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Mobile Marketing ed Esperienze di Acquisto sul Mobile Web: Cosa devono tenere a mente i marketer?

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Le strategie di mobile marketing sono create per definire al meglio come raggiungere e interagire con i potenziali consumatori quando sono in movimento. Un approccio multicanale può – e deve – essere usato, e si possono usare tecniche di mobile marketing per raggiungerli attraverso opzioni diverse come SMS, WhatsApp marketing, un’applicazione mobile e altri metodi ancora. Il marketing mobile è particolarmente importante a causa dell’uso diffuso e della popolarità degli smartphone, sia per applicazioni mobile che per siti mobile.

Statistiche importanti sul Mobile Marketing

Come ormai sappiamo, l’uso del mobile web è ora maggiore di quanto sia mai stato, e gli utenti desktop stanno diventando sempre più rari in confronto. Controllando più accuratamente, si scopre che gli utenti oggigiorno preferiscono usare i loro smartphone per svolgere diverse azioni, piuttosto che sedersi al PC. 

  • Secondo Statista, i dispositivi mobile hanno rappresentato il 56% del traffico organico dei motori di ricerca nel primo trimestre del 2020. Questo rende necessario l’uso del SEO mobile e dell’internet marketing da parte delle piccole imprese con una presenza online.
  • In più, gli utenti oggi sono significativamente più propensi ad aprire le e-mail direttamente sul loro smartphone. Secondo Campaign Monitor, il 68% delle campagne e-mail vengono aperte su un dispositivo mobile, e questo è in aumento rispetto a poco più del 40% nel 2015, che era già in aumento del 30% rispetto alla cifra dell’anno precedente.
  • Gli utenti ricorrono sempre più ai loro telefoni cellulari per consumare anche i media. Nel 2019, l’utente tipico ha trascorso 203 minuti a guardare i media attraverso il cellulare, secondo Broadband Search. Attività di questo tipo sono: navigare sui social network, guardare video e leggere ebook. In confronto, solo 128 minuti (un po’ più della metà) sono stati spesi su desktop.

Quali sono le somiglianze tra ricerca organica, e-mail, social media e video? Sono importanti canali di marketing che permettono alle aziende di interagire con i potenziali clienti e convertirli in consumatori. Il marketing mobile deve quindi essere una componente importante di qualsiasi strategia di marketing digitale per qualsiasi azienda online o di e-commerce.

Quali sono i benefici dell’utilizzo di strategie di mobile marketing?

Mirare ai clienti su dispositivi mobile è essenziale in un ambiente sempre più “mobile-first“, in particolare per le aziende di e-commerce, dove la connessione con l’utente in diversi punti del funnel di conversione diventa fondamentale per il successo. Questa tipologia di strategia è fondamentale sia per le piccole che per le grandi aziende. A questo vantaggio generico, seguono una serie di altri benefici nell’implementazione di strategie di mobile marketing. 

Possibilità di testare in modo semplice

A differenza di altre iniziative di marketing, come il SEO o anche le campagne PPC (come Google AdWords), molte strategie di mobile marketing per siti mobile hanno una barriera d’ingresso bassa. In generale, iniziare ad essere “mobile-first” non richiede particolari conoscenze tecniche o un assetto d’infrastrutture complesso. Naturalmente, tutto dipende dal budget e dagli obiettivi aziendali, ma per un piccolo test, è possibile in pochi passi fare un set up di campagne di diverso tipo, già con gli strumenti a noi familiari. Detto ciò, è bene ribadire che nel momento in cui si voglia migliorare il proprio lavoro, raggiungendo in modo efficiente i propri utenti con strategie a 360° è bene rivolgersi ad agenzie di mobile marketing specializzate. 

Come tutte le attività di marketing digitale, nel caso vogliamo provare a testare in modo semplice e veloce delle campagne di mobile web, l’accesso ai dati è disponibile tramite metriche ben conosciute, come il click-through rate (CTR) o conversioni. Nel caso, invece, il nostro interesse sia più verso delle campagne di installazioni app, il set up tecnico richiede un lavoro più complesso, partendo da strumenti specifici per il mobile marketing.

Efficienza economica

Il termine “mobile marketing” si riferisce a una vasta gamma di attività, non solo quelle che avvengono sulle applicazioni mobile. In questo settore, abbiamo a nostra disposizione un’ampia gamma di tattiche e tecniche tra cui scegliere, dandoci la possibilità di scegliere tra campagne e canali che si adattano al nostro budget. 

Ad esempio, campagne sui social media risultano essere, senza dubbi, meno costosi di spot televisivi e radiofonici, e molto spesso molto più efficaci per realtà aziendali che sono più locali. 

Transazioni completate immediatamente

Lo smartphone è un mezzo veloce, e grazie ad esso si può interagire con gli utenti in tempo reale raggiungendoli ovunque. Non importa se sono a casa, al lavoro, in giro o altrove. Di conseguenza, ogni aspetto del marketing mobile assomiglia alla pubblicità sul punto vendita (POS). Il mobile marketing ci dà la possibilità di raggiungere i nostri possibili clienti in modo continuativo e portarli all’acquisto in pochissimi click. 

Le strategie di marketing mobile possono trarre vantaggio da questo se sono ben progettate. Si può raggiungere un utente quando è più probabile che acquisti. Questo potrebbe essere realizzato mettendo attentamente un annuncio sui canali Social, assicurandoci che il nostro sito web mobile appia nei risultati locali. e potrebbe comportare l’assicurazione che il sito mobile appaia nei risultati di ricerca locali. Indipendentemente da come lo si faccia, le transazioni immediate che il mobile marketing permette sono inestimabili.

Localizzazione

La maggior parte di noi porta il cellulare con sé ovunque vada, questo implica che si può usare la localizzazione con il mobile marketing (proximity marketing) per aggiungere più valore ai risultati di attività di mobile marketing. Questo implica adattare le informazioni o le offerte alle circostanze fisiche in cui si trovano i potenziali clienti.

 

È bene ribadire che gli utenti in media usano i loro telefoni per tre ore e quindici minuti ogni giorno. Per questo motivo, è una buona idea raggiungere la propria audience di riferimento attraverso vari canali online, compreso quello mobile. Connettersi con loro attraverso lo smartphone offre un’incredibile opportunità per coinvolgere i clienti in modo più completo.

5 Consigli per dominare il Mobile Marketing nel 2022

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Articolo originariamente pubblicato su Engage, a cura di REPLUG – Mobile Growth Agency.

Con la rubrica “What The App”, negli ultimi 12 mesi, abbiamo condiviso best practices e approfondimenti sul mondo del mobile marketing, con l’intento di riposizionare il ruolo dell’app mobile al centro della strategia digitale delle aziende italiane.

Sebbene sia difficile dire con certezza quale sia stato l’impatto del nostro piccolo angolo di comunicazione, il nostro intento, e di conseguenza la nostra speranza, era quella di vedere l’ecosistema digitale Italiano allinearsi a quello internazionale, lasciandosi indietro vecchie metodologie di operazione.

I trend della spesa sul mobile sono in continua crescita, a prescindere dal verticale in cui si opera. Il 2021 è stato un anno complicato, soprattutto a causa di iOS 14, con molta confusione e tante difficoltà nello scalare le attività marketing in modo efficiente, con tante aziende che hanno visto costi di acquisizione addirittura triplicarsi (nella migliore delle ipotesi).

Il mobile app marketing va compreso, studiato e integrato giornalmente nella propria strategia digitale per avere dei risultati validi. In questo ultimo articolo, vogliamo raggruppare 5 consigli per preparare al meglio una strategia di mobile marketing nel 2022.

1. iOS deve rimanere il Focus

Sebbene le novità introdotte da Apple a metà del 2021 hanno creato non poche difficoltà per tutti i marketing manager, è bene non perdere le speranze. Negli ultimi mesi, abbiamo sentito (con orrore) i più disparati suggerimenti da “esperti” di mobile marketing. Il peggiore in assoluto è quello di fermare gli investimenti su iOS e concentrarsi su Android.

Senza dubbio una ridistribuzione del budget tra i due sistemi operativi è necessaria, per testare e raccogliere dati più velocemente, ma Android non andrà mai a sostituire iOSin termini di qualità e valore.

Le difficoltà che lo SKAdNetwork e l’ATT hanno portato nel nostro mondo digitale, vanno affrontate nel modo giusto, partendo da:

  • l’implementazione di un tool di tracking e attribuzione;
  • un setup corretto del tool;
  • un’analisi dati che si adegui al tempo in cui siamo (il 2020 è un ricordo lontano).

2. L’App Store Optimization deve supportare le Attività di Paid UA

Ancora oggi, troppo spesso, in Italia le attività di ASO (App Store Optimization) sono paragonate a quelle di SEO. Esperti di Search Engine Optimization si travestono da esperti mobile, pensando di poter tradurre le proprie competenze sul mondo del mobile. Sfortunatamente, il web è molto diverso dal mobile e ciò che funziona da una parte non sempre va bene dall’altra.

L’ottimizzazione delle nostre pagine Store parte dal lato creativo fino ad arrivare al miglioramento della posizione delle keywords, usando strumenti specifici che non sono necessariamente gli stessi utilizzati per il web.

L’ASO è la chiave di volta per migliorare moltissimi fattori, tra cui il tasso di conversione, sia organico che a pagamento, ma anche la visibilità in generale della nostra applicazione mobile. In più, con le novità appena rilasciate da Apple, le possibilità di ottimizzazione crescono in modo esponenziale.

3. Apple Search Ads gioca un Ruolo fondamentale nel Mobile Marketing nel 2022

A seguito dei recenti cambiamenti, Apple Search Ads, il canale di acquisizione utenti proprietario di Apple, giocherà un ruolo sempre più centrale nelle attività di crescita per le app mobile.

Durante il 2021 abbiamo però visto con sorpresa tantissimi account non organizzati in modo corretto, che riprendevano le best practices usate per Google Search, oppure account di base, che non permettevano di sfruttare tutte le possibilità offerte dal canale e soprattutto di ottimizzare in modo appropriato.

Nel 2022, Apple Search Ads diventerà l’asso nella manica per tutte quelle aziende che vorranno raggiungere gli utenti nel momento decisionale più importante, sfruttando al meglio la visibilità e il vantaggio di lavorare direttamente sul canale proprietario dell’azienda di Cupertino.

4. CRM, Retention e la Comunicazione automatizzata

Un altro punto fondamentale per una strategia vincente per il prossimo 2022 è l’implementazione corretta di una comunicazione automatizzata con tool di CRM e retention.

Troppo spesso le aziende che non hanno familiarità con il mobile marketing, pensano di poter gestire la comunicazione post-installazione con sporadiche notifiche push ed email generiche. La verità è che gli utenti oggi vogliono sentirsi “coccolati” e la comunicazione deve sembrare personalizzata, per aumentare il tasso di conversione e l’engagement.

L’utilizzo di tool specializzati anche sul canale mobile può portare a un aumento critico delle attività in-app e creare una fidelizzazione tale da assicurare una crescita continua. Tutto ciò a prescindere dai limiti di attribuzione esistenti a causa della Privacy.

Per questo, noi di Replug, abbiamo sviluppato un framework di lavoro che aiuta tutte le aziende con un’applicazione mobile:

CRM Framework REPLUG - mobile marketing 2022

5. Diffida dai Venditori di Fumo

Il canale mobile rappresenta una continua sfida tra dinamiche tecnologiche a volte complicate da comprendere, e macro cambiamenti che ci fanno impazzire portando i costi di acquisizione a livelli astronomici. Sono ormai anni che sentiamo parlare della frode nel digitale e, sebbene dovrebbe essere chiaro a tutti quali attività evitare, troppo spesso a causa di target aziendali da raggiungere ci sentiamo giustificati nell’utilizzare canali poco raccomandabili.

Non ci stancheremo mai di dirlo, ma comprare traffico mobile a costo fisso (che sia CPI o CPA) è sinonimo di frode. Una frode che genera utenti e conversioni finte, utili solo ad abbellire i report da mostrare al nostro capo, piuttosto che raggiungere utenti di qualità.

Il programmatic a costo fisso è un’illusione del 2012, che oggigiorno non è più giustificabile.

Per lavorare nel modo migliore con un’agenzia esterna è bene definire dei KPI realistici e vedere cosa è possibile raggiungere su canali di acquisizione che offrono trasparenza e controllo.

2022: L’Anno della Svolta per il Mobile Marketing

Per concludere questa nostra rubrica vogliamo rivolgerci a tutti coloro che lavorano nel settore digitale e invitarli a cambiare il modo di pensare e di operare, guardando al canale mobile con gli occhi giusti e dandone il giusto peso, affidandosi a esperti (esterni o interni). Non è un segreto, ma solo una constatazione: se ci riescono nelle altre nazioni, anche noi in Italia ce la possiamo fare a dominare il Mobile Marketing nel 2022.


Desideri implementare una strategia mobile per la tua azienda? Contatta il team di REPLUG o scrivi direttamente a Luca Mastrorocco, Co-founder & Head of Growth di REPLUG.

Le 5 Migliori App di Traduzione

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Le 5 migliori app di traduzione

Grazie ai nostri dispositivi mobile, sempre al nostro fianco, comunicare in un’altra lingua non è più una barriera. In questo articolo abbiamo collezionato le 5 migliori app di traduzione per iPhone e Android. Inizia a tradurre digitando, parlando, usando la fotocamera del tuo smartphone o scegliendo le immagini dalla tua libreria!

Google Traduttore

La prima migliore app per tradurre le lingue è Google Traduttore. Questa è migliorata notevolmente, soprattutto negli ultimi anni, con funzionalità interessanti. È disponibile sia su Google Play Store che su Apple App Store, ed è anche accessibile sul web. Ad oggi supporta le traduzioni su 108 lingue.

Migliori App Di Traduzioni: Google TranslateGoogle Traduttore offre varie soluzioni tra cui la traduzione del testo tra tutte le lingue che supporta, la traduzione istantanea con la fotocamera, che ti permette di tradurre i testi intorno a te in tempo reale utilizzando la fotocamera del tuo smartphone (in 90 lingue), la traduzione delle foto che ti permette di importare le foto dalla tua galleria o libreria (in 50 lingue) e la traduzione della scrittura a mano. La flessibilità presente nell’app permette a un vasto numero di utenti di scegliere la soluzione migliore a seconda della situazione in cui si trovano.

Inoltre, Google Traduttore è una delle migliori app di traduzione vocale che permette agli utenti di tradurre conversazioni bilingue in 43 lingue.

Un’altra grande caratteristica è che puoi usare questa app di traduzione in tempo reale anche quando sei offline (59 lingue).

Scarica Google Traduttore 

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iTranslate

Continuiamo con iTranslate. Questa app di traduzione supporta oltre 100 lingue ed è molto popolare tra gli utenti Android e iOS. Il servizio è disponibile anche sul proprio computer.

Questa app di traduzione in tempo reale è ampiamente utilizzata per la traduzione vocale. Ma supporta anche la traduzione di testo e foto e la traduzione con la fotocamera.

Migliori App di Traduzione iTranslate

Scarica iTranslate

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Scan & Traduttore con Foto

Un’altra applicazione molto interessante per tradurre testi “on-the-go” è Scan & Traduttore con Foto. Questa applicazione di traduzioni permette di tradurre istantaneamente documenti, contratti, segnali stradali e altre immagini, in più di 90 lingue. 

Per quanto riguarda le funzionalità, troviamo a disposizione dell’utente un sistema vocale automatico per la pronuncia, così da non preoccuparsi quando si viaggia all’estero, oppure un riconoscimento avanzato ottico per caratteri speciali. Anche questa applicazione mobile è sicuramente un’aggiunta interessante nel nostro dispositivo mobile per non trovarsi mai scoperti. 

Migliori applicazioni di traduzione - Scan & Traduttore con Foto

Scarica Scan & Traduttore Con Foto

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Microsoft Traduttore

Un’altra applicazione molto interessante per quanto riguarda le traduzioni su smartphone è Microsoft Traduttore utilizzabile su dispositivi Android e iOS ma anche sul desktop. Supporta più di 60 lingue.

Proprio come Google Traduttore, Microsoft Traduttore offre la traduzione di testi e foto ed è anche tra le migliori applicazioni di traduzioni vocali che permettono di tradurre la propria voce o conversazioni fino a 100 persone.

Il suo dizionario mostra le frasi più usate nelle lingue straniere permettendoti di comunicare facilmente e rapidamente quando viaggi all’estero o quando sei con gli stranieri.

Scarica Microsoft Traduttore

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DeepL Traduttore

L’ultima app di traduzioni della nostra lista è DeepL Traduttore. L’app offre traduzioni rapide, precise e di alta qualità in 26 lingue, aiutando gli utenti a comunicare in modo più efficace e superare le barriere linguistiche. Così come le altre app elencate nella nostra Top 5, anche DeepL offre la traduzione da documenti scansionati a foto, ma, la nostra esperienza diretta ci ha mostrato come DeepL abbia una qualità della traduzione decisamente più alta. Il traduttore è anche disponibile sul web o come applicazione desktop. 

DeepL - Le migliori app di traduzione

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iOS 15: Arrivano le Custom Product Pages e Product Pages Optimization. Cosa fare?

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Apple lancia ufficialmente a pochi giorni da Natale le Custom Product Pages e Product Pages Optimization! Due delle feature più attese dai marketing manager di tutto il mondo sono finalmente a nostra disposizione per ottimizzare la crescita della nostra app mobile. 

Ma cosa significano per la nostra applicazione mobile?

Partiamo dalle basi. Le Custom Product Pages e Product Pages Optimization sono due funzionalità che aiuteranno i marketer in due specifiche aree del mobile marketing: App Store Optimization e Acquisizione Utenti a Pagamento. Questa è una news molto importante che ci permetterà di ottimizzare in modo molto più autonomo le nostre Pagine Store su iOS.

Importante: Nel caso nel proprio App Store Connect non appaiano le Custom Product Pages e Product Pages Optimization, è molto probabilmente a causa del fatto che non c’è stato un opt-in per gli In-App Events. Non è il caso di disperarsi però, basta andare al link che Apple mette a disposizione, chiamato “App Store Connect Submission Link“, e cliccare “Continue” per abilitare queste funzioni. Ci potete ringraziare dopo 🙂

Ma entriamo nel dettaglio di ogni nuova funzionalità per comprendere al meglio cosa significa per il nostro lavoro quotidiano. 

Custom Product Pages: Crea versioni alternative della Pagina Store

Questa è una di quelle funzionalità che rivoluzionerà il modo in cui facciamo acquisizione su iOS ed un motivo in più per non ignorare gli utenti Apple, sebbene ci siano tutte le difficoltà che conosciamo con iOS 14. (Apple)

1. Si possono creare fino a 35 Pagine alternative della nostra Pagina Store

Custom Product Pages
Fonte: https://developer.apple.com/app-store/custom-product-pages/

Avere la possibilità di creare diverse alternative della propria Pagina Store significa poter targettizzare con messaggi diversi l’audience che raggiungiamo con i nostri ad. In parole semplice, Apple ci ha appena dato la possibilità di creare delle “Landing Page” dedicate ai diversi utenti della nostra audience.

2. C’è la possibilità di personalizzare screenshots, testi promozionali, e app preview per ogni pagina localizzata

Per ogni Custom Product Page, avremo la possibilità di personalizzare una parte della pagina per avere un appeal specifico alla audience di riferimento o con un prodotto diverso. Questo significa che gli utenti che cliccheranno sulla URL unica creata per questa pagina (o deeplinking), arriveranno su questa “Landing Page” e vedranno una versione personalizzata della nostra Pagina Store di base. Ad esempio, per un’applicazione di stampa foto, si potranno creare delle versioni di screenshot che mettono in risalto prodotti specifici per utilizzi particolari. Oppure, per un’app mobile che aiuta diversi tipi di business nella contabilità, significa che ci sarà la possibilità di mostrare un messaggio personalizzato per idraulici, imprenditori e così via.

3. Una volta creata una Custom Product Page, si potrà usare con una URL dedicata

A seguito della creazione delle nostre Custom Product Pages, riceveremo una URL dedicata che potremo usare per le nostre attività di marketing. Questo significa che potremo implementare questo link, ad esempio, nelle nostre email, o per fare cross-promotion con il web, o, ancora più interessante utilizzarlo nelle nostre campagne di acquisizione utenti. 

4. Le Custom Product Pages saranno supportate anche dagli Ad Network 

Questo è una novità molto importante, visto che in passato gli Ad Network in passato non supportavano URL configurabili nel setup delle campagne a pagamento. Con questa novità, significa che potremo usare la nostra URL dedicata, e le nostre Custom Product Pages, su ogni Ad Network. 

5. Apple Search Ads supporterà le Custom Product Pages da inizio del nuovo anno

Non è una sorpresa vera e proprio, ma più che altro una conferma. Dal 2022 anche Apple Search Ads supporterà questa nuova funzionalità. Pensa ad esempio alla possibilità di creare una Custom Product Page per una keyword di un competitor oppure per una keyword group specifica!

**Leggi la nostra guida su Apple Search Ads**

6. Misurazione del successo direttamente nell’App Store Connect

Tutti questi nuovi dati saranno disponibili direttamente nella nostra consolle di App Store Connect. Questo naturalmente sarà fondamentale per capire quale delle nostre varianti funziona al meglio, in termini di tasso di conversione ma anche di valore. 

MacBook Pro in full-screen mode displaying a map of Apple Stores near San Francisco
Fonte: https://developer.apple.com/app-store/custom-product-pages/

Product Pages Optimization: Finalmente arrivano le funzionalità di A/B testing

Questa è un’altra grande novità per tutti i marketer. Infatti da anni, le possibilità di A/B testing sull’ App Store erano limitate a usare tool di terze parti o implementare dei trick particolari per testare gli screenshot. Oggi con le Product Pages Optimization, invece, Apple si mette alla pari di Google, e il suo “Store Experiment“. 

iPhones side-by-side comparing different versions of The Coast app’s product page.

Questa nuova funzionalità è disponibile solo per il traffico organico, a differenza delle Custom Product Pages. 

1. Gli A/B test delle Product Pages Optimization saranno mostrati solo agli utenti con iOS 15

Questa è una nota importante da tenere in considerazione. Solo gli utenti che hanno iOS 15, potranno vedere le versioni di A/B test fatte con le Product Pages Optimization. Ad oggi, il 56% della “popolazione Apple” ha un device con iOS 15, ma il trend è in crescita e si aspetta che questa percentuale cresca fino al 70%. 

Adozione iOS 15
Fonte: https://mixpanel.com/trends/#report/ios_15/from_date:-93,report_unit:day,to_date:0

2. Si potranno testare screenshots, video di App Preview, e icone, fino a 3 varianti

Con questa nuova funzionalità si potranno creare A/B/C test di screenshots, video app preview e anche icone. Per le icone, si dovrà fare un nuovo rilascio, questo perché Apple vuole assicurare che se l’utente scarica la nostra app, con una versione dell’icona “diversa” da quella originale, la stessa apparirà anche sul telefono. 

Nel caso si applichi un “vincitore” del test, sempre per quanto riguarda l’icona, bisognerà implementare la nuova icona nella nuova versione di rilascio, per fare in modo che tutti gli utenti abbiano la stessa icona. 

3. Configurazione di un test tramite Product Pages Optimization

La configurazione del test tramite questa nuova funzionalità è molto simile a quella del Google Play Console. Una volta iniziato un test, non si potrà cambiare e il test andrà avanti per un massimo di 90 giorni. Detto ciò, Apple ci darà una stima di quanto tempo ci vorrà per finalizzare il nostro test, in base alle metriche selezionate. 

App Store Connect Product Page Test comparing different Color Scheme treatments for The Coast app.
Fonte: https://developer.apple.com/app-store/product-page-optimization/

Ogni testo potrà includere fino a 3 opzioni da testare. Potremo selezionare la percentuale della “popolazione” che vogliamo andare a raggiungere in incrementi del 3%. 

4. Ci sarà la possibilità di includere solo le versioni localizzate che vogliamo

Per ogni test che andremo a fare, possiamo includere anche solo delle versioni specifiche delle localizzazioni della nostra app, a seconda di quello che vogliamo testare e della regione. 

Se si esclude una certa area o regione dal nostro test, allora gli utenti in quella nazione vedranno esclusivamente la versione originale della nostra Pagina Store. 

5. Monitoraggio dei risultati

Anche per questa nuova funzionalità, Apple ci darà la possibilità di controllare i risultati nella sezione “Analytics” del nostro App Store Connect. Nello specifico si potranno vedere:

  • L’aumento del CVR (tasso di conversione) dal valore iniziale. Ci sarà la possibilità di controllare diversi valori di base da cui partire, e la scelta sarà nostra. 
  • Appena ci sono abbastanza risultati, inizieremo a vedere anche informazioni specifiche sul tasso di conversione dei test. 
  • L’andamento dei test sarà visibile in modo temporale, così da capire al meglio i risultati ottenuti e come si sviluppa il test nel tempo

Novità importanti per App Store Optimization e Acquisizione Utenti

Queste due novità sono un passo importante per il mercato iOS. Da sempre quello più lucrativo, da un punto di vista di utenza, negli ultimi mesi, alcuni marketer hanno deciso volutamente di lasciarlo indietro a causa delle difficoltà di setup per via dello SKAdNetwork. Con le Custom Product Pages e Product Pages Optimization, Apple si porta nuovamente alla ribalta davanti al competitor Android. 

Le “armi” che abbiamo ora a disposizione per creare una conversione migliore sullo Store iOS sono aumentate, e non sfruttarle sarebbe un suicidio da un punto di vista marketing, ma anche di crescita in generale. Per raggiungere i risultati migliori e mantenersi sempre informati, il lavoro da fare è tanto, ma ci si può affidare anche a esperti di mobile marketing esterni per avere un supporto e ricevere informazioni su come ottimizzare la propria pagina sugli Store di Apple. 

Cos’è il Cross-Channel Marketing?

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Cross-Channel Marketing in che senso?

I canali e i device da cui gli utenti si collegano sono ormai molti. Questa varietà d’intrattenimento è comprovata dallo studio di We Are Social sul tempo speso su diversi media nel 2020: rimane in vetta la tv con 3 ore e 24 minuti spesi al giorno, seguono i social media con 2 ore e 25 minuti, poco sotto le notizie, sia in formato cartaceo che digitale, la musica nei servizi di streaming, i videogiochi su console, la radio e, infine, i podcast. 

Ognuno di questi canali ha delle caratteristiche particolari e uniche. Quindi sarebbe errato pensare che il Mobile Marketing possa essere convogliato solo in campagne pubblicitarie su app per smartphone. 

Proprio per questo è importante usare una giusta strategia Cross-Channel Marketing. Cos’è? Qui di seguito cerchiamo di spiegarlo in maniera molto semplice.

Cos’è il Cross-Channel Marketing?

Il Cross-Channel Marketing è una campagna di marketing integrata, con l’obiettivo di raggiungere gli utenti attraverso diversi device (tablet, smartphone, desktop ecc.) e all’interno di diversi canali (email, push-notification, in-app message ecc.).

Come funziona?

Le campagne cross-channel funzionano raccogliendo i dati da più piattaforme e sfruttandoli per produrre una campagna che parli a diversi tipi di clienti, su vari livelli. Questi dati possono essere utilizzati per far interagire i diversi canali e dispositivi tra loro, e quindi possono permettere di migliorare il target delle campagne e della propria app.

Attenzione a pensare che il Cross-Channel Marketing sia uguale al Multi-Channel Marketing, sono due strategie distinte, entrambe utili ma in modi diversi:

  • Multi-Channel Marketing: significa comunicare con gli utenti attraverso diversi canali. In questo caso i canali non sono collegati tra loro e sono, quindi indipendenti uno dall’altro.
  • Cross-Channel Marketing: è simile al Multi-Channel Marketing dato che vengono utilizzati canali diversi tra loro. Si differenzia da esso perché i vari canali di comunicazione sono interdipendenti e connessi.

Esempi di Cross-Channel Marketing

La differenza tra il Multi-Channel e il Cross-Channel Marketing sembra insignificante ma in realtà è sostanziale. Il modo migliore e più semplice per spiegarla è attraverso alcuni esempi di diverse strategie di Cross-Channel Marketing:

  • Campagna di Cross-Channel Messaging: quando un’utente attiva un determinato evento in app, potrebbe essere inserito in una campagna email e ricevere un ping via e-mail o notifica push, a seconda delle impostazioni della campagna. Ad esempio, se l’utente inizia a guardare una serie TV in un’app, il team di marketing potrebbe inviargli un ping quando viene rilasciato un nuovo episodio tramite notifica push, se ha i permessi per farlo, o tramite e-mail.
  • Migliorare le analytics per sviluppare una visione olistica del pubblico. Il Cross-Channel Analytics permette di raccogliere dati da diversi canali per poi consolidarli in un unico insieme di dati. Questo potrebbe essere utile per pianificare future campagne basate sulle prestazioni passate. Se una precedente campagna ha avuto scarso rendimento su tutti i canali di vendita, si cerca di capire il perché. Se, invece, ha avuto scarso rendimento solo su un singolo canale, si può rielaborare la strategia su quel canale in particolare.
  • Messaggistica personalizzata con dati da altri canali. Prendiamo, ad esempio, un’app di vendita al dettaglio, potrebbe essere utile dare consigli sui prodotti rispetto al tipo di articoli acquistati recentemente dai clienti. Un approccio Cross-Channel prende in considerazione tutti gli acquisti recenti, compresi quelli effettuati nei negozi fisici.

Perché il Cross-Channel Marketing è così importante?

I brand che adottano un approccio Cross-Channel potranno offrire ai loro clienti un’esperienza personalizzata. Le strategie di Cross-Channel Marketing prendono le informazioni apprese da ogni singola interazione che un utente ha con un brand, e assicurano che queste informazioni siano portate avanti nelle interazioni future su altre piattaforme. 

Questo, naturalmente, fornisce chiari benefici sia al marchio che all’utente. 

  • Per l’utente, questo approccio equivale a un’esperienza online più intuitiva. L’utente comprende che il brand gli suggerisce prodotti e idee che lo interessano, il brand, poi, usa i dati sul comportamento passato dell’utente per interagire con lui nel modo migliore. 
  • Per il brand, non solo questo approccio migliora la conversion rate, ma significa anche risparmiare su ogni conversione. Usando ciò che l’utente preferisce, infatti, il brand può comunicare in maniera più specifica e mirata il proprio core business.

Il Cross-Channel Marketing permette, quindi, di aumentare la ROAS, grazie a un sistema integrato di dati, convogliato in un’unica strategia. Va ammesso che il Cross-Channel Marketing è una strategia più complessa da implementare rispetto al Multi-Channel Marketing, a lungo termine, però, permette di avere risultati che vanno ben oltre le aspettative.

Cos’è il CPO (Cost-per-Order)?

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CPO (Cost-per-Order)

Nel Mobile Marketing è fondamentale tenere in conto l’impatto che le ADS hanno sul business e sulla crescita aziendale. Per farlo esistono varie metriche, molte delle quali sono specifiche per un tipo di app. Tutte fanno parte della categoria di KPI chiamata Cost-per-Acquisition (CPA), che tiene conto del costo delle conversioni maturate durante una campagna di advertising.

Per quanto riguarda le app di e-commerce la CPA da tenere in considerazione è il CPO, acronimo di Cost-per-Order. Qui di seguito spieghiamo in maniera semplice cos’è e come va utilizzato.

Cos’è il CPO (Cost-per-Order)?

Il CPO è un KPI che permette di comprendere quanto è costato ogni singolo acquisto di un utente raggiunto da una campagna pubblicitaria. Si calcola dividendo il costo dell’ADS con il numero di ordini arrivati da quest’ultima. 

Perché il CPO è importante?

A differenza di altri dati che prendiamo in considerazione durante una campagna ADV, come la CPI (Cost-per-install) o la CTR (Click Through Rate), il CPO ha un’importanza maggiore in campagne con l’obiettivo di convertire. Questo perché il CPO fa comprendere al marketer se vale la pena continuare a investire in un dato canale, dato che, se il Cost-per-Order è troppo alto, il ritorno dell’investimento (ROAS) rimarrebbe al di sotto di quanto stabilito in pre-campagna.

Questo dato è particolarmente adatto per le app di e-commerce, perché permette di visualizzare quanto la campagna pubblicitaria incida sulle vendite del prodotto. Ovviamente il CPO va commisurato al prezzo dei prodotti venduti in-app: se ad esempio un app di retail ha prezzi di media molto bassi, è normale che il CPO sia molto minore rispetto allo stesso dato di un’app che vende prodotti di lusso.

In conclusione, il CPO, o Cost-per-Order, è un dato operativo che, unito agli altri, dà un sommario su quanto investire in un dato canale di acquisizione e permette di prevedere e sistemare le performance future campagne di conversione e non solo.  

App Review: Buddyfit – La tua palestra in tasca

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Buddyfit

Durante il primo e il secondo trimestre del 2020 le app di fitness hanno visto un’impennata di download. In Europa, rispetto all’anno precedente la crescita è stata del 25%, con un aumento degli utenti attivi giornalmente dell’11%. Il motivo è certamente il periodo di quarantena, che però ha dato agli italiani modo di comprendere che allenarsi da casa non era impossibile.

Una delle app più importanti dell’home fitness in Europa è Buddyfit. Start up nata a Genova nel 2019 dalla mente di Giovanni Ciferri, Stefano Cortese e Stefano Manzoni, nel marzo 2020 avrà un boom anche grazie alla scelta d’ingaggiare come ambassador del marchio Zlatan Ibrahimovic e Diletta Leotta.

L’app di Buddyfit, scaricabile da Apple App Store e Google Play Store, contiene più di 600 classi in cui allenarsi.

Come funziona Buddyfit?

Dopo aver scaricato l’app, viene chiesto all’utente di registrarsi attraverso Account Google, ID Apple o con una mail. Successivamente l’utente dovrà inserire un nome, il sesso e la data di nascita.

L’app, a differenza di altre che si occupano di home fitness, non ha un piano gratuito però è possibile avere 14 giorni di prova gratuita per testarla (solo se si attiva l’abbonamento di 6 o 12 mesi). Ecco i piani di abbonamento offerti:

  • 12 mesi a 59,99 euro, con 14 giorni di prova gratuita;
  • 6 mesi a 39,99 euro, con 14 giorni di prova gratuita;
  • 1 mese a 9,99 euro, senza prova gratuita.

Dopo aver attivato l’abbonamento è possibile scegliere una classe, rispetto al livello di difficoltà e il tipo di allenamento. I livelli sono tre: Base, Intermedio e Avanzato. I tipi di allenamento sono molti: si spazia dal Total Body Cardio, allo Yoga, al Pilates fino alla Mobilità.

Features

In tutti i piani di abbonamento sono incluse tutte le classi disponibili, la possibilità d’interagire in diretta con il trainer e la modalità Replay, che permette all’utente di rivedere la lezione fino a 24 ore dopo la fine della stessa.

Buddyfit apple store

L’app si presenta in 5 schermate, la prima è Esplora in cui si possono selezionare le lezioni da seguire. Nella stessa schermata, dopo essersi iscritti alla classe verrà visualizzata una nuova sezione, in cui viene ricordato l’orario e il giorno della prossima lezione di workout.

Nella terza schermata, chiamata Live, è possibile visualizzare le lezioni in corso o quelle che saranno in diretta nelle prossime ore. Cliccando invece sulla schermata Replay è possibile selezionare le lezioni concluse entro 24 ore, divise per categoria.

L’ultima schermata, che è il Profilo utente, è un sommario delle attività svolte e da svolgere. Viene visualizzato, prima di tutto, il livello utente, ogni livello si sblocca completando 4 giorni di allenamento. Altra sezione interessante è “Le mie attività”, in cui viene visualizzato un calendario degli allenamenti prenotati. Infine è possibile inserire il proprio peso, per avere un monitoraggio giornaliero sui progressi dell’utente.

Buddyfit è un app che fa delle sue live uniche e diverse tra loro il suo core business. Le lezioni, poi, si possono seguire in diversi dispositivi: da smartphone, Smart TV e Tablet (sia Android che Apple).

Giudizio finale

L’app di Buddyfit è una vera e propria Netflix dell’home fitness: adatta a tutte le tipologie di pubblico, da chi si allena ogni giorno a chi vuole iniziare a tenersi in forma, ha un’offerta variegata e, soprattutto, personalizzabile. Infine, la scelta di puntare tutto sulle lezioni in diretta dona alle sessioni di allenamento un’idea di esclusività e interazione con il trainer che altre app simili non riescono ad avere.

L’app è recensita dagli utenti su Apple App Store con 4,5/5, lo stesso voto viene dato dagli utenti Android. Noi di Mobile Marketing Italia siamo certi che Buddyfit sia una delle poche app di home fitness che ti fa sentire, per davvero, in palestra, con, in più, la comodità di un servizio on-demand sempre disponibile. L’unica pecca è la mancanza della possibilità di collegare gli strumenti e le app di monitoraggio per il fitness all’app, per avere un resoconto dettagliato dei propri progressi.


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Cosa sono gli In-App Purchase?

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In-App Purchase

La fase più importante che ogni app marketer deve tenere in considerazione nell’ottimizzazione di un’app è l’ultima: la monetizzazione. Questa fase permette all’app di finanziarsi e/o al publisher di convertire gli utenti in clienti. Il metodo più utilizzato per la conversione degli utenti è utilizzare gli In-App Purchase, anche detti Acquisti In-App. Che cosa sono? Proviamo a spiegarlo in termini semplici qui sotto.

Cosa sono gli In-App Purchase?

Gli In-App Purchase sono tutti gli acquisti dell’utente, di oggetti o upgrade, durante l’esecuzione dell’app. Possono essere di vari tipi: talvolta si riferiscono ad un acquisto di uno specifico oggetto (una tantum), oppure possono rappresentare degli upgrade per la versione premium dell’app.

Come funzionano?

Chiaramente se si pensa agli In-App Purchase li si collega alle cosiddette app Freemium (cioè quelle app che sono gratuite ma permettono di acquistare alcuni oggetti per avere un boost in più). Eppure gli Acquisti In-App sono molto più variegati di così, hanno diverse forme e diversi obiettivi.

Gli Acquisti In-App possono essere di varie tipologie.

  • Consumabili: possono rappresentare vite in più, o gemme ad esempio, che fanno andare avanti l’utente nel gioco; oppure un boost di un prodotto che l’utente sta vendendo in un’app di compravendita. I consumabili In-App sono pensati per avere vita corta, al fine di essere riacquistati successivamente. Sono alla base delle app e dei giochi Freemium.
  • Non consumabili: quando gli acquisti sono di un oggetto specifico che però non scadrà mai. Alcuni esempi: filtri premium nelle app per modificare le foto o vestiario unico nei giochi.
  • Abbonamenti con rinnovo automatico: sono gli Acquisti In-App più comuni nelle app non gaming. Consistono nell’acquisto di una versione premium dell’app, che dà accesso a funzionalità in più, e si rinnovano automaticamente a ogni scadenza, almeno fino a quando l’utente non decida di annullare l’abbonamento. Gli esempi possono essere molti: accesso a una libreria di contenuti esclusivi (come video, audio o articoli) oppure servizi in più (ad esempio maggiore capienza del cloud).

  • Abbonamenti non rinnovabili: funzionano come gli Abbonamenti con rinnovo automatico, ma danno l’accesso a funzioni premium per un lasso di tempo finito. Questi tipi di abbonamento non si rinnovano automaticamente, quindi l’utente dovrà rinnovare in maniera manuale il suo abbonamento per mantenere l’accesso alle funzioni. Sono molto utilizzati nei giochi mobile, come i season pass.

Perché gli In-App Purchase sono importanti?

Gli utenti nel 2020 hanno speso, tra In-App Purchase, abbonamenti e app a pagamento, 111 miliardi di dollari. Del totale ben 85 miliardi di dollari sono stati spesi in Acquisti In-App, cioè il 76% del totale degli introiti delle app nel 2020. Solo questi dati rendono chiaro come gli Acquisti In-App siano la principale fonte di guadagno per i brand nel mobile marketing

Ovviamente è sempre necessario stare attenti a calibrare bene gli In-App Purchase con le features gratuite, per evitare che l’utente non riesca a comprendere le potenzialità dell’app prima che decida di acquistare un abbonamento o un consumabile. Gli Acquisti In-App inoltre devono permettere all’utente di avere un’esperienza migliorata dell’app: solo raggiungendo questi obiettivi l’utente rimarrà fidelizzato al brand o all’app e continuerà ad acquistare.



Programmatic Advertising: la guida completa aggiornata al 2021

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Prima del Programmatic Advertising, la compravendita di spazi pubblicitari nel digitale era il risultato di lunghissime transazioni e negoziazioni tra gli uffici commerciali di agenzie e aziende. Oggi, grazie alla tecnologia del Programmatic Advertising, questa compravendita è molto più efficiente, visto che la componente “umana” della transazione è stata messa da parte.

Lo scopo di questo articolo è quello di spiegare il concetto di Programmatic Advertising (partendo dalle basi), descrivendo i relativi strumenti formati utilizzati. Successivamente verrà spiegato come acquistare inserzioni attraverso il Programmatic Advertising e verrà illustrato come funziona l’intero processo. Infine, verranno analizzati i potenziali vantaggi e le difficoltà di tale tecnologia, con un focus al futuro di questo meccanismo.

#1 – Programmatic Advertising: che cos’è?

Il Programmatic Advertising, o Pubblicità Programmatica, si riferisce all’acquisto di spazi pubblicitari tramite l’utilizzo di tecnologie automatizzate (basate su specifici algoritmi).

Utilizzando specifiche strategie di targeting dell’audience, quali le keyword, la geolocalizzazione e i cookies dei siti web, gli inserzionisti pagheranno solamente per gli annunci che verranno mostrati al pubblico di riferimento, agganciando gli utenti in target durante la loro customer journey.

Quindi, in parole povere, a cosa serve il Programmatic Advertising?
L’obiettivo principale è quello di servire la giusta inserzione, al giusto utente (in target), al momento giusto.

Terminologia di base

Prima di addentrarci nell’analisi approfondita di questa tecnologia, facciamo un po’ di chiarezza. È importante capire fin da subito la terminologia alla base del Programmatic Advertising:

  • DSP o Demand Side Platform – la piattaforma che permette ad agenzie e inserzionisti di comprare pubblicità (rappresenta il lato della domanda d’acquisto e consente ad aziende e marketer di fare l’offerta per l’acquisto degli spazi pubblicitari).

  • SSP o Supply Side Platform – non è altro che l’equivalente di una DSP dal lato publishers e permette alle pubblicità di essere piazzate sui vari publishers connessi tramite SDK.

  • DMP o Data Management Platform – la piattaforma che normalizza, analizza e gestisce i dati degli utenti, proprietari o di terze parti, che occorrono agli investitori per ottimizzare gli investimenti (in breve, è uno strumento utilizzato per consolidare i dati che un’azienda possiede e acquisisce tramite i diversi canali pubblicitari).

  • Ad Exchange – un marketplace digitale dove inserzionisti e publishers comprano e vendono spazi pubblicitari, molto spesso in tempo reale; questa piattaforma digitale agisce da “connettore” per le piattaforme sopra nominate (DSP e SSP), permettendo la compravendita degli spazi pubblicitari.

Inoltre, le tipologie di transazioni si suddividono in: 

TRANSAZIONI CON ASTA

  • Open Marketplace o Open Auction – rappresenta l’asta in cui diversi acquirenti e venditori competono per la compravendita di spazi pubblicitari (qualsiasi investitore può accedere all’asta per l’assegnazione di uno spazio pubblicitario).

  • PMP o Private Marketplace – uno speciale marketplace dove i publishers vendono la loro inventory a determinati acquirenti selezionati o preferiti (di solito questa modalità è utilizzata quando un publisher specifico performa particolarmente bene in una campagna e di conseguenza si cerca un accordo “preferito” o privato).

TRANSAZIONI SENZA ASTA

  • Programmatic Guaranteed/Direct – solitamente alcune aziende o marchi premium prediligono questa tipologia di compravendita (non sono alla portata di tutti ma solo dei pochi che si possono permettere budget pubblicitari di una certa portata).

  • Preferred Deals – un determinato investitore può accedere ad un prezzo concordato per un determinato spazio pubblicitario.

#2 – Programmatic Advertising: formati degli annunci

Programmatic Advertising

Esiste un’ampia gamma di formati per il Programmatic Advertising e tra le principali troviamo:

  • Display Ads – la forma più tradizionale di pubblicità programmatica, che include banner, search e inserzioni classificate. In base ai dati dell’utente, i Display Ads possono essere ottimizzati dinamicamente con contenuti aggiornati o addirittura personalizzati.

  • Video Ads – tra le varie opzioni ci sono le inserzioni in-stream, che vengono riprodotte prima, durante o al termine dei contenuti video all’interno dell’app (al contrario delle inserzioni Outstream, che si riproducono automaticamente ogni volta che un utente naviga un contenuto testuale, come un articolo, anche se l’autore non ha dei propri contenuti video da offrire).

  • Native and Social Ads – inserite direttamente nel feed, sono le inserzioni che si fondono perfettamente nel contenuto o nel contesto e, molto spesso, non sono distinguibili da un post.

#3 – Come acquistare inserzioni con il Programmatic Advertising

Primo punto da chiarire: la pubblicità in programmatico si contrappone al metodo tradizionale di compravendita con gara d’appalto (RFP o request of proposal), ovvero una negoziazione tra persone e inserzioni manuali.

Perché la pubblicità in programmatico sta prendendo sempre più piede? In passato, la gestione delle trattative ha creato un sacco di sprechi ed errori nella catena del valore pubblicitario. Quindi si è resa necessaria una tecnologia di tale portata.

Ma come si acquistano le inserzioni in modo concreto? La pubblicità programmatica lavora su un modello di Cost Per Impression, più comunemente indicato come CPM (Cost Per Mille), che è il prezzo per 1000 impressioni pubblicitarie.

Programmatic Advertising

  • Un utente clicca su un sito web o su un’app mobile
  • Viene inviata una richiesta ad un Ad Exchange con informazioni sul sito web/app, insieme ai dati dei visitatori
  • Il proprietario del sito web/app mette l’Ad impression all’asta sulla piattaforma SSP
  • Le informazioni sui visitatori vengono confrontate con gli inserzionisti disponibili
  • Gli inserzionisti sulla piattaforma DSP fanno offerte per l’Ad impression
  • Il miglior offerente vince l’Ad impression
  • L’annuncio è servito sul sito web/app per l’utente
  • Idealmente, l’utente fa clic sull’annuncio e converte. Se non succede, esistono tattiche di retargeting per spingerli verso la conversione in un secondo momento.

Open Marketplace (OMP) – Transazioni con asta

Prendiamo come esempio, le transazioni con asta nell’Open Market Place.
Durante questo processo, l’inventario degli annunci è scambiato nell’Open Market Place su piattaforme digitali che operano con metodologie simili al mercato azionario: più acquirenti competono per le Ad impression in un’asta in tempo reale, senza che nessun acquirente abbia la priorità. Il vincitore è deciso in base a chi offre di più.

Questo processo è soprannominato RTB o Real-Time Bidding e si svolge dietro le quinte in una frazione di secondo, grazie a dei sofisticati algoritmi. Sebbene il meccanismo avvenga in pochi secondi, il vincitore viene sancito in modo “semplice”. Come? Ipotizziamo in maniera semplicistica che ci siano tre offerte per un determinato annuncio. 

Come funziona?Come funziona?Anche se la maggior parte degli acquisti in programmatico passa attraverso RTB, ci sono altri tipi di contrattazione.

Private Marketplace (PMP) – Transazioni con asta

I Private Marketplace offrono la possibilità di aggirare gli scambi pubblicitari aperti, con condizioni di accordo pre-negoziate. Collegandosi direttamente all’inventario degli annunci di un editore, gli acquirenti possono fare offerte di collocamento in base a variabili di targeting come:

  • dati del pubblico
  • tipo di contenuto
  • numero degli attributi delle impression, specificando quando e dove l’annuncio è visto

Programmatic guaranteed/direct – Transazioni senza asta

Queste tipologie di transazioni sono vicine al tradizionale processo di acquisto dei media. Si creano delle relazioni dirette tra inserzionisti ed editori: rappresenta una metodologia per acquistare un determinato numero (garantito) di impression su specifici siti web o applicazioni mobile, e tendono ad essere strutturate con un accordo a prezzo fisso piuttosto che un’asta. Questa tipologia di pubblicità programmatica è più comune per i formati di visualizzazione “premium”, come le acquisizioni a pagina intera.

#4 Vantaggi e difficoltà del Programmatic Advertising

La spesa pubblicitaria globale per il Programmatic Advertising ha raggiunto i 129 miliardi di dollari nel 2020. Inoltre, le stime prevedono che la spesa potrebbe superare i 150 miliardi di dollari entro il 2021. Numeri da capogiro.

Questa crescita sostenuta rispecchia i tre principali vantaggi immediati che la pubblicità in programmatico offre:

  • i brand comunicano con diverse tipologie di utenti e devono interagire in svariati modi, utilizzando varie tipologie di annunci; il Programmatic Advertising permette di creare una segmentazione sofisticata e di nicchia del proprio pubblico, utilizzando dati demografici come età, genere, città, comportamenti di acquisto tramite social media, ecc.;

  • in secondo luogo, consente ai brand di personalizzare e inviare messaggi differenziati, pertinenti e adatti alle diverse tipologie di segmenti in target (contemporaneamente);

  • infine, i brand pagano solamente per gli annunci consegnati agli utenti in target al momento giusto; tutto ciò si traduce in una spesa pubblicitaria più efficiente, con conseguente capacità di misurare l’efficacia di un annuncio in tempo reale.

Il programmatic advertising offre un livello di performance e libertà che prima non erano possibili. Uno dei vantaggi principali del programmatic marketing, inoltre, sono i dati degli utenti a disposizione. I marketing manager esperti possono utilizzare questi dati per diminuire il CPM o migliorare il CTR a seconda delle performance. In più, nel mobile è possibile decidere che tipologia di OS (sistema operativo) voler raggiungere, quale formato pubblicitario, da banner a interstitial, da video a playable ads. Il programmatic advertising, specialmente nel mobile, permette alle aziende e ai marketer di capire gli utenti tramite schemi comportamentali, facilitati da: 

  • dati geo-localizzati
  • dati sulle abitudini comportamentali degli utenti (che negozi visitano? dove viaggiano?)
  • tracciamento di quali applicazioni mobile sono usate
  • tracciamento di quali social media sono più usati
  • utilizzo di identificatori mobile che permettono campagne di retargeting e re-engagement

La flessibilità che offre il programmatic advertising per quanto riguarda i formati creativi è proporzionata alla creatività dell’azienda nel formulare il messaggio pubblicitario. La scelta è ampia e permette ai marketers di utilizzare vari formati per raggiungere gli utenti nel migliore dei modi.

Sebbene il programmatic advertising stia crescendo rapidamente, il numero di marketer che lo utilizza è ancora limitato. Nonstante offra un’ampia scelta di targeting, è molto complicato arrivare ai costi di acquisizione (CPA) target fin dall’inizio. La pressione fatta sui marketer, o sulle agenzie, per avere risultati immediati crea difficoltà in termini di adozione di questo canale, almeno nel mobile marketing. Per il momento, il programmatic advertising è usato principalmente per fare campagne branding, piuttosto che campagne a performance. Il problema è nelle tempistiche con cui ci si aspettiamo i risultati. Molti marketer inesperti tendono a paragonare il programmatic advertising con l’affiliate marketing. Purtroppo il paragone non sussiste poiché la modalità di acquisto non solo è diversa (come visto precedentemente) ma si tratta anche di spazi pubblicitari di qualità ben diversa. L’affiliate marketing garantisce un prezzo sicuro e perlopiù basso, che permette ai marketers di mantenere il CPA sotto controllo e raggiungere i target di LTV impostati dal management.

Cosa sono gli In-App Message?

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In-App Message

Nel Mobile Marketing è fondamentale tenere attiva l’attenzione dell’utente. Una strategia per migliorare la propria app in questo senso è usare gli In-App Message in maniera calibrata e funzionale. Cosa sono? Qui di seguito cerchiamo di spiegarlo in maniera molto semplice.

Cosa sono gli In-App Message?

Sono tutti i pop-up che compaiono all’interno dell’app mentre l’utente la sta usando. Possono essere pop-up a tutto schermo o piccoli riquadri in cui sono inseriti i messaggi che il publisher vuole porre all’attenzione dell’utente.

Come funzionano?

Se le notifiche ricordano all’utente di aprire nuovamente l’app, gli In-App Message hanno l’obiettivo di mantenere l’utente all’interno dell’app durante la navigazione e sono quindi parte delle strategie di CRMGli obiettivi, quindi, possono essere diversi a seconda dei casi e del livello di retention già ottenuta dall’utente.

In particolare possono essere finalizzati a 3 obiettivi:

  • Dare il benvenuto e informare: dove troviamo In-App Message volti a dare il benvenuto all’utente e aiutarlo a muovere i primi passi all’interno dell’app, con l’obiettivo ultimo di far conoscere l’applicazione (non si punta alla conversione durante questo step) e di richiedere il consenso a ricevere notifiche push e al tracking dellATT, per esempio.

  • Intrattenimento: ovvero tutti quegli In-App Message che hanno l’obiettivo di invogliare l’utente a compiere un’azione (invitare un amico in cambio di codici sconto o una richiesta di feedback, ad esempio). In questa fase l’obiettivo è la massimizzazione degli eventi in-app, non ancora la monetizzazione.

  • Monetizzazione: ossia gli In-App Message che sono volti a massimizzare e spingere le vendite (sconti, offerte, Up-selling, Cross-selling, ecc.).

Perché gli In-App Message sono così importanti?

Oltre al tasso di retention, gli In-App Message possono migliorare anche l’user experience in vari modi. Ad esempio rendendo interattivo e fluido il processo di registrazione e il tutorial, oppure chiedendo il consenso per ricevere delle notifiche push.

Tutto ciò renderà poi più semplice il lavoro per gli app developer, targettizzando sempre di più gli utenti sia dentro che al di fuori dell’app. Un utente in target è molto più vicino al passo decisivo, la conversione.

Gli app developer possono usarli per richiedere recensioni positive nell’App Store. Si può, ad esempio, chiedere all’utente se si è apprezzata l’app, dando due opzioni “Sì” o “No”.

  • Se l’utente risponde “Sì” gli si chiede di lasciare una recensione nell’App Store;
  • Se risponde “No” si rimanda a una landing page in cui lasciare un feedback.

Riassumendo, gli In-App Message permettono agli app developer di vedere il proprio ROAS crescere, grazie a un miglioramento dell’user experience e la conseguente soddisfazione lato utente. Tutto questo porterà a far crescere anche la Conversion Rate.