarsi a causa della situazione attuale.

Startup nel Mobile: 4Drink

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Per la sezione Startup Nel Mobile, dedicata alle startup Italiane che lavorano nel settore mobile, abbiamo parlato con Pasquale Inglese e Salvatore Oliverio, entrambi Co-Founders di 4Drink S.R.L.: l’app gestionale per proprietari e clienti dei locali.

Ciao Pasquale e Salvatore, raccontereste in breve ai nostri lettori chi siete e cos’è 4Drink?

Buongiorno, innanzitutto grazie per averci dato l’opportunità di parlare di 4Drink e di quello che è il nostro progetto. 4Drink è formata da Salvatore Oliverio, Pasquale Inglese e Nicola Cestaro, tutti e tre soci fondatori. Iniziamo col dire che portiamo avanti il nostro progetto da più di due anni, in sostanza abbiamo sviluppato un’app per dispositivi mobile (iOS e Android) che permette di facilitare la vita nei locali notturni e attività simili attraverso un sistema gestionale che digitalizza tutti i processi.

Com’è nata questa idea, e in che modo aiuta l’organizzazione dei locali sia dalla parte dei clienti che del gestore?

L’idea è nata da una problematica riscontrata inizialmente da parte nostra: era il 2018 quando abbiamo capito che il caos, il disordine, la gestione lenta degli ordini e le file interminabili a volte portavano il cliente ad abbandonare un locale. Il nostro è un servizio finalizzato a facilitare tutto questo. Abbiamo pensato quindi  di creare un sistema in app che avrebbe permesso di digitalizzare e rendere più snelli i processi delle attività e dei locali frequentati da giovani attraverso un’app dedicata al cliente ed un’altra al gestore/barman dell’attività

Cosa vi ha spinto a puntare su un prodotto completamente mobile?

Al giorno d’oggi siamo sempre interconnessi, è inutile negare che lo smartphone è diventato l’oggetto che si ha sempre con se, ogni operazione viene compiuta dal cellulare, quindi proprio per questo abbiamo pensato a un sistema fruibile su app mobile.

Prima del lancio definitivo di 4Drink sugli Store, avete condotto delle ricerche di mercato per capire come avrebbero risposto gli utenti? Se sì, di che tipo?

Si, nella prima metà del 2018 abbiamo indagato attraverso la somministrazione di un questionario rivolto ai clienti finali (persone che si recano abitualmente nella tipologia di locali per cui è pensata la nostra app) e il responso è stato abbastanza positivo, una buona parte dei soggetti intervistati era entusiasta di avere a disposizione una tecnologia che avrebbe permesso loro di saltare fila, evitare caos, pagare da smartphone e avere una serie di facilitazioni che è possibile riscontrare in 4Drink. Per quanto riguarda i gestori invece abbiamo raccolto dei feedback dal vivo, parlando con loro. Dopo aver dato in prova campione il nostro sistema dopo qualche mese abbiamo discusso con loro sui problemi e le migliorie che potevano essere apportate

Da un punto di vista marketing, dove avete focalizzato i vostri sforzi quando avete lanciato l’app?

Trattandosi di un servizio digital, la nostra comunicazione è concentrata per lo più sui social Facebook ed Instagram. In passato abbiamo lanciato una piccola campagna in modo da attrarre potenziali clienti, ad oggi invece cerchiamo di creare delle mail list e contattare direttamente i gestori facendo capire a loro il nostro intero servizio e rimandarli al nostro sito web per ulteriori chiarimenti.

4Drink si posiziona in un mercato che ha subito grandi colpi a causa del COVID-19. Come ha influito tutto questo sul vostro business e come sta cambiando di conseguenza il vostro approccio?

Purtroppo sì, avendo un prodotto/servizio pensato per le attività che sono maggiormente colpite dall’attuale pandemia ci ha creato alcuni problemi. Diciamo che 4Drink in un certo senso è anche pensato per fronteggiare l’emergenza Covid, infatti attraverso l’uso del nostro sistema in app si possono avere riduzione di assembramenti e contatti diretti nonostante ciò alcuni gestori sono restii nell’adozione del sistema da noi proposto magari dovuto anche all’incertezza dello stesso di innovare la propria attività in un momento cosi delicato. Noi nonostante le difficoltà incontrate nel comunicare con loro stiamo portando avanti lo sviluppo migliorando e potenziando il nostro sistema e cerchiamo di contattare chi potrebbe essere interessato senza essere troppo invadenti e indiscreti.

In termini di User Acquisition, investite in attività a pagamento? Se sì, quali sono i canali su cui avete puntato per supportare la vostra crescita? Se no, vi muovete da un punto di vista organico?

Come abbiamo detto prima i canali social sono i mezzi da noi preferiti e più utilizzati, seppure con una spesa abbastanza modica abbiamo investito in attività a pagamento principalmente su Facebook. A questa strategia abbiamo di tanto in tanto la tecnica del passa parola, e non nascondiamo che a volte i metodi tradizionali hanno ancora la loro utilità.

Quali consigli dareste, in termini di attività di acquisizione utenti, a tutti gli imprenditori che stanno pensando di lanciare un servizio, più o meno specifico, legato al settore mobile?

Il consiglio che possiamo dare è quello di ragionare come se loro fossero i primi utenti/clienti. Questo è quello che accade in 4Drink, ogni upgrade, ogni miglioria prima passa da noi. Qualunque cosa integriamo la pensiamo dall’esterno come se per noi 4Drink fosse l’app da scaricare e non quella di cui siamo proprietari.

Un’ultima domanda in prospettiva futura. Cosa ci possiamo aspettare da 4Drink nel 2021? 

Noi ci auguriamo di estenderci in modo capillare sull’intera nazione, sperando che questo sia un anno favorevole visto che quello precedente non è stato assolutamente dei migliori. Ci auguriamo che tutte le attività ripartano nel migliore dei modi e, perché no, magari utilizzando 4Drink.

La strategia ASO da seguire prima di lanciare un’app

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Chiunque stia progettando un’applicazione mobile e voglia renderla pubblica non può prescindere dall’implementazione di una strategia di App Store Optimization (ASO). Ma che cosa significa questo termine? Perché è importante e come si può migliorare la propria performance organica nel mobile marketing? A queste ed altre domande risponderemo in questa  guida breve ma completa.

Cos’è ASO e perché è importante 

Per iniziare ci concentriamo rapidamente sui numeri: 1.96 e 2.87 milioni di app perdute nei meandri dell’App Store e di Google Play rispettivamente, un numero impressionante. L’idea di sviluppare un’app mobile e renderla pubblica negli Store di riferimento, confidando nel passaparola è ormai antiquata ed è necessario migliorare le proprie performance in maniera diversa. A questo proposito l’ASO, acronimo di App Store Optimization, può esserci d’aiuto: esso rimane tuttora il metodo più efficace ed efficiente per massimizzare i profitti e i download della nostra applicazione. 

Per ASO si intendono quelle attività che permettono allo sviluppatore di migliorare la posizione e la visibilità della propria app nello Store, a seguito di ricerche da parte degli utenti per specifiche parole chiave.  Gli algoritmi che regolano l’App Store e Google Play non sono noti, ma vi sono degli elementi che possono essere utilizzati per aumentare le probabilità di successo.

Identificare i propri competitors

Il primo step sarà sicuramente quello di capire chi è la concorrenza, dunque identificare i propri competitors. In genere essi sono identificabili per il servizio che offrono(simile alla propria app) e  per la loro popolarità. Nel caso in cui la vostra app sia un social network non dovrete compararvi a Facebook o Twitter, ma dovrete confrontarvi con quelle app che hanno le vostre dimensioni e sono della vostra stessa categoria. A volte questo processo può essere un po’ difficile, per questo sono stati sviluppati degli algoritmi specifici. 

Possiamo dividere gli elementi dell’ASO in due macro-aree: i testuali e i grafici. I primi rimandano a tutto ciò che è un testo, quindi parole chiave, errori grammaticali, descrizioni e così via; i secondi si riferiscono invece a immagini, loghi, icone e quant’altro . 

Textual ASO

Keyword ed errori: come sviluppare una strategia vincente

Uno dei fattori più importanti è sicuramente la scelta delle parole chiave, quei termini che verranno utilizzati dagli utenti per cercare l’app. Bisogna tenere a mente che il 65% di chi scarica un’app la trova a seguito di una ricerca nello Store. Una cifra molto alta e che serve a rammentarci come sia necessario porre attenzione a questa fase. 

Le keyword sono considerate importanti secondo due fattori: il volume di ricerca e la rilevanza alle nostre attività. È importante però non usare quelle più popolari all’inizio, ma preferire quelle con frequenza di utilizzo media. Quest’ultime dovranno anche essere posizionate tra i vari elementi on-page con un ordine opportuno che si basi sulla loro rilevanza. Ad esempio, il nome dell’app è sicuramente l’elemento più importante, però in pochi considerano anche il nome del creatore. Il valore delle parti varia a seconda di quale Store utilizziamo per comprare. 

Il segreto consiste dunque nell’utilizzare le parole chiave più adatte e opportune per sfruttare l’algoritmo, senza però eccedere e rendere le frasi prive di senso. Per scegliere le giuste keywords occorrono tool specifici di App Store Optimization, strumenti utili per trovare le giuste keyword per la nostra app: questa selezione deve essere effettuata per il titolo, sottotitolo (iOS) o Descrizione corta (Android), anche per la descrizione.

Inoltre è importante fare attenzione a tutte quelle lettere che contengono particolarità varie (ö,ô,õ…) e preferire le versioni senza accenti, dieresi e tilde: infatti alcune lettere potrebbero non essere utilizzate a seconda della lingua che si parla, ed è importante cercare di raggiungere più persone possibili.

Un altro strumento utile può essere quello di non usare spazi e congiunzioni, preferendo la punteggiatura e i trattini per risparmiare spazio.

Descrizione dell’app

Fondamentale passo successivo: scrivere una descrizione accattivante . Se il possibile consumatore è arrivato fin qui, bisogna sforzarsi in tutti i modi di fargli scaricare l’app. Come?

Anche in questo caso la scelta delle parole chiave è fondamentale. È importante usare espressioni che appaiono sovente nei canali di ricerca e posizionarle in un contesto chiaro e breve. Si possono seguire i seguenti punti:

  • Perché l’app è utile?
  • Perché vale il suo prezzo? (nel caso sia a pagamento)
  • Che problemi risolve?
  • Come renderà la vita dell’utente più semplice o migliore?

Con questo metodo si può ottenere una descrizione breve, succinta ma allo stesso tempo efficace e creativa.

Categoria

Nella ricerca delle keyword non possiamo dimenticarci di dare la giusta attenzione alla categoria. La scelta migliore è, chiaramente, quella di posizionare l’app nella categoria che meglio rappresenta lo scopo del prodotto o servizio. Ma cosa fare se la vostra app appartiene a più categorie?

Un metodo potrebbe essere il seguente:

  • Comparare le varie categorie e vedere quale ha meno applicazioni: scegliere quella più piccola in modo da avere più chance di avere una posizione di spicco.
  • Calcolare il valore delle app presenti in ciascuna categoria e scegliere quella con pregio minore, affinché la vostra app abbia più possibilità di essere fra le prime posizioni.

Grafica ASO 

Dopo aver completato il viaggio nel mondo del textual ASO ci occupiamo ora di svelare i segreti e le tecniche della grafica ASO, il quale concerne le immagini, i loghi, le icone e i contenuti audio-visivi.

 

Immagini di qualità e screenshots

Gli utenti impiegano solo 7 secondi a decidere se scaricare una app o no. Oltre al punteggio delle recensioni l’elemento più importante è l’impatto visivo. Se le immagini e gli screenshots sono di alta qualità e trasmettono dei messaggi chiave quasi sicuramente verranno apprezzati. 

È fondamentale non solo creare uno stile grafico accattivante, ma anche usare le foto per mostrare gli aspetti principali dell’app. Per creare delle immagini del genere si può ricorrere ad alcuni strumenti come Figma, MockUPhone  e AppLaunchpad.

App preview video

Il 92% della popolazione italiana attiva su internet  passa il suo tempo online a vedere video, e la metà dei video visti online sono visualizzati tramite smartphone. Appare evidente come aggiungere un breve video (l’App Store permette di caricare video da 30 secondi) possa rivelarsi una strategia vincente. A questo riguardo ecco alcuni consigli utili: aggiungere sottotitoli e scritte al video che, probabilmente, verrà visualizzato in auto-play senza audio; mostrare i contenuti della app, non persone felici che la usano.

La scelta dell’icona 

Se non è giusto giudicare un libro dalla copertina non lo è nemmeno giudicare una app dalla sua icona, ma purtroppo la realtà è molto diversa.
Il logo del vostro prodotto sarà uno dei fattori che provocheranno più download grazie all’attenzione che catturerà. Facile a dirsi ma difficile a farsi!
Esiste una strategia vincente per creare l’icona perfetta? Ovviamente no, nonostante si possa ricorrere ad alcuni escamotage
, come cercare di differenziare il più possibile il proprio logo dagli altri e usare colori accesi. 

Per creare l’icona suggeriamo l’utilizzo di siti come Canvas o News

Recensioni: come usarle a nostro favore

Come abbiamo già detto le recensioni sono l’elemento più convincente. Queste rassicurano, confortano, ci spiegano cosa possiamo trovare davvero nell’app e quali sono i suoi difetti. 

Si possono incoraggiare le recensioni positive col passaparola se si conoscono gli utenti, ma il metodo più efficiente è ricorrere alle push notification e alle notifiche in-app chiedendo di valutare la loro esperienza.

Dopo quanto tirare le somme?

Fino ad ora abbiamo parlato di cosa fare prima di pubblicare un’app, ma dopo quanto tempo possiamo cominciare a trarre delle conclusioni ?

Non c’è un tempo prestabilito dopo il quale i risultati ci appariranno chiari. L’ASO è un processo continuo, ma è giusto analizzare alcuni fattori e l’impatto che hanno avuto dopo il lancio della app. Per fare è bene rifarsi ai tool ASO di cui dicevamo in precedenza. 

Inoltre, il successo o il fallimento dell’ASO può derivare da fattori interni ed esterni.

Fattori interni

Alcuni fattori interni che potrebbero diminuire il successo della vostra app sono degli aggiornamenti difettosi e dei cambi  nella presentazione dell’app. Nel primo caso un update potrebbe creare molti bug e di conseguenza portare a una disinstallazione en masse del prodotto. Nel secondo, invece, delle modifiche non concordate con specialisti dell’ASO, al titolo o alla descrizione per esempio, potrebbero seriamente compromettere il ranking dell’app.

Fattori esterni

Tuttavia i maggiori ostacoli si incontrano nel mondo esterno. 

Uno dei principali motivi per cui la propria app non ha riscosso successo potrebbe essere un’ alta competizione nel mercato oppure una ricerca orientata su brand specifici e non sulla categoria (è il caso dei social network, dove l’utente non cerca una qualsiasi app di questo tipo ma dei Brand specifici come Twitter, Instagram ecc.).
Altri elementi riguardano cambi nei regolamenti dell’App Store e Google Play e nelle commissioni dei pagamenti, che potrebbero influenzare positivamente o negativamente i download.

Infine, l’entrata di nuovi competitors, la pubblicità e gli eventi mondiali possono modificare le necessità e i gusti del consumatore. 

Cosa fare se l’ASO non basta

Per i motivi sopra descritti l’App Store Optimization potrebbe non bastare. È giusto ricorrere in questi casi ad altri metodi, come per esempio l’uso di ads nei canali principali (Facebook e Google) e strategie di user acquisition vario tipo. 

Conclusione

In questo articolo abbiamo voluto identificare i fattori chiave che possono migliorare il posizionamento e il ranking di un’app nello Store, sia Android che iOS, in modo da aumentare i download e i profitti del developer. Nel caso si voglia approfondire  l’argomento si può ricorrere alla nostra guida gratuita e a questo articolo

iOS 14 & Privacy: previsioni per il 2021

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Sono passati mesi dall’annuncio dell’Apple sui nuovi aggiornamenti, eppure il terremoto iOS 14 continua a preoccupare. 

Si tratta di modifiche che indubbiamente mettono in difficoltà il mondo dell’advertising: come ben sappiamo, con il nuovo aggiornamento gli utenti possono scegliere se dare o meno il loro consenso al tracciamento dell’IDFA ancor prima del download di un’applicazione. Il dato preoccupante è la percentuale degli utenti che faranno opt-out da questo identificatore, che, secondo alcune statistiche, è pari all’80%.

Dal punto di vista degli inserzionisti, l’impossibilità di tracciare accuratamente le interazioni degli utenti con le pubblicità in app pone dei grossi limiti. La capacità di verifica della qualità di questi ultimi va di conseguenza ad indebolirsi, rendendo difficile il processo di ottimizzazione delle campagne di mobile marketing.

Quella di iOS 14 è una vera e propria rivoluzione del digital advertising, che ha dato vita a molti pareri discordanti. Se dal lato degli utenti queste nuove misure garantiscono trasparenza, e dunque un maggiore controllo in termini di privacy, dal lato dell’advertising sono anche distruttive per le attività di targeting. Per alcuni colossi social come Facebook, ad esempio, l’abbandono degli IDFA si tradurrà in una perdita di circa il 50% delle revenue provenienti dall’Audience Network (Leggi anche: Facebook Ads e iOS 14: Cosa sapere sull’ultimo aggiornamento del colosso Social).

Con l’introduzione di iOS 14, il mobile marketing deve affrontare la sfida di rinnovarsi alla luce delle nuove difficoltà che minano la base del suo lavoro e la sua efficacia, ovvero la raccolta, la distribuzione e l’utilizzo dei dati degli utenti.

Proprio perché c’è aria e bisogno di rinnovamento, abbiamo chiesto ai nostri pionieri di condividere con noi i loro pensieri e le loro idee a riguardo.

Individuazione di nuove modalità di comunicazione con gli utenti

Carolina Bertini
Carolina Bertini – Whatwapp           

“Il 2021 sarà l’anno in cui la rivoluzione di iOS 14 dovrebbe mostrare il suo impatto. Dal 14 dicembre l’App Privacy Label è live su App Store, e tutti noi ci stiamo preparando al arrivo del pop-up di consenso alla condivisione dell’IDFA.
Gli MMP stanno lavorando per fornire infrastrutture che parlino con lo SKAdNetwork, e che traccino quante più informazioni possibili.
Le discrepanze nei tracciamenti, a causa dell’incremento di utenti LAT on iniziano ad aumentare, ma siamo ancora in fase di monitoraggio.

Osservando il mercato, i nuovi competitor apparsi negli ultimi mesi, stanno acquisendo esclusivamente su Android, e credo che questo sia un segnale chiaro degli effetti di iOS 14. Il 2021 però dovrà anche vederci focalizzati nell’individuazione di nuove modalità di comunicazione con gli utenti sul tema del trattamento dei dati personali.”

Revisione del marketing mix e sperimentazione di canali e audience alternativi

Luca Stefanutti
Luca Stefanutti – Runtastic

“Quando questo cambiamento è stato annunciato, il panico era tanto, così come tanti erano i dubbi sul tracking e sulla scalabilità di campagne. Essendo stato posticipato fino ad ora, ci ha dato tempo di rivedere il nostro marketing mix e iniziare a sperimentare di più’, muovendo budget e ottimizzando canali e audience alternative (soprattutto su Android). Inoltre, ci ha anche dato il tempo per iniziare a pensare dove introdurre il dialogue per chiedere l’IDFA.

Il mio consiglio è di tenere d’occhio i numeri (baseline) che ci sono ora e creare una task force UA/Product per valutare tempestivamente i numeri che verranno e valutare come si evolveranno rispetto al mercato (e se serve implementare l’IDFA dialogue in un altro posto/altri cambiamenti dettati dal MMP).

A mio avviso, a parità di spesa, l’acquisizione in iOS dovrebbe aumentare (calo dei CPM dato da big player che cambiano) e la qualità per assestamenti di audience diminuire. Se il marketing mix è già stato diversificato, è molto meno probabile che crolli tutto all’improvviso e riesca a sostenere risultati per un periodo di controllo e analisi dei dati che arriveranno, prima che Product possa reagire. Detto questo, in bocca al lupo!”

Una rivoluzione che creerà nuove possibilità

Riccardo Bianchetta Bending Spoons
Riccardo Bianchetta – Bending        Spoons       

“Credo che arrivare realmente preparati a quello che succederà, quando succederà, sia praticamente impossibile. Da un punto di vista meramente tecnologico stiamo tutti diligentemente adattandoci al nuovo playbook definito da Apple e dai principali operatori e fornitori di traffico, con soluzioni più o meno articolate che rispecchino il più possibile le specifiche strutture di misurazione e ottimizzazione adottate attualmente. Sarà una corsa da qui a inizio marzo (sperando che da Cupertino non facciano scherzi anticipando la data più probabile) per mettere in piedi tutto il necessario, considerando che player come Facebook stanno generando più confusione che altro.

Tuttavia, il reale effetto di questa rivoluzione è davvero difficile da predire. Crolleranno delle certezze, ma non è da escludere che si creeranno molte opportunità interessanti. Il sistema attuale, basato sul culto dell’attribuzione deterministica e l’ottimizzazione orwelliana da parte dei network, ha portato a una sorta di immobilismo e stagnazione assolutamente atipiche per un mercato in evoluzione costante. Da un lato la necessità di affidarsi agli IDFA ha spinto la maggior parte delle aziende a ignorare effetti e fonti di traffico potenzialmente importanti, dal famigerato K-factor all’advertising non attribuibile, dall’altro ha permesso ad attori come Facebook di scrivere le regole del gioco a proprio vantaggio, andando di fatto a definire i confini di audience raggiungibili da ogni advertiser. Pensiamo ad esempio all’impossibilità di raggiungere utenti con Limit Ad Tracking attivo tramite campagne App Install (limitazione che sta al momento impedendo a inserzionisti APP di raggiungere più del 40% dei possessori di iPhone negli Stati Uniti), o al fatto che in sostanza le audience con maggior potere d’acquisto siano sostanzialmente esclusiva degli advertiser che possono permettersi LTV su specifici utenti, e quindi CAC (e CPM), molto elevati. Di fatto, l’attuale modello apparentemente iper-ottimizzato di Facebook (ma anche di Google e in generale delle Network SAN) si basa sull’illusione che sia sempre possibile mostrare i propri annunci agli utenti più interessati al proprio servizio, mentre in sostanza vengono creati dei recinti, più o meno grandi ma comunque limitati, in cui pascolano diverse categorie di advertiser. L’apertura dei recinti sarà sicuramente svantaggiosa per i SAN, ma non necessariamente per tutti gli advertiser.

In sostanza, da un punto di vista meramente pratico i cambiamenti in vista comporteranno un carico significativo di lavoro e di stress, ma sono davvero curioso di vedere cosa succederà realmente e come il mercato si adatterà. Era qualche anno che non vedevamo rivoluzioni, non stavamo iniziando tutti ad annoiarci un po’?”

ASO, Apple Search Ads e più budget ad Android

Emanuel Peter Patrioli
Emanuel Peter Patrioli – Lottoland

“Nell’incertezza generata dai cambiamenti alla privacy di iOS 14, ci concentreremo su ASO e Apple Search Ads e allocheremo piu’ budget ad Android. In questo modo contiamo di dare piu’ tempo al nostro team di Prodotto per lavorare sul nuovo ‘Consent Flow’ e minimizzare la gli impatti sulle nostre campagne. La raccomandazione principale che mi sento di dare e’ di lavorare a stretto contatto con il proprio MMP. Nel nostro caso, abbiamo organizzato meeting periodici con Adjust e il nostro team di Prodotto per assicurarci che qualsiasi novita’ venga immediatamente recepita dal nostro team di sviluppo e dai nostri UX designer. Le informazioni a disposizioni non sono molte ma e’ fondamentale che vengano subito condivise per reagire rapidamente all’introduzione delle modifiche.”

Costruzione di un approccio paid & organic più efficace

tommaso scazzocchio
Tommaso Scazzocchio – Freeletics  

“Il 2021 sarà un anno interessante che cambierà radicalmente il modo di fare acquisition. Fare ottimizzazione, attribuzione e valutazione delle campagne senza IDFA sarà una delle più grandi sfide che il mondo Mobile abbia mai affrontato, ma non ci sono alternative quindi bisogna essere pronti ad abbracciare il cambiamento. Questo può anche essere il momento di rivalutare il paradigma che è stato usato fino ad ora, non dimentichiamoci che l’approccio definito “deterministico” ha anche tanti limiti che il mercato non ha mai risolto del tutto. Penso alla multi-touch attribution, cross device, cross platform, k-factor ed altri approcci i quali ci siamo sempre illusi di poter controllare completamente quando invece sappiamo benissimo che non è così. Guardando avanti, sarà sempre più importante continuare ad essere guidati da ciò che la performance delle campagne ci dice, ma allo stesso tempo avere anche un approccio più olistico, considerando i risultati di paid + organic e il costo di acquisizione e ROI non solo per le campagne a pagamento ma in generale, come business. Se riusciamo a costruire un approccio paid+ organic efficace, i team di acquisition, brand e data saranno costretti a lavorare più a stretto contatto e i risultati saranno evidenti. E questo è un vantaggio che con gli IDFA non avremmo mai raggiunto.”

Sfruttare al massimo le attività di mobile CRM

Foto del profilo di Luca
Luca Mastrorocco – Co-founder REPLUG & MMI 

Il 2021 si prospetta un anno sicuramente interessante e senza dubbi con molte sorprese. Sono infatti passate solo 4 settimane dall’inizio dell’anno e Apple ha già annunciato di aver rilasciato un aggiornamento al proprio “Apple Ads Attribution API”, in cui conferma che il proprio network pubblicitario di Search Ads non avrà le stesse restrizioni dello SKAdNetwork, permettendo attribuzione deterministica e tracciamento delle creatività. Con iOS 14, Apple va infatti a prendersi una fetta di mercato pubblicitario digitale che fino ad oggi aveva quasi ignorato. Ma se Apple ci guadagna a discapito di Facebook e Google, cosa succede a tutti noi che lavoriamo nel marketing mobile? Per i marketer che sono stati al passo e hanno cercato di trovare una soluzione a un enigma, di cui neanche Apple ha dato le istruzioni di base, sicuramente la situazione sarà un po’ più rosea o comunque non drammatica. Per tutti gli altri, invece, che hanno aspettato e sperato… beh, questa volta potrebbero esserci problemi. Secondo il mio punto di vista vedremo, un aumento dei costi di acquisizione su iOS, per via del fatto che gli IDFA non saranno più utilizzabili e le informazioni per ottimizzare le proprie campagne tramite lo SKAdNetwork saranno ridotte al minimo. I marketer più astuti testeranno su Android per implementare i learnings su iOS, ma ci vorrà del budget che non tutti hanno a disposizione. Senza dubbi, il focus del 2021 per scalare su iOS dovrà essere una combinazione di App Store Optimization, Apple Search Ads, test continui su creatività e CTA su Android, e naturalmente un’ottimizzazione costante del funnel di conversione, così da sfruttare al massimo le attività di mobile CRM.

Cos’è l’Ad fatigue?

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Ad fatigue

Ti sembra che i tuoi annunci non stiano portando i risultati di prima? Se è così, è possibile che tu (e il tuo pubblico di riferimento) stiate sperimentando l’Ad fatigue. Fortunatamente, ci sono semplici rimedi per aiutarti a combattere questo problema e ottenere risultati migliori.

Quindi, cos’è l’Ad fatigue e come si può combattere?

Cos’è l’Ad fatigue?

L’Ad fatigue è quando il tuo pubblico vede i tuoi annunci così spesso che perde interesse e smette di interagire con i tuoi annunci. Quando si verifica l’Ad fatigue, il tuo click-through rate (CTR) scende man mano che la frequenza aumenta. Di conseguenza, la tua campagna diventa meno efficace e non vedi un grande ritorno sull’investimento (ROI).

Come evitarla?

Se sei preoccupato che la tua campagna pubblicitaria stia soffrendo di Ad fatigue, eccoti alcuni consigli per evitarla!

1. Controlla la tua campagna pubblicitaria
Il primo passo per combattere l’ad fatigue è monitorare la tua campagna pubblicitaria per vedere come il tuo pubblico interagisce con i tuoi contenuti. Quando osservi regolarmente i tuoi annunci, puoi vedere quando il coinvolgimento del pubblico inizia a diminuire.

Per monitorare la tua campagna pubblicitaria, è importante osservare due metriche: la frequenza e il CTR. La frequenza è il numero medio di volte che le persone vedono il tuo annuncio. Se il tuo pubblico inizia a vedere il tuo annuncio quasi dieci volte, lo vede troppo frequentemente. Il CTR è il numero di volte che la gente clicca sul tuo annuncio diviso per il numero di impressioni.
Monitorando la tua campagna pubblicitaria, puoi individuare l’affaticamento degli annunci più velocemente e modificare la tua campagna per ottenere risultati migliori.

2. Crea più annunci e falli a rotazione
Creare diverse versioni del tuo annuncio ti permette di fornire lo stesso contenuto in un modo nuovo. Mantiene la freschezza della tua Ad per il pubblico perché ogni annuncio apparirà diverso.
Una volta che hai creato diverse versioni della tua Ad, mostrale a rotazione. Questo meccanismo, oltre che a dare un’impressione di continua novità, permette anche di capire quali Ads sono sottoperformanti in modo da poterle sostituire.

3. Cambia i colori del tuo annuncio
Se non vuoi creare più annunci, puoi prendere provvedimenti per migliorare quello che hai già creato. Il primo trucco è cambiare i colori del tuo annuncio. A volte, tutto ciò che serve è fare piccoli cambiamenti di colore per dare al tuo annuncio un look fresco!

4. Prova a usare una diversa Call To Action (CTA)
La Call to Action è sempre una componente critica delle Ads. Invoglia il tuo pubblico a cliccare e fare il passo successivo. Se stai sperimentando l’Ad Fatigue, potresti aver bisogno di cambiare la tua CTA per far sì che più persone compiano l’azione.

5. Cambia il formato dell’annuncio
Il formato del tuo annuncio potrebbe non fornire informazioni nel miglior modo possibile per il tuo pubblico. Combatti l’Ad Fatigue cambiando il formato della tua Ad, ricordandoti sempre di adattarlo alla piattaforma in cui viene mostrata.

I Pionieri del Mobile Marketing: Andrea Disperati – Gagale Studio

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Per la sezione “I Pionieri del Mobile Marketing” questa settimana abbiamo parlato con Andrea Disperati, Online Marketing Director di Gagale Studio, l’azienda di mobile gaming che sviluppa e pubblica giochi SLG freemium incentrati sulla strategia.

Andrea, da un piccolo paese della Toscana fino alla capitale della Cina. Racconta in breve ai nostri lettori il percorso professionale che ti ha portato a Pechino a lavorare per Gagale Studio.

Più che un percorso professionale a portarmi a Pechino è stata la mia voglia di continuo auto miglioramento, la mia perenne insoddisfazione dei risultati che raggiungo e la mia voglia di darmi sempre nuovi traguardi una volta raggiunti Andrea Disperatiquelli vecchi. Nel 2012 ho deciso di mettermi alla prova in un mercato enorme come quello cinese, di migliorare il mio inglese, di imparare una lingua particolarmente difficile come il cinese, apprendere nuove skills spendibili sul mercato del lavoro e di espandere la mia conoscenza di SEO e SEM e del campo del mobile marketing – un mercato letteralmente esploso pochi anni prima con la nascita di App Store. Fu così che dopo un paio di posizioni come User Acquisition manager in aziende cinesi con focus su mercati occidentali, approdai a Gagale Studio dove sono ormai quasi al quarto anno.

Per quelli che non conoscessero l’azienda, cosa è Gagale Studio e che tipo di app produce?

Gagale è un mobile gaming studio che, per il momento, vuole passare inosservato senza fare troppo rumore, nonostante i suoi due giochi principali (“Game of Kings: the Blood Throne” and “War Games: Commander”) siano stati scaricati milioni di volte con ROAS di tutto rispetto. Gagale si specializza nello sviluppo e nella pubblicazione di giochi SLG (simulation games) dove i giocatori devono strategicamente pianificare ogni mossa: dalla gestione della risorse e l’allocamento delle stesse nella costruzione e potenziamento delle infrastrutture, l’arruolamento di truppe di diversi tipi e livelli, lo sviluppo di tecnologie, la creazioni equipaggiamenti sempre più evoluti, e perfino quali nemici crearsi e quali alleati farsi per amici. 

Un ricordo particolare legato al mobile marketing che ha segnato il tuo percorso e che non scorderai mai?

La sensazione di iniziare la prima campagna in Facebook Ads per applicazioni mobile. Non avevo idea di cosa stessi facendo ed ero terrorizzato all’idea di spendere un budget facendo qualcosa che non avevo mai fatto. Una sensazione che ripensandoci adesso mi farebbe scoppiare in una risata.

Sei il primo Pioniere che vive fuori dall’Europa, addirittura nell’estremo Oriente. Quali sono, a tuo parere, le principali differenze del mercato mobile tra Cina ed Europa? 

In Cina il mercato del mobile è immenso e non si basa soltanto su due principali Store come in occidente (Apple e Google). Sul mercato cinese sono infatti disponibile numerosi Stores, e se vuoi scaricare un’app con la quale puoi ordinare cibo da asporto che non è presente nello Store che usi di solito, allora devi scaricare un altro Store, e così via fino a quando gli utenti si ritrovano persino con 20 o 30 diversi Store sul proprio telefono/tablet.

Andrea DisperatiLa Cina ha inoltre un sistema abbastanza “ingiusto” nel decidere quali app possono venire pubblicate nel loro mercato e quali no: le app cinesi hanno sempre la precedenza nel processo di approvazione da parte delle autorità governative cinesi rispetto a quelle degli altri paesi. Alle volte ci sono migliaia di app cinesi approvate, e nessuna di quelle estere. Inoltre le compagnie estere che riescono ad avere la propria app approvata per il mercato cinese sono obbligate ad avere un publisher cinese il quale prende, come minimo, un 50% dei profitti. Addirittura sembra che i più grossi publisher cinesi arrivino a prendere fino al 90% dei profitti.

Di cosa ti occupi al momento a Gagale Studio?

Sono il direttore marketing online e ricopro numerose mansioni – anche perché lavoriamo dalle 9:00 alle 21:30 con mezz’ora di pausa pranzo e pausa cena, quindi di tempo per fare tutto ce n’è abbastanza :-). 

Gestisco un team di 5 persone per le quali ogni mattina definisco obiettivi interni, controllando anche i risultati del giorno precedente. Gestisco e modifico le strategie di marketing per ciascun Ad Network e/o DSP e sono responsabile per la definizione di quale tipo di asset o creatività sono necessari per ogni campagna, comunicandolo al team grafico al quale cerco di far capire perfettamente la mia visione e quello che essere il risultato finale. Ogni mattina, quando non abbiamo scadenze imminenti o urgenze, abbiamo anche il nostro “self and team update time”, un esperimento introdotto da me 2 anni fa che consiste in 45 minuti di studio individuale di tecnologie, pratiche, articoli, case studies o altro, che riguardano la propria mansione lavorativa. Dopo questo momento di studio, ogni componente del team ha a disposizione 5 minuti per riassumere e spiegare ai colleghi ciò che ha imparato, in modo che ognuno abbia un po’ di conoscenza in altri campi del marketing. I benefici che ho notato sono stati vari, tra cui una maggiore affinità tra colleghi: la comunicazione tra loro, infatti, si è rafforzata moltissimo perché in pratica abbiamo iniziato a parlare tutti “la stessa lingua”, con una conseguente diminuzione delle incomprensioni che a volte possono crearsi in un team. Inoltre, tutto il team riesce ad essere più aggiornato sulle novità in campo di marketing, cosa che ritengo fondamentale vista la velocità in cui il campo dell’online marketing cambia.

Oltre a questo, per non farmi mancare nulla, creo e testo personalmente campagne con idee personali su Facebook Ads, Google Ads, Twitter Ads, Apple Search Ads, e qualche DSP.

Qual è il tuo canale di user acquisition preferito?

Per me è una dura lotta tra Facebook Ads e Twitter Ads, ma direi che preferisco un po’ più il secondo rispetto al primo. Facebook Ads è ovviamente quello più completo e che fornisce un maggior controllo, oltre che ad un elevato livello di granularità delle metriche, ma di Twitter Ads apprezzo molto alcuni fattori che riassumo così:

  1.  il fatto che usi un sistema di cards per le creatives e i testi (anche se devono migliorare il sistema di filtraggio per le cards già create)
  2. Il livello di targeting molto definito
  3. la possibilità di creare le campagne direttamente in un file excel e caricarle su Twitter Ads Manager, il che permette di creare tantissime campagne in poco tempo.

Generalmente Twitter Ads ha un numero di impressioni e di reach inferiore rispetto a campagne con le stessa audience ma un ROAS molto buono.

E quello più efficace invece in base alla tua esperienza?

Dipende dai momenti specific. Per esempio: Twitter Ads funziona benissimo per il marketing basato sugli eventi che avvengono nel mondo così come per quanto riguarda il trend marketing. Twitter Ads ha infatti una sezione dove elenca i maggiori eventi nel mondo, sia in realtime che per il futuro.

Facebook Ads è il migliore in assoluto per servire le inserzioni alle audience dei competitori, e se per “più efficace” si intende quello con il ROAS più alto, allora è indubbiamente il migliore.

Google Ads, invece, secondo me è il migliore nell’ottenere un enorme numero di utenti a prezzi bassissimi (con obiettivo “volume”), i quali risultano spesso in un ROAS negativo, che può essere però bilanciato con campagne con obiettivo “in-app purchase”. Una volta trovato l’equilibrio tra questi due tipi di obiettivi il gioco è fatto.

Qual è, in generale, un insegnamento del passato che ti sei portato dietro negli anni, e che stai usando nel tuo ruolo attuale?

Senza dubbio è quello di non arrendersi mai. All’inizio del mio lavoro in Gagale dovevo seguire le direttive del mio Team Lead nel creare campagne, ma qualsiasi cosa facessi non portava buoni risultati. Dopo 3 mesi mi ricordo che volevo lasciare perché il mio lavoro non stava portando nessun beneficio all’azienda, ma prima di lasciare mi sono imposto di effettuare l’ultimo “disperato” tentativo creando una serie di campagne con le mie idee e di come io stesso avrei voluto vedere gli annunci per quel prodotto, ignorando le direttive del mio Team Lead.

Andrea DisperatiStavo facendo un grande azzardo, ma ero sicuro che ciò che avevo in mente avrebbe funzionato, e così fu. Quasi subito iniziarono ad arrivare risultati estremamente positivi in termini di ROAS, con valori oltre il 100% in meno di tre giorni e 300% in meno di un mese. Quindi decisi di fermare tutte le vecchie campagne creandone altre che seguissero le nuove linee guida che mi ero imposto… e fu un vero e proprio successo. Un successo che non avrei ottenuto se non avessi avuto il coraggio di andare contro le direttive del mio capo e avessi lasciato l’azienda.

Quali sono i tuoi KPIs chiari per definire il successo delle attività di User Acquisition?

So che potrebbe sembrare come una risposta da dilettante, ma per me il ROAS (aggiustato con l’organic uplift) è il KPI più importante per il semplice fatto che se l’azienda investe $1 per acquisire 1 utente, allora il ROAS deve essere come minimo superiore a $1, altrimenti il budget verrebbe tagliato o rediretto su qualche altra attività. Direi che dal ROAS dipende, eventualmente, il destino di molte compagnie che creano e pubblicano apps.

Quali sono le difficoltà maggiori che un marketer incontra ad oggi quando deve promuovere un’app mobile, e nello specifico un SLG?

La fiducia.

Purtroppo è un argomento abbastanza triste da affrontare, perché è sempre più chiaro che oggi gli SLG sono percepiti sempre più come giochi “pay per win”, e in molti casi è la verità.

Negli ultimi anni ho partecipato a molte fiere del mobile come ChinaJoy, e in tali contesti il concetto di SLG è spesso associato al modo di dire cinese “il serpente che cambia la pelle”, usato per indicare alcune tattiche adottate da molte aziende di giochi SLG con il solo obiettivo di ottenere il maggior profitto nel minor tempo a discapito della reputazione dell’industria SLG stessa.

Il concetto è questo: un’ipotetica azienda “SLGAMES” apre uno Studio1 in Hong Kong senza nessuna correlazione effettiva con l’entità legale che lo crea, cercando di eliminare tutti gli elementi che possono accomunare le due aziende. A questo punto lo Studio crea (o molto spesso compra) il codice sorgente di un gioco SLG, inventa il design e pubblica il gioco più velocemente possibile. Dopo la pubblicazione lo Studio investe pesantemente in marketing, attraendo i cosiddetti utenti “whales”, ovvero quelli che pagano grandi cifre; questi utenti proseguono con il gioco mese dopo mese diventando sempre più dipendenti, e a questo punto per loro non conviene smettere di giocare o passare ad un nuovo gioco visto il grande investimento che hanno fatto fino a quel momento. 

Lo Studio è a conoscenza del fatto che le “whales” non possono abbandonare il gioco, e allora inizia ad aumentare i prezzi dei pacchetti acquistabili, o ne fornisce di nuovi contenenti oggetti di scarso valore, oppure  ancora crea nuovi aggioramenti in cui l’unico modo per continuare a giocare è quello di comprare molti pacchetti. A questo punto gli utenti “whales” sono bloccati, trovandosi in una situazione in cui devono continuare a giocare e a spendere soldi per non vanificare il proprio investimento.

Allo stesso tempo, la reputazione del gioco è rovinata e prima o poi anche le “whales” smetteranno di giocare, portando i profitti del gioco pari a zero. Quando questo avviene l’azienda “SLGAMES” apre un nuovo Studio2 in Hong Kong, diverso e non riconducibile né al precedente studio né all’azienda stessa. Il nuovo studio riutilizza il codice sorgente del gioco precedente facendo poche modifiche mirate a passare il check di Apple (che non permette di pubblicare apps con lo stesso codice), e dopo aver cambiato “skin” (design e tema) lo pubblica nuovamente sullo Store, e il ciclo ricomincia.

Ovviamente, per far funzionare questo sistema, non deve esistere alcun collegamento tra l’azienda “SLGAMES” e gli Studio 1 e 2.

Inutile dire che queste tattiche stanno danneggiando tantissimo il livello di fiducia verso gli SLG Games.

Performance Marketing & Coding: quali sono i benefici per un marketer di saper scrivere codice in HTML, CSS, JavaScript e SQL?

Il coding è un mondo che mi ha sempre appassionato. Il costruire qualcosa, vederlo venire alla luce e vedere gente che usa ciò che hai creato dà una soddisfazione incredibile, dopamina pura.

Anche se di app scritte in JS ce ne sono pochissime, per delle buone ragioni, avere esperienza in coding mi ha dato le basi di computer science che si sono dimostrate utilissime nel comunicare con i developers quando chiedo di apportare delle modifiche all’app per tracciare certi comportamenti e/o dati che volevo analizzare prima di cambiare strategia di alcune campagne. Saper scrivere SQL mi è tornato molto utile per fare le query di dati specifici che la dashboard dei nostri due MMP non hanno.

3 consigli per i giovani che intraprendono adesso una carriera nel mobile marketing?

  1.   Allenate la vostra creatività con ogni mezzo possibile, abituatevi a pensare “out of the box”. Siate pazzi con moderazione.
  2.   Abituatevi a mettere in discussione qualsiasi tattica perché ciò che ha avuto successo ieri può fallire domani. Prendete rischi calcolati.
  3.   Non mollate mai, nel vostro lavoro, ma così anche nella vostra vita di tutti i giorni. Fatene il vostro motto e portatelo con voi in ogni situazione difficile che passate.

Ringraziamo Andrea Disperati di Gagale Studio per la sua disponibilità e per aver condiviso con noi la sua storia piena di spunti interessanti.

Collabora con noi!

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App Review: Cortilia – Food Delivery

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Cortilia food delivery

Cortilia – un mercato agricolo online

Cortilia è il primo e-commerce dove puoi fare la spesa online acquistando prodotti di stagione e a filiera corta, usufruendo del comodo servizio di consegna a domicilio. Fondata nel 2011 da Marco Porcaro, la food-tech company Cortilia è la start up che mette in contatto i consumatori con agricoltori, allevatori e produttori artigianali offrendo ai suoi clienti ortofrutta, carne, pesce, formaggi, pasta, pane, dolci, ma anche prodotti biologici, alimenti senza glutine, prodotti vegani, alimenti senza lattosio, prodotti per la cura personale, per la casa e anche per animali domestici.

Il servizio con consegna a domicilio ad oggi è attivo nelle città e province di: Milano, Torino, Bologna, Modena, Monza, Varese, Como, Lodi, Pavia, Piacenza, Parma, Novara, Bergamo, Brescia.

Come funziona Cortilia?

La registrazione è gratuita, basta inserire email e password, oppure le tue credenziali di Facebook o Google, quindi specificare la città. Una volta registrati si hanno due opzioni: si possono selezionare i prodotti uno a uno dalle varie categorie del mercato, oppure abbonarsi alle Cassette Cortilia. Nel caso si optasse per la seconda scelta, si riceverà, alla frequenza che desiderata, una composizione di prodotti assortiti. La varietà di Cassette è molta (solo frutta, solo verdura, mista e tante altre), ma si può comunque sempre arricchire la Cassetta con i prodotti del mercato.
Una volta riempito il carrello, non resta che selezionare il giorno e la fascia oraria preferita per la consegna (la sera prima della consegna si riceve un’email con l’orario stimato di arrivo all’interno della fascia prescelta).
Infine, il pagamento può essere effettuato con carta di credito (perfino Amex), prepagata o Paypal.

Features

Ci sono alcune caratteristiche da sapere prima di scaricare Cortilia. Chiaramente, essendo un’app di delivery per la spesa, ha una soglia minima di acquisto, che è di € 29,00. Questa cifra vale sia per spese singole che per cassette in abbonamento.

A proposito delle Cassette, queste funzionano per abbonamento che ovviamente in qualsiasi momento, in modo semplice e gratuito, può essere sospeso o interrotto dalla sezione Gestione Abbonamento.

Per quanto riguarda i costi di consegna, se si sceglie la fascia oraria standard la consegna è gratuita. Altrimenti è possibile indicare una fascia oraria personalizzata (fascia Premium): in questo caso il costo di spedizione varia in base all’ampiezza della fascia oraria selezionata (ce ne sono da 1 ora, 2 ore o più). Inoltre, la Consegna Premium può essere scontata in base al valore dell’ordine.

Ultimo ma non per importanza, Cortilia prevede la politica del “soddisfatti o rimborsati”:se un prodotto non fosse all’altezza delle aspettative, è possibile segnalare il problema al Costumer Service per ottenere il rimborso!

Verdetto finale

Bene, è il momento di tirare le somme. 

Cortilia è sicuramente un’eccellenza italiana, garanzia di qualità dei prodotti ed efficienza del servizio. Essendo sul mercato quasi da dieci anni, le opinioni di chi già la conosce sono tante e per la maggior parte buone, sia da parte dei consumatori che dei produttori. Nell’epoca dei supermercati e del cibo in scatola o surgelato, Cortilia cerca di riportare il gusto e la freschezza dei prodotti nelle nostre case, tramite la filiera corta.
Con l’emergenza Covid l’app di spesa online si è rivelata un’ottima soluzione per tante persone che volevano continuare a mangiare sano, pur rispettando le restrizioni e rimanendo a casa.

E’ necessario ora ricordare che, come accade spesso, la qualità porta con sé dei prezzi più alti rispetto a quanto siamo abituati, ma comunque accessibili: ad esempio si può avere una Cassetta a partire da €19.

L’unica vera nota di rammarico è la ancora limitata presenza sul territorio nazionale: ben impiantata in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, ma totalmente assente nelle altre regioni italiane.

Noi oggi qui la consigliamo, con la speranza che nel futuro più gente ne possa usufruire.


Prova Cortilia:

App Store Badge

Google Play Store Badge


 

Cos’è la Attribuzione delle Ad Revenue?

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Attribuzione delle Ad Revenue

 

I sistemi di tracciamento, anche detti MMP, e l’attribuzione mobile giocano un ruolo fondamentale per gestire diversi canali di acquisizione, e capire come si comportano gli utenti nella propria applicazione mobile. La Ad Revenue Attribution è vitale per ottenere un quadro più accurato e completo del LTV della base di utenti di un’app.

Data la sua importanza in termini sia di entrate che di tracciamento degli utenti, diventa fondamentale nel mondo del Mobile Marketing capire come funziona la Attribuzione delle revenue in-app e di cosa si tratta.

Di seguito spieghiamo quindi in parole semplici cos’è una Attribuzione delle Ad Revenue.

Cos’è la Attribuzione delle Ad Revenue?

L’attribuzione delle Ad Revenue è un prezioso strumento di marketing che permette agli sviluppatori di app (cioè agli editor) di misurare facilmente i flussi di entrate dagli annunci in-app. Possono sapere con precisione quali utenti stanno cliccando sui loro annunci e da dove provengono. Questo consente agli sviluppatori di replicare questi utenti di alto valore per poi aumentare i loro sforzi di monetizzazione degli annunci in corso.

Perchè l’Attribuzione delle Ad Revenue è importante?

L’attribuzione delle entrate pubblicitarie in-ad offre una serie di ricche opportunità per le app e l’ecosistema del mobile in generale:

L’acquisizione degli utenti viene migliorata dall’Attribuzione delle Ad Revenue grazie a un migliore LTV e a calcoli del ROAS (Return On Ad Spend) più accurati. Migliori intuizioni di LTV e ROAS migliorano il targeting e l’ottimizzazione delle campagne UA (User Aquisition).
I team di marketing e di prodotto ottengono intuizioni utili sui loro flussi di utenti, sulle personas e sulle fonti di reddito. Con un facile accesso a entrambi i canali di entrate dirette, come il valore di acquisto dell’app, il valore di acquisto in-app e il valore di abbonamento in-app, insieme ai dati di coinvolgimento e gli approfondimenti sulle entrate pubblicitarie in un unico dashboard, i team di prodotto e di marketing possono condurre analisi del ciclo di vita del cliente e del customer journey, portando a personas di clienti più informati e a ottimizzazioni più redditizie.
Anche le reti pubblicitarie e i finanziatori beneficiano immensamente grazie alla Attribuzione delle Ad Revenue. Attribuendo specifici ricavi in-app alle campagne di marketing a pagamento, gli inserzionisti ottengono gli approfondimenti di cui hanno bisogno per investire ulteriormente nei giusti canali media a pagamento.

App Review: Privalia – Outlet Online

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privalia

Privalia – Grandi marche a prezzi scontati!

Privalia è uno dei più conosciuti outlet di moda sul web, che offre quotidianamente la vendita di prodotti delle migliori marche scontati anche fino al 70%. Creato nel 2006 a Barcellona come negozio online, su Privalia puoi trovare diversi tipi di prodotti, da articoli per home-deco all’abbigliamento fino ad arrivare alla gastronomia. La scelta è veramente vasta, sia per quanto riguarda la tipologia di prodotti sia per il numero di brand presenti, che vanno dai grandi Gucci e Prada ai più comuni Benetton o Imetec. 

Attualmente, con oltre 34 milioni di utenti registrati in tutto il mondo, Privalia è leader in tutti i mercati in cui opera (Spagna 2006, Italia 2007, Brasile 2008 e Messico 2010) Con iniziative efficienti e innovative come il suo canale mobile, Privalia è riuscita ad ottenere oltre 26 milioni di download delle sue app.

Da aprile 2016, Privalia appartiene al gruppo francese leader dell’e-commerce, vente-privee Group (il colosso Veepee), creatore e leader mondiale del concetto di vendita flash.

Come funziona Privalia?

Utilizzare l’app di Privalia è semplice. E’ necessaria la creazione di un account, oppure si può accedere più velocemente direttamente tramite Facebook. Una volta confermata la mail ed effettuato l’accesso, ci si ritrova sulla Home Page, dove sono presenti tutte le offerte del giorno divise per categorie (Moda, Casa, Sport, Kids, Beauty, Viaggi) e per brand.

A questo punto si può dare inizio allo shopping, o sfogliando le varie categorie in cerca di ispirazione oppure andando alla ricerca di un prodotto o brand specifico tramite la lente di ricerca posta in alto a destra. Gli articoli si possono aggiungere al carrello (dove restano per un massimo di 15 minuti) per poi procedere all’acquisto. Il pagamento può essere effettuato tramite PayPal o carta. Per quanto riguarda la spedizione, per il primo ordine è gratis, poi diventa a pagamento a meno che non si effettui il passaggio ad un account premium

Features

Il cavallo di battaglia di Privalia è la possibilità di trovare grandi marche a prezzi scontati, ma come tutte le offerte, anche su Privalia le promozioni scadono. Il tutto è fatto ovviamente in trasparenza: sotto ogni offerta è scritta la scadenza, precisamente il giorno e l’ora. Inoltre una volta scaricata l’app è possibile dal proprio profilo attivare delle push notification per i tuoi brand preferiti: così ogni volta che sono in offerta, l’app ti avvisa in tempo in modo da non farti scappare l’occasione.

I costi e i tempi di consegna dipendono da prodotto a prodotto, tuttavia si può dire che la spedizione non sia il loro punto forte, dato che il tuo ordine può impiegare dalle due settimane fino ad un mese di tempo per arrivarti a casa.  


Verdetto Finale

Sicuramente Privalia è l’app di outlet online che può contare sulla più vasta e ricca selezione di marche e prodotti, oltre a proporre sconti quasi ineguagliabili. L’app è armonica, ordinata e user-friendly, dove ognuno può trovare quello che cerca, visto che ci sono prodotti per tutti i gusti e tutte le tasche.
Tuttavia, i costi e i tempi di spedizione frenano un po’ l’entusiasmo. Inoltre, con l’ultimo aggiornamento dell’app, non pochi clienti, anche affezionati, stanno riscontrando diversi problemi: sia il sito che l’app sono diventati più caotici, e sempre più frequenti sono i problemi di consegna, reso e servizio clienti che gli utenti lamentano nelle recenti recensioni.

Insomma consigliata, ma con moderazione.


Prova Privalia:

App Store Badge
Google Play Store Badge


 

Startup nel mobile: Spicy Sparks

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eSound

Per la sezione Startup Nel Mobile, dedicata alle startup Italiane che lavorano nel settore mobile, abbiamo parlato con Marco Fontana, Co-Founder e CEO di Spicy Sparks: la start up tutta italiana dietro l’applicazione eSound Music.

Ciao Marco, racconteresti in breve ai nostri lettori chi sei e cos’è Spicy Sparks, nello specifico la vostra app mobile eSound? 

Ciao, mi chiamo Marco Fontana e sono un Ingegnere Informatico. Insieme al mio socio Alessandro Gerelli, nel Gennaio del 2020, abbiamo fondato Spicy Sparks: una startup operante nel settore delle applicazioni mobile, che si pone come obiettivo quello di sviluppare e pubblicare applicazioni facenti riferimento a vari vertical. Nell’ultimo periodo stiamo anche valutando di lanciarci nel mondo dei giochi mobile, che seppur molto competitivo, può offrire ancora grossi spunti di crescita.

Il nostro prodotto di punta attualmente pubblicato è eSound Music, un player musicale basato su YouTube che permette agli utenti di ascoltare ed organizzare la propria musica in maniera completamente gratuita.

Con eSound vi posizionate in un mercato molto competitivo, come quello dello streaming musicale, dominato da grandi players come Spotify, SoundCloud e anche YouTube. Ci racconteresti cosa vi ha spinto a entrare in questo verticale e quali opportunità avete visto?

Vorremmo precisare che i nostri competitor principali sono gli altri player musicali basati su YouTube come Musi, MixerBox ed altri, anche se ultimamente in molti vedono come nostri competitor anche Spotify e YouTube Music.

eSound Spicy Sparks

Quello che ci ha spinto a creare un’app del genere è stata la mancanza di app di qualità che offrissero gratuitamente le stesse funzionalità che le app premium (come Spotify) offrono. In particolare, analizzando il mondo dei player musicali basati su YouTube, abbiamo notato che molti di essi avevano veramente poche funzionalità ed erano molto elementari nella interfaccia. Nonostante questo abbiamo notato che un grande pubblico che non poteva era interessato ad applicazioni di questo genere.

Da qui è nata l’idea di offrire agli utenti un’esperienza premium, pur rimanendo un player basato su YouTube, e l’idea ha sembrato funzionare.

Dal punto di vista imprenditoriale, invece, cosa vi ha spinto a puntare su un prodotto completamente mobile?

Il mondo mobile è indiscutibilmente uno dei mercati con la più alta crescita negli ultimi anni.

Abbiamo capito che creando una applicazione per mobile potevamo raggiungere un vasto pubblico in poco tempo e scalare molto velocemente.

I nostri utenti adesso ci stanno chiedendo anche una versione desktop della nostra applicazione, una per Apple Watch e perfino una per Apple CarPlay (uno dei lati positivi per gli utenti, ed un po’ meno per gli sviluppatori, è che la musica si può veramente ascoltare da qualsiasi piattaforma!)

Nonostante il porting su altre piattaforme, che abbiamo in programma, abbiamo visto che la piattaforma dove in assoluto è più facile crescere e monetizzare (attraverso ads ad esempio) e proprio quella del mobile ed è per questo che ci puntiamo molto.

Sebbene la grande competizione nel settore, eSound è cresciuta in modo esponenziale negli anni, raccogliendo giornalmente migliaia di utenti in tutto il mondo. Quali canali hanno contribuito di più a questa crescita?

Il 99% degli utenti che al momento sono su eSound hanno scoperto l’app attraverso il passa parola ed una crescita completamente organica. Abbiamo sperimentato anche un po’ di User Acquisition, ma il costo di acquisizione non giustificava ed era coperto dalla LTV degli utenti, perché essendo una applicazione gratuita basata esclusivamente sugli annunci la quantità di valore in termini monetari generata dal singolo utente è abbastanza bassa.

Siamo molto entusiasti del fatto che i nostri utenti, una volta provato eSound, consiglino l’applicazione a familiari ed amici permettendo una buona crescita organica, significa che il prodotto piace!

È singolare anche il fatto che vediamo su YouTube e Twitter molti utenti che creano post e contenuti consigliando la nostra applicazione, senza che noi incentivassimo ciò.

Ad esempio, recentemente, alcuni tiktok che parlavano di eSound realizzati da creator con poche centinaia di followers sono andati virali e ci hanno permesso in poco tempo di scalare completamente le classiche, andando per qualche giorno ad essere l’app più scaricata su App Store in nazioni quali Spagna ed Italia.

Da un punto di vista puramente di acquisizioni utenti a pagamento, quali sono i canali su cui avete puntato per supportare la vostra crescita? Nel caso ci fosse, quale canale vi ha sorpreso di più in termini di performance?

Al momento abbiamo sperimentato UA su Facebook (utilizzando sia campagne standard che il loro nuovo prodotto AAA campaigns) e TikTok, ma abbiamo notato che dal punto di vista del ROAS questo tipo di campagne non erano sostenibili sul lungo periodo e per questo le abbiamo sospese.

Al momento preferiamo lavorare attraverso la crescita organica, ottimizzazione ASO e sistemi che incentivano la crescita non a pagamento quali referral systems.

Che ruolo ha giocato invece l’App Store Optimization per la vostra app mobile?

L’ASO ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale per eSound, la possibilità infatti di avere un buon ranking su keywords quali “musica”, “musica gratis” in varie lingue, ci ha permesso di mantenere un buon volume di download e fare si che nuovi utenti ci potessero scoprire spontaneamente anche se non avevano mai sentito parlare di eSound.

Ultimamente stiamo ponendo una grande enfasi anche sulla localization, traducendo gli screenshots di eSound, l’app e gli storefront in decine di lingue, così da annullare la friction che un utente che non parla inglese può avere nell’utilizzare la nostra app. Abbiamo visto che questa scelta sta pagando abbastanza nella crescita in diversi mercati emergenti che non conosco bene la lingua inglese.

Una piccola parentesi sulla situazione attuale a livello globale. Com’è cambiato il comportamento dei vostri utenti durante il lockdown, a causa del COVID-19?

Nel nostro caso il COVID-19 non ha inciso molto: la crescita è rimasta stabile ma non abbiamo registrato picchi come in altre apps.

Probabilmente su questo può avere giocato il fatto che molti utenti, costretti a rimanere a casa, possono ascoltare la propria musica anche attraverso il sito di YouTube da PC ed il client desktop, da qui il programma di sviluppare un nostro client per MAC e PC nei prossimi mesi.

Se potessi tornare all’inizio della vostra avventura, cosa faresti diversamente dal lato marketing per sostenere la crescita del business? 

Sicuramente introdurrei prima programmi quali referral systems che incentivano la crescita organica. Punterei ancora di più su ASO e localizzazioni ed avrei introdotto prima il supporto a più lingue ed una maggiore cura su come si presenta l’app a livello di pagine sullo store.

Quali consigli daresti, in termini di attività di acquisizione utenti, a tutti gli imprenditori che stanno pensando di lanciare un servizio, più o meno specifico, legato al settore mobile?

Direi loro prima di tutto di creare un ottimo prodotto, dove gli utenti siano entusiasti di consigliarlo ai propri familiari ed amici. Noi pensiamo che il passa parola, oltre ad essere gratis, sia il migliore strumento di marketing. Gli utenti devono essere i primi ambassador del vostro prodotto, per questo è necessario creare esperienze uniche. Inoltre abbiamo notato che la crescita organica è quella che porta la retention più alta sul lungo periodo, un utente infatti è più propenso ad utilizzare un’app consigliata dal proprio amico di fiducia rispetto a quella vista su un annuncio.

Chiaramente nei primi periodi se si vuole crescere e scalare più velocemente, specialmente in determinati verticals ad alta competitività affiancare una crescita organica ad una buona UA è fondamentale per il successo di un prodotto ed ottenere visibilità.

Una domanda un po’ più generica: qual è la tua esperienza nel creare e crescere una startup “mobile-first” in Italia, un mercato che ancora fatica ad avvicinarsi a questo medium di comunicazione? 

Sicuramente il mercato italiano è ancora un po’ acerbo in termini di applicazioni mobile, ma ha delle grandi potenzialità.

Quello che ostacola un po’ è la burocrazia farraginosa ed una fiscalità molto pesante, ma il mercato c’è e sono convinto che anche nei prossimi anni possa crescere molto. Specialmente in certe nicchie dove in altri paesi abbiamo competitor già riconosciuti, mentre in Italia c’è ancora spazio per intraprendere.

Un’ultima domanda in prospettiva futura. Cosa ci possiamo aspettare da Spicy Sparks nel 2021?

Il 2021 sarà per noi un anno ricco di stimoli, nei nostri piani c’è quello di espanderci su altri verticals ed anche nel mondo del gaming mobile. Abbiamo in mente di diversificare il nostro portfolio di applicazioni e cogliere nuove opportunità. La strada è lunga, ma con l’impegno e la costanza sono sicuro che si possano ottenere ottimi risultati.