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[INFOGRAFICA] iOS 14: 6 Cose da sapere assolutamente

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Come molti già sapranno, a partire dal 2021, Apple introdurrà nuove restrizioni da un punto di vista della Privacy per tutte le applicazioni mobile disponibili sull’App Store. 

Da un punto di vista degli utenti, queste nuove restrizioni sono molto importanti e, sicuramente, benvenute. Infatti, con questo update gli utenti potranno decidere se essere tracciati o meno, condividendo il proprio IDFA.

Dal lato marketing però, molti sviluppatori e inserzionisti hanno storto il naso, poiché senza IDFA le capacità di tracciare gli utenti in-app e capire come si comportano, nonché personalizzare l’esperienza utente diventa praticamente impossibile. Il tutto, naturalmente avrà anche un effetto negativo sulla monetizzazione. 

Un mondo senza IDFA spaventa gli inserzionisti però. Infatti, l’impatto previsto è immenso. Basti considerare che pre-iOS 14, il numero di utenti che disabilitavano il tracciamento degli IDFA, tramite la funzione LAT (limit ad tracking) era solo il 30%. Invece, alcuni test fatti nelle settimane passate hanno dimostrato come la percentuale di utenti che non vuole essere tracciata potrebbe salire fino all’80%. 

Il problema principale per tutti gli inserzionisti ricade sicuramente nella parte di tracciamento di campagne, poiché dall’introduzione di queste restrizioni, si dovrà utilizzare il cosiddetto SKAdNetwork per analizzare le performance delle proprie campagne di acquisizione. Lo SKAdNetwork, tool sviluppato da Apple, però non fornisce tutte le funzionalità degli MMP, che ad oggi stanno cercando in tutti modi di allinearsi con le novità per rimanere rilevanti in un mondo analitico che cambia.

L’impatto di questi cambiamenti comunque non si limita agli inserzionisti e MMP. Infatti, come abbiamo già visto, tutte le piattaforme di acquisizione più note, come Facebook, soffriranno la mancanza di IDFA per creare “custom audience” e fornire capacità di targeting avanzate. 

Ma come ci possiamo preparare ai cambiamenti di iOS 14? 

In questa infografica, abbiamo raccolto le ultime informazioni a riguardo di iOS 14 e di cosa gli inserzionisti e sviluppatori mobile devono tenere in considerazione nella fase di preparazione.

Il 2021 è dietro l’angolo. Ignorare quello che sta succedendo potrebbe essere un errore tragico che potrebbe avere ripercussioni immense sul proprio business. 

iOS 14

Cos’è un A/B testing?

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A/B testing

Per migliorare le performance sia di prodotto ma anche di campagne di acquisizione è fondamentale fare dei test e valutarne i risultati, prima di implementare i cambiamenti su larga scala. Nel marketing a performance, e soprattutto nel mobile marketing, testare nuove idee e ipotesi con A/B testing continui è alla base di una crescita nel lungo termine efficiente. 

Qui di seguito vediamo cos’è l’A/B testing e perché è importante. 

Cos’è un A/B testing? 

Per A/B testing si intende una tipologia di test in cui gli utenti sono divisi in gruppi (varianti) e a ognuno di questi gruppi si presenta un’esperienza diversa (sia a livello di inserzione o esperienza in-app). 

Affinché il test sia significativo, bisogna però mantenere un gruppo di utenti costante, cioè presentare loro l’esperienza standard. Per questo motivo, gli utenti, solitamente sono divisi in 2 gruppi (A/B):

Gruppo A: utenti a cui è presentata l’esperienza standard, detto anche gruppo di controllo. 

Gruppo B: utenti a cui è presentata l’esperienza alternativa, detto anche gruppo variante. 

Il periodo del test è deciso a priori e una volta concluso, si paragonano i risultati (metriche, KPIs e obiettivi) per stabilire il cosiddetto vincitore. 

Perché è importante fare A/B test? 

L’A/B testing nel mobile marketing può testare o il cambiamento di una singola variabile o di multiple. Nel caso si decida di fare un test in cui diverse variabili dell’esperienza utente o inserzioni sono cambiate, bisogna stare molto attenti, poiché sarà complicato identificare il fattore determinante di un vincitore o perdente. 

Introdurre dei processi di A/B testing per valutare il cambiamento di esperienze utente in-app o di messaggio pubblicitario è senza dubbi efficace, poiché ci permette di sperimentare senza dover fare un rilascio completo della nostra idea all’audience completa. 

Cosa dobbiamo considerare per effettuare A/B testing in modo corretto? 

Al fine di condurre attività di A/B testing in modo corretto e che ci diano spunti che possiamo implementare, dobbiamo tener conto di alcuni punti fondamentali: 

  • Testare tutto, ma proprio tutto, dal messaggio di una campagna al colore di una CTA, o a come si presenta un messaggio in-app.
  • Usare molteplici variabili, in questo modo potremo testare tutti i possibili scenari, al fine di avere un quadro completo.
  • Utilizzare la segmentazione e il targeting in modo appropriato, così da definire al meglio il modo in cui i diversi gruppi di utenti reagiscono.
  • Tracciare tutte le metriche importanti tramite un sistema di analytics che sia robusto ed efficiente.

 

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L’impatto di iOS 14 sull’App Store Optimization: 3 novità da non perdere

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Dalla scorsa settimana milioni di utenti Apple hanno potuto scaricare il nuovo update del sistema operativo più atteso e odiato nel mondo del mobile marketing. Dopo tantissimi articoli scritti (non solo da noi di Mobile Marketing Italia) e ancora più supposizioni fatte sull’impatto di questa novità per l’ecosistema mobile, da pochi giorni si possono vedere già i primi risultati del nuovo iOS 14. Primo su tutti è l’impatto sulle strategie di App Store Optimization

Qui di seguito le novità più interessanti che iOS 14 ha portato all’App Store. 

1. Le Raccolte di App appaiono direttamente nei risultati dell’App Store

Sebbene possa sembrare un cambio minimo, a partire da iOS 14, il risultato di ricerca di un’app o gioco, ma anche di una keyword specifica, darà una pagina di risultati alquanto diversa da quella a cui siamo abituati. Infatti, gli utenti potranno vedere oltre ai soliti risultati, le inserzioni di Apple Search Ads, e l’occasionale Storia Editoriale di Apple, anche le Raccolte di App suggerite da Apple in base a quella particolare keyword.

Come si può vedere dallo screenshot, i risultati di ricerca non appaiono più nella prima schermata, infatti, l’utente medio potrà saltare del tutto la parte di risultati e guardare la Raccolta di App suggerita da Apple. Un altro punto interessante da notare è che il bottone “Ottieni” è visibile direttamente nella sezione Raccolta, dando la possibilità agli utenti di scaricare direttamente l’app d’interesse. 

Cosa significa questo per l’App Store Optimization? 

Ora più che mai, un’ottimizzazione del proprio App Store diventa fondamentale per apparire nei primi 2 risultati. Infatti, se prima di questo cambiamento essere fuori dalla Top 5 risultava in una diminuzione drastica del CTR e CVR del traffico organico, ora significa non essere scoperti del tutto, poiché gli utenti potranno scoprire nuove app nella sezione Raccolta, senza dover scrollare tra centinaia di risultati.

Ad oggi, non si sa ancora quali sono i criteri per essere inclusi nella sezione Raccolta. Sicuramente è un modo molto chiaro di spingere i risultati organici ancora più giù nello Store e invogliare gli inserzionisti a biddare su Apple Search Ads. 

Leggi anche: La Guida Completa all’App Store Optimization

2. Autocorrezione di termini di ricerca scritti male

Una pratica molto comune nelle strategia di App Store Optimization (un po’ come nel SEO) è quella di ottimizzare il metadata della propria app per keyword scritte male, come ad esempio “musca” per “musica“, ma anche per il proprio nome brand, “amzon” per “Amazon“, in modo da ricevere più visibilità organica anche per questo tipo di ricerche alquanto comuni nell’App Store. 

iOS 14 ASO

Con iOS 14, questa tecnica diventerà meno rilevante, poiché d’ora in poi l’App Store proporrà i risultati comunque per il termine corretto. L’utente avrà ancora l’opportunità di cliccare sulla parola chiave scritta male e vedere i risultati per questa, ma riteniamo che pochissimi utenti saranno effettivamente interessati a questi risultati. 

Che impatto avrà sull’App Store Optimization?

Questo tipo di cambiamento porterà gli esperti di App Store Optimization a rivalutare il modello di ottimizzazione per termini scritti in modo incorretto nel metadata dell’app mobile. Infatti, d’ora in poi, questa strategia risulterà potenzialmente inutile, e anzi potrebbe farci perdere opportunità di traffico organico su altre keyword più importanti. 

3. Aggiornamento della pagina prodotto 

Con iOS 14, anche la pagina prodotto della propria applicazione mobile subirà qualche cambiamento. 

Infatti, d’ora in poi, subito dopo il titolo e il sottotitolo dell’app saranno visibili le informazioni più importanti dell’app, come nome developer, valutazioni, posizione in classifica, ma anche lingua disponibile e grandezza. 

iOS 14 App Store Optimization

È bene ricordare però che questo è solo l’inizio, infatti tra pochi mesi (inizio 2021?) nella pagina prodotto sarà visibile anche la cosiddetta “Privacy Card” che darà agli utenti informazioni importanti su come i propri dati sono utilizzati dall’applicazione in questione. 

iOS 14 App Store Optimization

Cosa significa per l’App Store Optimization? 

Ad oggi significa poco, però il futuro non è roseo. Infatti, specialmente con la nuova Privacy Card, il tasso di conversione potrebbe diminuire drasticamente per quegli utenti che si preoccupano dell’utilizzo dei propri dati. 

Conclusione

iOS 14 è senza dubbi una rivoluzione sia da un punto di vista utente ma anche per chi lavora nella pubblicità mobile. L’impatto di questo cambiamento nell’industria del marketing avrà ripercussioni su più aspetti, che ad oggi sono ai più sconosciuti. Prepararsi al meglio a questa rivoluzione è fondamentale per non trovarsi scoperti e soffrire perdite, sia monetarie che di posizionamento. 


Sei preoccupato per il futuro della tua applicazione mobile con l’avvenire di iOS 14? Non sai bene cosa fare per prepararti a questo cambiamento radicale nel mondo del mobile marketing? Contattaci e scopri come navigare le complicate acque post iOS 14. 

I Pionieri del Mobile Marketing: Andrea Ziella – Mattel

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Andrea Ziella Mattel - Mobile Marketing Italia

Per la sezione “I Pionieri del Mobile Marketing” questa settimana abbiamo fatto due chiacchiere con Andrea Ziella, Head of Marketing and Digital a Mattel, l’azienda leader nel settore dell’intrattenimento per bambini, conosciuta in tutto il mondo per giochi come Barbie, Hot Wheels e Fisher Price, tra gli altri. 

Ciao Andrea, partiamo con qualcosa di semplice, raccontaci in breve il tuo percorso professionale fino ad arrivare a lavorare per Mattel.

Da fine 2012 sono entrato a far parte dell’organico di Mattel, ho iniziato la mia esperienza nel Trade Marketing dedicandomi allo sviluppo di progetti di category management nei canali Off-line e On-line, ho ampliato le mie conoscenze nel digital lanciando con successo la piattaforma La Scatola dei Giocattoli e prendendo il ruolo di responsabile digital per il South East Europe occupandomi del processo di digitalizzazione dell’intera area (Italia, Grecia e Turchia) e creando progetti di sviluppo sinergici coerenti con la strategia della Corporation. Recentemente  ho avuto un’esperienza internazionale in Sud Africa contribuendo allo sviluppo del mercato e accelerando la crescita dell’intera area

Prima di arrivare in Mattel ho avuto modo di avere altre esperienze nel mondo del lusso (Chanel) e nella Grande Distribuzione (Carrefour). 

Pensando alla tua carriera, qual è un ricordo particolare legato alla tua crescita professionale che non scorderai mai?

Senza alcun dubbio il Sud Africa. Una delle esperienze più  belle e formative sia a livello lavorativo che personale che porterò sempre con me.

Di cosa ti occupi al momento in Mattel? 

Oggi ricopro il ruolo di Head of Marketing e Digital per il mercato Italiano. Quindi sono responsabile di tutta la parte Trade, Digital e Comunicazione del mercato.

Prima di arrivare a gestire il mercato Italiano per Mattel, hai anche avuto una breve parentesi in Sud Africa, come Head of Marketing. In che modo la strategia di comunicazione cambia da nazione a nazione per un colosso come Mattel? 

Mattel è prima di tutto un’azienda Consumer Centric, quindi per noi tutte le nostre strategie e gli investimenti sono fatti in modo da poter raggiungere e soddisfare a pieno i bisogni dei nostri consumatori. Questo tipo di strategia ci permette di conseguenza di adattare le strategia globali di brand a bisogni locali rendendo sempre più rilevanti i nostri brand a livello locale.

Recentemente Mattel ha stretto una partnership con Glovo per portare nelle case dei milanesi giocattoli a domicilio. Com’è nata quest’idea? 

Andrea Ziella - Mobile Marketing ItaliaQuesta partnership con Glovo nasce proprio dalla Mission che ha Mattel nel sottolineare l’importanza del gioco nella vita dei bambini (e non solo). Per questo motivo durante un periodo complicato come quello di Marzo e Aprile abbiamo cercato di capire come poter esser sempre più vicini ai nostri consumatori e per offrire attraverso i nostri brand un’opportunità di apprendimento, intrattenimento, distrazione e sollievo dallo stress di essere costretti in casa per giorni e giorni. Inoltre, come ho già avuto modo di dire, l’approccio al mercato di Mattel è reinventarsi e rinnovarsi ogni giorno e questa collaborazione è una novità assoluta per la categoria del giocattolo sul mercato italiano. 

Glovo è un servizio mobile-first, da cosa è nata la necessità di utilizzare il canale mobile per la distribuzione dei vostri prodotti?

Abbiamo trovato in Glovo un partner che ha a cuore il benessere di tutti i suoi clienti e come noi, ama l’innovazione in tutte le sue forme e ha collaborato con entusiasmo e propositività, una partnership quindi decisamente promettente che rappresenta una grande opportunità, specie in questo momento storico, per portare i nostri brand direttamente alle famiglie. I servizi mobile-first sono sempre più in via di sviluppo e diventano sempre più strategici e rilevanti in un approccio Omnichannel per ogni brand. Contiamo quindi di ampliare prossimamente la collaborazione e raggiungere altre città oltre a Milano.

Nella strategia digitale di Mattel, che ruolo gioca il mobile e come pensi questo possa cambiare il modo di comunicazione attuale con la vostra audience? 

In un mercato dove più di metà dei consumatori accedono ai social media dal mobile e dove la penetrazione di abbonamenti internet arriva a quasi 100%, al centro della strategia digitale è il consumatore “mobile”. Nel nostro caso, sia i più piccoli che i loro genitori, sono più “mobile-centric” che mai. 

Per presentare i nostri giochi ai bambini, cerchiamo sempre più soluzioni interattive e coinvolgenti, ovviamente solo e esclusivamente sulle piattaforme COPPA compliant. Dai risultati ottenuti vediamo che i più piccoli apprezzano le soluzioni come interstitial o rich-media con gamification integrate nelle applicazioni che usano già. 

Anche nelle fasi di considerazione e acquisto, quando parliamo con il genitore, con pubblicità mobile cerchiamo di portarli sulla piattaforma di e-commerce o al negozio più vicino.  I consumatori italiani sono i ricercatori, anche quando vanno nel negozio fisico spesso cercano online per trovare più informazioni e per paragonare i prezzi e le offerte.  Lavoriamo a stretto contatto con i nostri partner per rendere le pagine di prodotto più ottimizzate dal mobile in modo che il consumatore trovi tutto il necessario per decidere e completare l’acquisto.  

A tal riguardo, avete sviluppato anche delle applicazioni mobile per “digitalizzare” i prodotti più conosciuti. Come sono cambiate le abitudini dei vostri utenti con l’avvento del mobile?

Abbiamo delle applicazioni per bambini ricche di contenuti e idee di gioco che in modo sicuro fanno scoprire il mondo di alcuni dei nostri marchi come Barbie, Hot Wheels o Trenino Thomas. Non si tratta di digitalizzazione dei nostri prodotti ma di veri e propri ecosistemi che uniscono i contenuti alle idee di gioco, i consigli per i genitori e tanto altro ancora. 

Da un lato, il mobile ha cambiato completamente il modo con quale i bambini si interfacciano con i marchi dei loro giocattoli preferiti. Per questo motivo abbiamo sviluppato le applicazioni, utilizziamo in app gaming come mezzo pubblicitario o collaboriamo con gli amati influencer del mondo kids. Dall’altro lato, però, non possiamo dimenticare dell’immaginazione che si accende quando un bambino o una bambina gioca con una bambola di Barbie o una macchinina di Hot Wheels. 

Passando a qualcosa di più pratico, qual è il canale digitale che è più efficace, in base alle tue esperienze?

Andrea Ziella Mattel - Mobile Marketing Italia
Source: este.it

Dipende molto dall’obiettivo della campagna, dal target in questione e dal fase del funnel. Per creare l’awareness del marchio o prodotto nuovo per il target bambini, YouTube è uno dei canali più efficaci. Per i nostri marchi come Barbie e Hot Wheels puntiamo tanto sulla crescita dei nostri canali dove i contenuti in primis fanno conoscere il mondo dei nostri giocattoli. Per raggiungere i genitori, o i così detti “gifter”, utilizziamo tantissimo i social media dove in media il nostro target passa circa 2 ore al giorno. Con le strategie di paid media mirate si possono ottimizzare le campagne per raggiungere l’audience rilevante per i nostri marchi con i costi decisamente competitivi.   

Qual è un insegnamento del passato che Mattel sta usando oggi ?

L’insegnamento del passato è sempre guardare il futuro ed essere in grado di riconoscere i trend che cambieranno il comportamento dei consumatori in modo da poter essere in grado di rispondere alle esigenze che si stanno evolvendo giorno dopo giorno. 

I canali digitali rappresentano le nuove opportunità per creare un dialogo con i nostri consumatori, per far conoscere i marchi del mondo di Mattel e far interagire con i nostri giocattoli. I giocattoli che aiutano i bambini di oggi a sviluppare le capacità che li serviranno nel futuro, ad essere più curiosi, più empatici e per affrontare le sfide di domani.

Il 2020 è iniziato sicuramente in un modo inaspettato, cosa ti aspetti di imparare negli ultimi mesi di quest’anno?

Sicuramente quest’anno ha rivoluzionato la vita di tutti noi accelerando anche tanti processi che in Italia avrebbero avuto un’evoluzione molto più lenta, prima fra tutti quello di digitalizzazione del paese. Tutto questo porterà le aziende a cambiare completamente la pianificazione e le strategie del futuro anche se credo che i prossimi mesi saranno ancora più importanti perché potrebbero innescare nei consumatori nuovi processi di acquisto con dinamiche a cui non siamo abituati che porteranno alla nascita di nuovi bisogni.  

In base alla tua esperienza, qual è la competenza più importante che i marketer dovrebbero imparare per emergere nell’industria? Perché la reputi così importante?

Dal mio punto di vista una delle cose più importanti per emergere nella propria industria di riferimento è conoscere il consumatore che la rappresenta. Al centro di ogni industria ci sono le persone che usano i brand di quell’industria ed è questo un elemento essenziale che non bisogna mai sottovalutare.

3 consigli per i giovani che intraprendono adesso una carriera nel mobile marketing?

Esser sempre curiosi, innovativi e appassionati in tutto quello che fanno perché queste per me sono cose che non si possono imparare ma che devono esser dentro di noi e che possono fare davvero la differenza nel lavoro che svolgiamo ogni giorno.

Come scegliere la migliore agenzia di Mobile App Marketing?

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In un mercato in continua evoluzione come quello del mobile marketing è fondamentale farsi affiancare da professionisti che possano supportare la crescita della nostra applicazione mobile su vari fronti.

Ma come possiamo scegliere la migliore agenzia di mobile app marketing per le nostre esigenze? 

E soprattutto, come possiamo differenziare i vari servizi offerti dalle agenzie e capire cosa le rendono uniche? 

In un’industria fatta di buzzwords come intelligenza artificiale, machine learning, e algoritmi di ogni tipo, può capitare di confondersi e credere a quanto ci viene raccontato senza prendere il tempo necessario per controllare effettivamente cosa ci sia dietro questi termini.

Cosa sono le agenzia di mobile app marketing? 

Le agenzie di mobile app marketing sono partner a cui gli sviluppatori di app possono esternalizzare tutte o alcune delle attività marketing. La maggior parte delle agenzie offre più di un servizio: alcune operano sia sul web che sul mobile, altre fanno sia branding che performance, e infine ci sono agenzie che si specializzano esclusivamente in attività di mobile app marketing. 

Andando più nello specifico, possiamo differenziare le tipologie di agenzie in due categorie:

  1. Agenzie di acquisizione, che si concentrano su come aumentare l’utenza di base acquisendo nuovi utenti
  2. Agenzie di crescita o growth, che hanno uno scopo più ampio e coprono tutti gli stadi del modello AARRR (Acquisition, Activation, Retention, Revenue, Referral)

Modello AARRR

Un altro punto fondamentale da tenere a mente quando si considera un’agenzia di mobile app marketing è la modalità in cui opera, soprattutto per attività di acquisizione utenti. Infatti, alcune agenzie operano in totale trasparenza agendo direttamente dagli account pubblicitari degli inserzionisti, dando completa visibilità; altre agenzie invece operano con un modello a scatola chiusa, dove i costi di acquisizione sono fissi e i publisher utilizzati per l’acquisizione non sono condivisi con gli inserzionisti. 

Da un punto di vista marketing, ma anche aziendale, è bene evitare di collaborare con agenzie che non condividono dati e operano a scatola chiusa, poiché il rischio di cadere vittima della frode nel mobile aumenta in maniera esponenziale. 

Quali servizi offrono le agenzie di mobile app marketing? 

Come anticipato, le agenzie operanti nel settore mobile marketing offrono servizi di diverso tipo. Qui di seguito diamo uno sguardo a quelli più comuni e per cui si può richiedere supporto. 

App Store Optimization

Le attività di ASO sono molto diffuse tra gli sviluppatori che comprendono il valore di associare a una crescita a pagamento, anche una organica. L’App Store Optimization si concentra nell’ottimizzazione delle pagine Store dell’applicazione mobile. Molto spesso, infatti, sviluppatori e brand non comprendono l’importanza di avere una presenza sullo Store ottimale, scordandosi che la pagina nell’App Store o Google Play Store è l’ultima creatività che abbiamo a disposizione per convertire il traffico sia organico che a pagamento. 

Per scoprire quali sono i punti fondamentali di ottimizzazione dello Store Listing, scarica la nostra guida gratuita all’App Store Optimization

Paid Social

I Social, come Facebook, Instagram, TikTok, o Snapchat sono senza dubbio i canali di riferimento per molti sviluppatori o brand che cercano di crescere la propria audience. Ad oggi, permettono un livello di personalizzazione del messaggio non raggiungibile su altri canali di acquisizione, anche se questo potrebbe cambiare a breve. 

Paid Search

Solitamente molto usato sul web, nel canale mobile questo si divide in Apple Search Ads e Google (anche se con Google App Campaigns non si può effettivamente dividere il budget tra Search e Display). Questo tipo di attività porta risultati molto alti da un punto di vista ROI, poiché riescono a raggiungere utenti nel momento della ricerca, quindi paragonabili a utenti organici. 

Influencers

Sebbene non sia sempre la prima scelta per le attività a performance nel mobile marketing, le attività di influencer sui vari canali Social, in special modo Instagram, TikTok e Snapchat possono giocare un ruolo fondamentale nella crescita di un’app mobile. Per quanto riguarda queste attività, solitamente, è bene rivolgersi ad agenzie specializzate. 

Engagement o Mobile CRM

Andando oltre la fase di acquisizione, ci sono anche le attività cosiddette di retention, che hanno come obiettivo principale quello di aumentare l’engagement in-app. Nel mondo del mobile marketing, quando si parla di strategia di engagement, ci si riferisce nello specifico a: email, notifiche push e messaggi in-app. Queste attività volte alla retention degli utenti hanno lo scopo di aumentare la LTV degli utenti acquisiti. 

Strategia 

Sebbene meno diffuso come servizio, le agenzie “full-service” offrono come opzione ai propri clienti anche quella di seguirli nella definizione della strategia digitale, coprendo strategie di acquisizione e retention. 

Infrastruttura Digitale

L’infrastruttura digitale di un’applicazione mobile è la spina dorsale di tutte le attività. Comprendere quali tool sono necessari a seconda del proprio stadio non è sempre semplice e avere esperti esterni che possono supportarci nella scelta migliore può semplificarci la vita, nonché ridurre costi futuri.  

Come scegliere la migliore agenzia di Mobile App Marketing per le nostre esigenze? 

Quando arriva il momento di assumere un’agenzia di mobile app marketing è fondamentale considerare alcuni punti, prima di andare avanti e iniziare un rapporto lavorativo, sia che si proceda per referenze o pura ricerca online. 

Tipologia di Clientela

Che tipo e quanti clienti l’agenzia di referenza ha aiutato sino ad oggi? Quando si controllano agenzie nel digitale è bene cercare delle referenze di terze parti. Solitamente è opportuno andare oltre il numero di loghi sulla Home Page del sito web dell’agenzia e controllare i Casi Studio, se ce ne sono a disposizione. 

Una volta fatto questo primo controllo, è bene provare a parlare direttamente con uno o due di questi clienti. Solitamente, le agenzie che credono nel loro lavoro e nelle capacità interne non hanno problemi a condividere i contatti di clienti esistenti. Un altro modo è anche controllare siti di recensioni di agenzie che operano nel digitale, come ad esempio Clutch.co.

Agenzie Mobile MarketingTrasparenza e Comunicazione

Nel momento in cui si entra in contatto con un rappresentante dell’agenzia bisogna iniziare a indagare su alcuni punti fondamentali del modo di operare. Innanzitutto, come accennato in precedenza, la trasparenza nelle attività di media buying, ma non solo, è fondamentale per stabilire un rapporto di fiducia. 

Lavorare con agenzie che offrono prezzi fissi di acquisizione, ad esempio, oppure che comprano traffico su publishers o editori che non sono conosciuti è senza alcun dubbio un grande rischio. Una delle richieste che bisogna fare alla propria agenzia è di operare dai propri account pubblicitari così da avere completa visibilità sui costi di acquisizione, ma anche per trattenere internamente i learning delle campagne. 

Un altro punto molto importante è la comunicazione. Ogni quanto avremo contatto? Ci saranno dei report settimanali? Si fanno uso di tool di project management per mantenere completa trasparenza? Stabilire una comunicazione chiara e senza segreti è alla base di un rapporto di successo nel lungo termine. 

Metodologia di Operazione

Un ultimo punto molto importante è capire come l’agenzia intende lavorare al progetto per il quale vogliamo collaborare e chi saranno i nostri punti di riferimento. A seconda della grandezza dell’agenzia si possono incontrare diverse metodologie di operazione, rimane però fondamentale capire chi seguirà il nostro progetto e che esperienza questa persona ha per raggiungere i risultati desiderati. Un team grande, fatto di molte persone, non è necessariamente migliore di un team più piccolo. Bisogna guardare all’efficienza operazionale e all’esperienza nel settore della persona che ci affianca. 

Conclusione 

Affidarsi a esperti esterni può essere difficile e a volte preoccupante. Il mondo del digitale, soprattutto del mobile, è fatto di tantissime agenzie che offrono diversi servizi più o meno chiari. Per evitare brutte sorprese, consigliamo di seguire questi semplici consigli: 

  1. Prima di approcciare un’agenzia esterna è bene comprendere le necessità interne per le quali abbiamo bisogno di aiuto
  2. Capire quali sono i servizi che un’agenzia offre è fondamentale per stabilire una collaborazione di successo. Se non si possono comprendere i servizi internamente è bene cercare supporto nel proprio network prima di affrontare un meeting con una o più agenzie
  3. Essere consapevoli del fatto che un logo sul sito o una promessa fatta in un meeting non sono fattori importanti nella scelta della giusta agenzia
  4. I casi studio devono essere confermati dai rispettivi clienti, quindi è fondamentale entrare in contatti con queste referenze
  5. La trasparenza nel modo di operare e aiutarci a crescere è alla base di una collaborazione di fiducia. 
  6. È importante diffidare di agenzie che non possono fornire informazioni precise sui publisher utilizzati per l’acquisizione degli utenti, poiché il rischio della frode nel mobile marketing è, purtroppo, molto alto

Frode nel Mobile: Il famoso SDK di Mintegral causa gravi problemi di privacy

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Frode nel mobile Mintegral

Uno degli SDK di monetizzazione e acquisizione utenti più popolari a livello globale, Mintegral, è sotto gli occhi di tutti da questa mattina. A seguito di un’analisi fatta da Snyk, e riportata per prima da Forbes ieri sera ora Italiana, l’azienda Cinese, che fa capo a Mobvista, è accusata di aver spiato le attività di milioni di utenti a seguito di una componente dolosa nel proprio SDK. 

La frode pubblicitaria nel mobile marketing è un problema a cui gli inserzionisti attivi su Android sono ormai abituati da anni. Infatti, il sistema operativo di Google, essendo “open-source”, ha facilitato negli anni le attività fraudolente su centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo. 

Su iOS però questa situazione è relativamente nuova. Sia gli utenti iPhone che iPad, ma anche gli inserzionisti, si vantavano dell’ecosistema chiuso e sicuro per quanto riguarda questo tipo di pubblicità fraudolenta

Il co-founder di Snyk, Danny Grander, ha riportato che “hanno identificato nel SDK [di Mintegral] una componente malevola che è integrata regolarmente in centinaia di applicazioni iOS a livello globale”. Come anticipato all’inizio, lo SDK di Mintegral è usato principalmente per monetizzare le applicazioni, però negli ultimi anni ha avuto un aumento di interesse da parte di moltissimi sviluppatori nel settore gaming per i costi limitati di acquisizione, grazie alla vasta distribuzione nel verticale. 

La tipologia di frode riscontrata da parte di Snyk è quella definita come “click attribution fraud” o attribuzione fraudolenta del click. Senza entrare troppo nel dettaglio tecnico, spieghiamo in breve come questa frode pubblicitaria funziona.

Una volta scaricato e integrato lo SDK nella propria applicazione, questo introduce il codice malevolo nelle funzioni standard iOS all’interno dell’app mobile, che poi vengono eseguite quando l’applicazione apre una qualsiasi URL dall’interno dell’app stessa, anche i link che vanno all’App Store. In questo modo, lo SDK riceve una quantità enorme di dati sia degli utenti sia delle attività che esso effettua, come il click su una pubblicità in app. Tracciando in questo modo tutte le attività degli utenti, secondo Snyk, Mintegral riusciva a generare dei click subito dopo quelli reali, attribuendosene il valore. 

Mintegral Frode nel mobile
Click injection illustrato da Snyk

L’ombra della frode pubblicitaria ricade ora anche sui dispositivi iOS. Nessuno è al sicuro e sicuramente usando metodi di acquisizione o monetizzazione poco conosciuti e non trasparenti si rischia moltissimo. Il numero di click elevato che un partner può portare su una campagna pubblicitaria mobile è sicuramente indice di frode pubblicitaria. 

A questa accusa, comunque, Mintegral ha risposto con una nota ufficiale smentendo categoricamente qualsiasi accusa. 

Vedremo cosa succederà nelle prossime ore e se Apple farà qualcosa di concreto, soprattutto considerato il cambio imminente con iOS 14. Ad oggi, lo SDK Mintegral è integrato in giochi molto popolari, come quello di Helix Jump, Talking Tom e Gardenscapes, nonché nella mediation di MoPub (di proprietà di Twitter).

La Guida completa ad Apple Search Ads

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Se fino a pochi anni fa i canali principali per acquisizione utenti mobile erano praticamente due, Google e Facebook, nell’ultimo periodo se ne stanno aggiungendo altri ai quali gli sviluppatori di applicazioni stanno gradualmente assegnando porzioni di budget sempre più grandi. Uno di questo canali è sicuramente Apple Search Ads, anche conosciuto con l’acronimo ASA.

Apple Search Ads… In Che Senso?

In parole semplicissime, gli Apple Search Ads (ASA) sono annunci sponsorizzati, di testo e visuali, utili per incrementare la brand awareness e generare download di applicazioni all’interno dell’App Store di Apple.

Grazie agli Apple Search Ads, gli sviluppatori di app sono in grado di far apparire la propria app iOS in cima ai risultati di ricerca per keyword specifiche ritenute importanti per il business aziendale.

Un Esempio Pratico

Se abbiamo un’app per stampa di prodotti fotografici, ad esempio, il nostro obiettivo è quello di far apparire la nostra app in cima alla lista dei risultati organici in Store quando un utente ricerca la parola ”fotolibri”. Per raggiungere questo risultato, ci sono due modi:  ottimizzare le keyword del nostro Store Listing con attività ASO, in modo da aumentare la visibilità organica, oppure investire su campagne Apple Search. 

Spoiler Alert: la prima soluzione da sola potrebbe non bastare. 

Guida Apple Search Ads - photosiAnche se fosse stata eseguita un’ottimizzazione perfetta delle keyword in fase di App Store Optimization, infatti, se una app competitor “biddasse” sulle stesse keyword per cui la nostra app è in prima posizione organicamente, il competitor comparirebbe comunque prima, grazie proprio agli annunci sponsorizzati di Apple.

In questo screenshot vediamo per esempio come l’app FreePrints sarebbe il primo risultato  organico per la  keyword “Fotolobri”, ma l’app PhotoSì compare comunque in cima alla lista dei risultati, nell’apposito spazio dedicato agli annunci, grazie a una mirata strategia di ASA.

In questo modo, PhotoSì guadagna prima di tutto in visibilità, e probabilmente riuscirà anche ad accaparrarsi l’utente che era in cerca di una app con la quale stampare un fotolibro.

Prima di parlare di tutti i vantaggi degli annunci Apple Search e di come funzionano a livello tecnico, soffermiamoci sulla storia di ASA e su alcuni numeri dell’Apple Store.

Apple Search Ads: Storia e Numeri

Apple ha lanciato Search Ads nel 2016 per dare l’opportunità agli app marketers di generare brand awareness e downloads direttamente dall’App Store.

Il modo principale con il quale gli utenti iOS possono scoprire nuove applicazioni, oltre ai consigli di amici o familiari o commenti sui social network, è rappresentato soprattutto dalla ricerca nell’App Store.

Un dato molto significativo è quello relativo alla grande quantità di utenti che accedono all’App Store. In media, infatti, lo Store iOS riceve settimanalmente più di 500 milioni di visite a livello globale, con la funzionalità di ricerca che gioca un ruolo fondamentale per la scoperta di nuove applicazioni. Inoltre, ad oggi il 70% dei visitatori usa questa opzione di ricerca per trovare un’app, mentre più del 65% dei download arriva direttamente dopo una ricerca nello Store. A questa importante statistica si va ad aggiungere quella relativa all’impressionante tasso di conversione sui download, che tocca la media del 50%.

Considerati questi numeri, le aziende per cui le applicazioni mobili sono una parte importante della connessione con il proprio pubblico, possono considerare gli annunci sponsorizzati nell’App Store come un inventario prezioso per attingere al mercato iOS.

Il canale ASA sta pertanto diventando sempre più importante nelle strategie di promozione delle applicazioni mobile, con Search Ads che e’ proiettato a generare ben 2 miliardi di fatturato per Apple entro la fine del 2020.

Apple Search Ads: Caratteristiche e Differenze con altri Canali

Il canale Apple Search Ads, un po’ come tutti i canali search in generale, si differenzia molto dai classici canali display o paid social. Su ASA, infatti, gli utenti esprimono un’elevata intenzione di acquisto o engagement in-app, poiché stanno effettuando una ricerca in relazione a una keyword che abbiamo selezionato e che riteniamo sia pertinente al nostro business. Per questo motivo, gli utenti acquisiti tramite questo canale si comportano in modo analogo a quelli organici, e mostrano pertanto un valore monetario che e’ spesso superiore rispetto a utenti provenienti dai classici canali display.

Inoltre, se paragonato ad altri canali search come Google, Bing o Yahoo, Apple Search è ancora più efficace poiché l’utente si trova già nell’App Store quando effettua la ricerca, e non su una pagina web, e quindi gli step tra l’inserimento del termine desiderato e il download sono estremamente ridotti, permettendo al canale Apple di avere, come già visto, un tasso di conversione medio superiore al 50%.

I vantaggi di investire in campagne ASA, comunque, non si fermano solo alle elevate performance in termini di conversioni. Investire in Apple Search Ads, infatti, permette anche di guadagnare visibilità e aumentare la brand awareness della propria app.

Se da una parte, infatti, ci assicuriamo che la nostra applicazione possa essere scoperta da utenti già interessati tramite specifiche strategie di keyword generiche relative al servizio o prodotto che offriamo, allo stesso tempo, con  una strategia di keyword che targettizzano il nome del brand dei nostri competitor, possiamo comparire anche in cima ai risultati quando un utente ricerca un’app specifica che non sia la nostra.

Stiamo parlando nello specifico del  “Competitor Brand Bidding”, una pratica molto usata ma che genera da sempre molte polemiche per il semplice fatto che se un’app rivale bidda sul nostro brand name, noi ci troviamo di conseguenza di fronte alla difficile scelta se contro-biddare o meno per “proteggere” le ricerche relative al nostro marchio, generando così aste sfrenate e bid minimi molto alti.

Molti vedono questa situazione come un vero e proprio ricatto nei confronti degli sviluppatori di app, ma al momento né Apple, né altri player che offrono pubblicità search sembrano vietare il “Competitor Brand Bidding”. In generale le aziende, soprattutto quelle più grandi, sembrano tendere sempre più a non proteggere le proprie brand keyword, poiché si ritiene che quando un utente ricerca un marchio specifico, anche se vede l’inserzione di un altro brand in cima alla lista dei risultati, tenderà comunque a ignorare l’annuncio e scaricare la specifica app che stava cercando.

Per i piccoli brand, tuttavia, il “Competitor Brand Bidding” può avere un altro significato. Per app, e prodotti in generale, meno conosciuti, può essere interessante infatti comparire sui risultati di ricerca dei brand competitor in modo da accrescere l’awareness del proprio marchio posizionando i propri annunci “gratuitamente” per ricerche di keyword della competizione (su Apple Search si pagano solo i click, e non le impression – come vedremo dopo).

Ma come funziona Apple Search Ads? Andiamo a vedere nello specifico quali opportunità di targeting e personalizzazione offre questo potente tool pubblicitario, e come creare campagne su Apple Search Ads.

Creazione Account Inserzionista Apple Search: basic vs advanced

Il primo passo per iniziare a promuovere la propria app su ASA è quello di creare un account advertising accedendo alla pagina di registrazione ufficiale utilizzando il proprio Apple ID (se non ce lo abbiamo, dovrà essere creato). Una volta effettuato l’accesso, ci troveremo di fronte già alla prima scelta: account basic oppure account advanced.

Guida Apple Search Ads - basic vs advanced
Scelta account (Fonte: REPLUG – Mobile Marketing Agency)

Noi di Mobile Marketing Italia consigliamo di scegliere un account advanced, in quanto, come vedremo successivamente, offre maggiori possibilità agli inserzionisti, come ad esempio quella di scegliere keyword, definire gli Ad Group (o gruppi di annunci) e utilizzare i creative set, mentre con la soluzione basic Apple si prende cura di tutto una volta che abbiamo settato il target CPA (costo per acquisizione).

Apple search ads basic
Vista account Basic (FONTE: Apple)

Inoltre, con Apple Search Ads basic, abbiamo un limite di spesa sull’account di $10,000, quindi se pensiamo di scalare le attività di acquisizione utenti, dobbiamo necessariamente optare per la soluzione advanced.

Da questo momento, quindi, ci focalizzeremo sulle funzionalità dell’account avanzato, in modo da permettere a tutti gli sviluppatori – anche i più piccoli – di sfruttare al meglio tutte le potenzialità di Apple Search Ads.

La Scelta delle giuste Keyword

Come detto, scegliendo l’account advanced di Apple Search Ads, abbiamo la possibilità – tra le altre cose – di scegliere le keyword per le quali vogliamo che la nostra applicazione venga scoperta, selezionandole manualmente oppure seguendo i consigli che Apple fornisce.

Keyword… In che Senso?

Le keyword sono parole o termini rilevanti che gli utenti usano per cercare un’app nell’App Store. In generale, il nostro obiettivo nella scelta di tali parole chiave deve essere quello di semplificare la scoperta della nostra applicazione nei risultati della ricerca, in modo che quando un utente effettua una ricerca per una delle delle keyword scelte, il nostro annuncio può apparire.

Quando scegliamo le parole chiave, oltre che provare a immedesimarsi nei nostri clienti, dovremmo basarci su una combinazione di rilevanza (keyword relative alla propria app o alla categoria della stessa) e “search score” o volume di ricerca. È importante non considerare quest’ultimo come motivo principale per la scelta di una parola chiave, in quanto le long-tail keyword, di solito, danno i migliori risultati, sia in termini di ASO che di Annunci.

Broad Match Vs Exact Match

Ci sono due possibilità per scegliere il modo in cui le parole chiave sono combinate con ricerche: abbinamento broad match o abbinamento exact match.

Il sistema broad match è quello predefinito e copre un insieme più ampio di termini di ricerca correlati che assicura che il nostro annuncio possa apparire su varianti pertinenti e vicine di una keyword. Questa opzione include la copertura su plurali, errori di ortografia, sinonimi, ricerche correlate, e ci fa risparmiare tempo nella creazione di elenchi di parole chiave.

Per esempio se scegliamo la keyword “taxi” con l’opzione broad match, i nostri annunci compariranno anche per le ricerche di parole chiave come “taxy”, “tacsi”, “app taxi” o “servizio taxi”

Scegliendo l’opzione exact match, invece, avremo un controllo sulle ricerche in cui il nostro annuncio può apparire. In questo caso, visto che scegliamo termini specifici di ricerca, l’annuncio può avere meno impressioni, ma tassi di conversioni più alti e – in generale – portare utenti con LTV migliore. Anche in questo caso gli errori di ortografia possono essere coperti, ma non i termini simili o vicini.

Negative Match

Come appena visto, quando utilizziamo l’opzione broad match il sistema di Apple Search cerca automaticamente termini di ricerca simili alla keyword inserita che possono essere rilevanti per la propria applicazione, ma a volte questo può rappresentare un problema per gli inserzionisti. Facciamo un breve esempio. 

Supponiamo che stiamo promuovendo ancora un’app di mobilità, e per l’esattezza un’app di servizio taxi. Una delle keyword per le quali vogliamo che il nostro annuncio appaia, è sicuramente “taxi”. Con l’opzione broad match (o con il search match attivato – come vedremo tra poco) però, si rischia che il sistema, almeno inizialmente, mostri il proprio annuncio anche per termini di ricerca che non sono necessariamente rilevanti per il nostro business, e nello specifico del nostro esempio, stiamo parlando di tutte quelle ricerche relative ad app di giochi che hanno come tema i taxi – ovvero ricerche del tipo “gioco taxi”, “taxi game” e simili.

Grazie all’utilizzo del negative match, tuttavia, siamo in grado di escludere specifiche keyword – con l’opportunità di scegliere il tipo di match sia broad che exact – e garantire che i nostri annunci non siano mostrati per determinate keyword. In questo modo possiamo controllare meglio i costi e migliorare l’efficienza delle nostre campagne, offrendo anche l’opportunità di escludere tutto quello che la nostra app non offre.

Search Match

Apple Search Ads offre agli inserzionisti anche la possibilità di scoprire keyword rilevanti per il business associando automaticamente la nostra app a termini di ricerca rilevanti. Il tool Search Match ci permette, infatti, di ricercare parole chiave nuove e scoprire i trend di ricerca dell’App Store grazie ad un abbinamento basato su diverse fonti, come ad esempio i meta dati della pagina prodotto sull’App Store o le informazioni di altre app della stessa categoria. 

Tramite questo tool e un’adeguata struttura delle campagne (come vedremo successivamente), possiamo essere in grado di “minare” nuove keyword da aggiungere alla nostra strategia primaria. Qualora decidessimo di utilizzare l’opzione Search Match, diventa essenziale, però, avvalersi dell’utilizzo del negative match, in modo da escludere tutti i termini di ricerca per i quali non vogliamo che i nostri annunci siano mostrati.

Struttura Apple Search Ads: le Best Practices

Come ogni canale search, anche per Apple Search Ads ci sono diversi modi di strutturare un il proprio account adv a seconda degli obiettivi delle campagne e delle preferenze personali di chi le gestisce.

Tuttavia, sia la stessa Apple che gli esperti del settore consigliano di utilizzare una struttura di partenza nella quale le campagne sono separate in base ai temi di keyword e al tipo di utente targettizzato (nuovi vs. esistenti), in modo da misurare facilmente i risultati, ottimizzare le performance e raggiungere la giusta target audience.

Come per altre piattaforme di pubblicità, anche Apple ha deciso di strutturare gli account in Campagne e Ad Group.

Campagne: Tema delle Keywords e Strategia

Per misurare e ottimizzare i nostri Apple Search Ads in modo più agevole, si consiglia di creare una campagna per ogni tema di keyword o strategia (nuovi utenti vs. utenti esistenti).

In base a questi criteri, possiamo individuare quattro tipi principali di campagne:

  • Campagna brand: contiene keyword relative al nome del proprio marchio. Questo tipo di campagna aiuta a focalizzare l’attenzione sugli utenti che esprimono interesse per la nostra app ricercandone il nome esatto
  • Campagna category (o generica): contiene keyword generiche relative al proprio business, che aumentano la visibilità della nostra app all’interno della propria categoria.
  • Campagna competitors: basata su keyword relative al nome del marchio dei competitors, con le quali possiamo aumentare la visibilità con le persone che cercano applicazioni simili.
  • Campagna “discovery”: si avvale dell’abbinamento broad match e della funzionalità search match per scoprire le tendenze di ricerca e le nuove parole chiave rilevanti.
Apple Search Ads struttura campagne
Esempio struttura consigliata da Apple

A livello della campagna, possiamo definire il budget totale, il Daily Cap (limite di spesa giornaliero) e lo store front sul quale vogliamo far comparire i nostri annunci.

Ad Groups: Definisci chi vede gli Annunci

Gli Ad Groups – o gruppi di annunci – sono una raccolta di parole chiave rilevanti per la nostra app. È possibile impostare criteri e bid specifici per ogni gruppo di annunci in modo da raggiungere meglio gli utenti desiderati, grazie a parole chiave rilevanti per ogni tema o strategia ma anche grazie a precisi criteri demografici.

Per quanto riguarda la scelta della corrispondenza delle keyword, le best practice suggeriscono di utilizzare la corrispondenza esatta (Exact Match) e di assicurarsi di disattivare l’opzione Search Match per i gruppi di annunci delle campagne Brand, Competitors e Category.

Abbiamo inoltre la possibilità di raffinare il nostro targeting secondo i seguenti criteri:

  • Dispositivi: solo iPhone, solo iPad, entrambi
  • Tipo di utenti:
    • tutti gli utenti (massima reach per tutte le ricerche)
    • nuovi utenti (focus sul raggiungimento di “first-time downloaders”, ovvero utenti che non hanno ancora installato la nostra app mobile)
    • solo utenti esistenti (permette di raggiungere utenti che hanno eliminato la nostra app)
    • utenti di altre nostre app (per fare cross-promotion)
  • Criteri demografici: Sesso, età
  • Località: nazione, regione, città
  • Programmazione: possiamo scegliere se attivare le nostre campagne solo in specifici giorni / orari

Campagna Discovery

Per ampliare la nostra reach in modo efficiente, una delle best practice è quella di creare un gruppo di annunci dedicato alla scoperta di nuovi termini di ricerca grazie alla funzionalità Search Match.

Apple Search Ads campagne discoveryPossiamo raggiungere questo obiettivo creando una campagna specifica per la scoperta di parole chiave e includendo due gruppi di annunci. Il primo Ad Group deve contenere tutte le parole chiave usate nelle altre campagne, ma questa volta utilizzando l’opzione Broad Match.

Il secondo Gruppo di Annunci, invece, dovrebbe essere senza parole chiave e con Search Match attivato.

È fondamentale, al fine del funzionamento corretto delle campagne e del raggiungimento del goal della scoperta di nuovi termini di ricerca, aggiungere alla campagna “discovery” tutte le keyword utilizzate nelle altre campagne come “Exact Negative Match”.

Per raggiungere migliori risultati, è inoltre opportuno rimuovere qualsiasi affinamento della target audience (in termini di età, sesso etc.), e una volta identificate nuove parole chiave, aggiungerle alle altre campagne “a tema”.

Struttura completa ASA
Esempio struttura completa

Budget e Bidding: quando e come paghiamo per Apple Search Ads

La prima considerazione da fare è che, a differenza di altre piattaforme che offrono diverse possibilità di “billing event” (evento per il quale veniamo addebitati), su Apple Search Ads paghiamo solo ed esclusivamente quando un utente clicca su uno dei nostri annunci, ovvero per ogni “tap”.

Il CPT – Cost per Tap – che paghiamo, è basato su quanto il nostro competitor più vicino è disposto a pagare per un tap sul loro annuncio, fino ad un massimo che corrisponde al nostro bid. 

Budget

A livello della campagna è possibile impostare un budget totale (cumulativo, e non mensile) e un periodo di tempo per il quale vogliamo che ogni campagna sia attiva. Di solito si consiglia di impostare un budget della totale molto alto, in modo da non doverlo aumentare di frequente, e gestire invece la spesa giornaliera grazie al Daily Cap (limite giornaliero) impostabile sempre a livello della campagna.

Per esempio, supponiamo che abbiamo un budget mensile di €3,000 per la durata di un anno. Possiamo impostare il budget totale della campagna di €36,000, in modo che basti per l’intero anno, ed un budget giornaliero di €100, in modo che non si eccedano i € 3,000 mensili.

Una volta che le campagne raggiungono il limite della spesa giornaliera, gli annunci non vengono più mostrati fino all’inizio del giorno successivo, quando il budget è di nuovo disponibile. Se vediamo che il budget giornaliero viene speso troppo velocemente ed è già esaurito durante le prime ore della giornata, è consigliato rivedere la strategia di bidding e provare a ridurre il CPT.

Bid e CPT

È consigliato “biddare” in modo diverso a seconda del tipo di campagna e del tipo di “match”.

Per i gruppi di annunci con keyword di tipo Exact Match di solito dobbiamo utilizzare una strategia di bidding più “aggressiva”, poiché la competizione è più alta e perché un investimento più alto ci consente di avere più controllo su quali specifiche ricerche far comparire i nostri annunci.

Anche se all’inizio i costi di questi termini di ricerca sembreranno essere più alti, nel lungo termine questo tipo di keyword ci darà un ROAS maggiore, ed è quindi opportuno focalizzare i nostri sforzi di ottimizzazione su di esse.

Per le keyword di tipo Broad Match e Search Match, invece, si consiglia di utilizzare una strategia di bid più moderata, poiché i gruppi di annunci che utilizzano questi tipi di keyword hanno come obiettivo l’esplorazione di nuovi termini di ricerca, e potrebbero non garantire un’alta efficienza come invece gli Ad Group basati su keyword Exact Match

In generale, per ottenere prestazioni ottimali, la maggior parte del traffico dovrebbe provenire da termini di ricerca basati su Exact Match.

Bid Strength: quanto è forte il nostro Bid?

Grazie alla funzione “Bid Strength” offerta direttamente da Apple, saremo in grado di capire quanto i nostri bid siano competitivi in relazione a quelli dei nostri competitors.

Ci sono 3 possibilità di “Bid Strength”:

  • Barra verde: il bid è ben posizionato tra gli altri inserzionisti sul mercato. 
  • Barra gialla: indica l’opportunità di migliorare la competitività della nostra offerta.
  • Barra rossa: l’annuncio ha una probabilità relativamente bassa di essere mostrato
Apple Search Ads - bid strength
Fonte Splitmetrics

Il “Bid Strength” viene aggiornato continuamente per tutto il tempo in cui la campagna è attiva, e può variare a seconda di molteplici fattori e della competitività del mercato.

Generalmente, almeno agli inizi è consigliato scegliere un CPT che ricade nell’intervallo di offerta suggerito, per poi adattarlo a seconda dei risultati e del ROAS di ogni specifica keyword o gruppo di annunci. Scegliere un bid che ricade nell’intervallo indicato può infatti aumentare la probabilità che l’annuncio per la nostra app venga mostrato.

L’intervallo suggerito si basa su una valutazione di molteplici fattori, come ad esempio la cronologia dei nostri bid per tale parola chiave o il tap-rate per quella specifica keyword (il corrispondente del CTR in altre piattaforme), ma anche sulla cronologia dei bid di altri inserzionisti per questa parola chiave.

Gli Ads: come appaiono i nostri Annunci

Rispetto ad altre piattaforme advertising come Facebook, Snapchat, Google etc., dove possiamo decidere in modo abbastanza diretto immagini e testo degli annunci, su ASA gli ads sono creati automaticamente dal sistema utilizzando i meta dati dall’App Store (titolo, sottotitolo, descrizione, screenshots), limitando così quasi completamente la nostra influenza su come appaiono i nostri annunci e le possibilità di test.

Formati Apple Search Ads

Apple Search Ads offre tre formati di annunci

  1. Annunci testuali: stanno cadendo in disuso, poiché venivano utilizzati da Apple in particolare quando un’app compariva al primo posto sia per lo spazio sponsorizzato che organico. 
  2. Tre screenshots verticali (oppure un video e due screenshots, sempre verticali)
  3. Banner orizzontale
formati annunci apple search
Diversi formati di annunci ASA (FONTE: Apple)

È opportuno sottolineare come la possibilità di influenzare la parvenza degli ads non è completamente limitata, e di seguito possiamo vedere come aumentare l’efficacia dei nostri annunci.

L’Importanza di creare una buona Pagina Store 

Il primo modo per avere degli annunci efficaci, è quello di creare una pagina Store che spieghi in modo chiaro, semplice, ma anche completo di cosa si tratti l’applicazione. Per questo motivo, è molto importante prendersi cura direttamente della creazione della pagina sullo Store o, qualora non si abbia la possibilità di farlo direttamente, cercare perlomeno di comunicare con la persona o il dipartimento responsabile.

Come visto nella nostra Guida Completa all’App Store Optimization, ci sono vari elementi da tenere in considerazione che possono essere divisi in parte visuale e testuale:

  • Il copy (o testo): comprende nome dell’applicazione, sottotitolo, keyword, descrizione e testo promozionale.
  • La parte visuale: include fino a dieci screenshot e tre anteprime video (opzionali) delle app. Le anteprime delle app sono brevi video in auto-play che gli utenti guardano sull’App Store. Dobbiamo scegliere l’ordine in cui si desidera che vengano visualizzati gli screenshot o le anteprime delle app.

La parte visuale per attirare l’attenzione 

La maggior parte degli utenti presta più attenzione alle anteprime delle app o agli screenshot piuttosto che soffermarsi sulla parte testuale e leggere la descrizione, pertanto la parte visuale dello Store assume una grande importanza, sia in termini di ASO, ma anche per l’efficacia delle campagne Apple Search.

Le anteprime e gli screenshots possono utilizzare direttamente il contenuto preso dall’app stessa, al quale può essere aggiunta musica e testo, con l’obiettivo primario di ottenere un risultato visuale che sia allo stesso tempo chiaro, semplice da leggere, ma anche accattivante alla vista.

Annuncio apple freeleticsÈ consigliato utilizzare almeno 6 screenshot in modo da avere abbastanza spazio per poter spiegare di cosa si tratta l’app, ma anche di dare l’opportunità ad Apple Search Ads di ruotare le creatività. La rotazione degli annunci offre infatti un’ulteriore opportunità per mostrare la nostra app, in quanto i nuovi annunci possono ruotare nei risultati di ricerca dopo la scomparsa dell’annuncio originale qualora venga meno l’interazione con l’utente. Se vogliamo che il nostro annuncio compaia sotto forma di banner orizzontale, infine, dovremo caricare come primo screenshot nella pagina Store un banner orizzontale.

Inoltre, qualora la nostra app compaia per un termine di ricerca sia nello spazio dedicato all’annuncio che nella prima posizione dei risultati organici, Apple riuscirà a differenziare i due risultati utilizzando i primi 3 screenshots caricati sullo Store per l’annuncio, e gli screenshots caricati successivamente per il risultato organico, evitando così la duplicazione delle anteprime delle applicazioni e degli screenshot sulla stessa pagina.

Creative Set per testare Creatività diverse

Un altro modo per provare ad incidere sull’aspetto degli annunci è l’utilizzo della funzionalità Creative Sets, che permette di creare altre varianti di annunci utilizzando tutti gli screenshot caricati sulla pagina dello Store.

Con i Creative Sets è infatti possibile aumentare la rilevanza e l’efficacia delle inserzioni pubblicitarie grazie all’allineamento degli screenshots e delle anteprime delle app a specifici temi di parole chiave. I Creative Set vengono mostrati in aggiunta agli annunci di testo e immagine predefiniti.

Creazione Campagne Passo per Passo

Una volta assimilate le nozioni teoriche trattate fino ad ora, arriva il momento di creare le campagne vere e proprie. Vediamo come farlo passo per passo.

  1. Accedere alla home page di Apple Search Ads e registrarsi usando il proprio Apple ID. Dobbiamo ricordare che è altamente consigliato scegliere l’opzione Account Advanced.
  2. Scegliere un’applicazione (l’app deve essere già live e disponibile sull’App Store).
  3. Selezionare una o più nazioni o regioni dove vogliamo promuovere la nostra applicazione. Si raccomanda di creare campagne specifiche per ogni nazione.
  4. Definire il nome dell’Ad Group e impostare un CPT massimo che sarà applicato di default alle keyword di quel gruppo di annunci, a meno che non si voglia utilizzare un bid specifico per ogni keyword.
  5. Definire un target CPA (opzionale), ovvero l’importo massimo che siamo disposti a pagare per un download. Questa opzione di solito non viene utilizzata perché può limitare la reach delle campagne, ma potrebbe risultare utile nel caso abbiamo target di costo molto precisi.
  6. Ricordarsi di disattivare la funzione Search Match, a meno che non si tratti di una campagna Discovery.
  7. Aggiungere Keyword rilevanti per la propria app a seconda del tema del gruppo di annunci, facendo attenzione a cambiare la corrispondenza da Broad Match (opzione default) ad Exact Match (a meno che non si tratti di una campagna Discovery).
  8. Raffinare l’audience utilizzando i criteri a disposizione (tipo di utente, criteri demografici, località).
  9. Utilizzare i Creative Set per personalizzare il modo in cui gli annunci sono mostrati.

Apple Search Ads e LAT

Soprattutto alla luce dell’introduzione di iOS14 da parte di Apple, è importante soffermarsi sull’influenza del LAT – Limit Ad Tracking – sul tracciamento dei risultati delle campagne Apple Search Ads.

Come già visto, gli utenti che attivano la funzione LAT non ricevono annunci targettizzati sui loro interessi. Questo significa che tali utenti vedranno solo annunci provenienti da campagne che non utilizzano nessuna informazione personale, e quindi non vedranno annunci quando una campagna, per esempio, utilizza targeting di sesso o età.

Questo fattore può generare una discrepanza tra le conversioni riportate da Apple Search Ads in confronto a quelle mostrate da un tool di tracking o MMP, con quest’ultimo che riporta solitamente numeri più bassi in quanto non riesce a tracciare le conversioni degli utenti con la funzione LAT attivata, che sono identificate invece come organiche.

Re-engagement degli Ex-utenti della propria App 

Apple Search offre l’opportunità di targettizzare utenti che avevano scaricato e poi eliminato la nostra app, in modo da “spingerli” ad effettuare nuovamente il download (re-download).

Qualora si decida di intraprendere questa strategia, si consiglia di creare campagne di re-engagement separate da quelle dedicate ai nuovi utenti, utilizzando gruppi di annunci specifici con targeting “tipo di utenti = solo utenti esistenti”.

Apple Search Ads: Considerazioni e Consigli finali

  • Apple Search è ormai diventato un canale imprescindibile per tutti gli sviluppatori di app – più o meno grandi – che vogliono emergere dalla competizione ed aumentare la visibilità della propria app.
  • Le campagne ASA possono influenzare positivamente l’ASO e il posizionamento organico della propria app per specifiche keyword: una strategia di bidding aggressiva, se accompagnata da una conversion rate alta, può infatti consentire alla nostra app di scalare posizioni nel ranking organico.
  • La natura di questo canale pubblicitario permette di avere performance alte (conversion rate media del 50%) che risultano spesso in un ROAS superiore ad altri canali display.
  • L’account Basic e’ per persone pigre 🙂 E’ opportuno utilizzare un account Advanced per sfruttare al meglio tutte le possibilità che Apple Search offre.
  • Creare campagne singole per ogni tema di keyword: Brand, Competitor e Category ed utilizzare corrispondenza Exact Match per le keyword dei rispettivi Ad Group.
  • Creare campagne Discovery con keyword a corrispondenza Broad Match e la funzionalità Search Match attivata, in modo da scoprire nuovi termini di ricerca e trends.
  • Limitare il raffinamento del targeting al minimo: l’utilizzo delle keyword rappresenta già un targeting di per sé, in quanto se un utente cerca quella specifica keyword ha già espresso interesse nei confronti della nostra app.
  • Impostare un budget totale della campagna alto, e regolare la spesa giornaliera con il Daily Cap.
  • Creare una buona pagina Store per avere degli annunci più efficaci, sfruttando al massimo tutti i fattori visuali e quelli testuali.
  • Chiedi aiuto ad esperti di mobile e a partner certificati Apple Search Ads: le campagne mobile sono diverse da quelle desktop!

Hai bisogno di aiuto per promuovere la tua app con Apple Search Ads? Contattaci, e sapremo offrirti la guida necessaria tramite REPLUG, la nostra agenzia di Mobile Marketing certificata Apple Search.

Cos’è l’Header Bidding?

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Cos'è l'header bidding

Sebbene l’industria della pubblicità nel digitale si sia sviluppata negli anni per semplificare la gestione delle varie attività, c’è ancora tanta inefficienza nelle modalità di operazione. La pubblicità in programmatic doveva essere la risposta a queste inefficienze, portando automazione nella gestione degli spazi pubblicitari. In realtà, c’è ancora bisogno di tanto lavoro manuale dietro le quinte per connettere gli inserzionisti ai publisher.

Dalla necessità di aumentare i ricavi con la pubblicità mostrata (non solo in-app), l’header bidding è una nuova tecnologia che ottimizza l’inventario pubblicitario di un editore per ottenere guadagni maggiori. Sebbene fosse in circolazione da un po’ di tempo, l’adozione sta aumentando soprattutto in tempi recenti, grazie a nuovi prodotti sviluppati dai vari publisher con l’idea per l’appunto di aumentare il valore del traffico web e in-app.

In questo articolo scopriamo insieme cos’è l’header bidding e perché è importante.

Cos’è l’Header Bidding?

L’header bidding, anche noto come advance bidding o pre-bidding, è una tecnica avanzata utilizzata nel programmatic, in cui gli editori offrono il proprio inventario pubblicitario (web e in-app) a più Ad Exchange contemporaneamente, prima di effettuare chiamate ai loro ad server (o server pubblicitari).

L’idea è che permettendo a più inserzionisti di “biddare” (o fare offerte) sul loro inventario pubblicitario allo stesso tempo, le applicazioni mobile ed editori web aumentano il loro rendimento e, di conseguenza, anche i loro ricavi.

Sebbene possa sembrare complicato, è sicuramente un modo migliore (nonché trasparente) di ottimizzare il proprio inventario pubblicitario, rispetto alla tecnologia attuale.

Infatti al momento, i publisher sia mobile che web, per la maggior parte, offrono il loro traffico in maniera programmatica con il sistema a waterfall (o a cascata).

Con il sistema a waterfall, gli editori aprono il loro inventario pubblicitario (o ad impression) in un solo canale di vendita, e se gli inserzionisti lì presenti non le comprano, queste impression “scorrono” verso altri canali di valore minore più in basso nella cascata, fino a quando qualche inserzionista non fa un’offerta per quello spazio pubblicitario.

Il sistema funziona, ma è altamente frammentato e inefficiente. In più, gli editori si lamentano di perdere potenziali ricavi con questa modalità di vendita, poiché alcune ad impression non sono vendute.

Che cosa ci guadagnano i publisher con l’header bidding?

Il più grande vantaggio che l’header bidding offre agli editori è un maggiore rendimento sul loro inventario pubblicitario.

Secondo alcuni dati, l’aggiunta di una sola fonte di header bid può aumentare il guadagno del 10%. Inoltre, combinando il loro inventario pubblicitario in un’unica supply lato server, le applicazioni mobile possono vendere l’inventario per ad impression, dando loro più trasparenza sul valore effettivo di queste.

Ma quindi a cosa servono le SSP?

Originariamente le SSP (o supply side platform) erano quel pezzo di tecnologia nel panorama programmatic che dovevano risolvere l’inefficienza della compravendita degli spazi pubblicitari.

Il problema con le SSP è che dietro ognuna di queste c’è un’azienda che compete con altre aziende che offrono la stessa tecnologia. Questa competizione, nel tempo, ha portato a una frammentazione della richiesta da parte degli inserzionisti, rendendo il processo inefficiente per le attività di monetizzazione.

App-Header Bidding?

Fino a questo punto abbiamo spiegato l’header bidding come una soluzione identica per il web e per il mobile. In realtà però, nelle applicazioni mobile, non esiste un “header”, quindi a livello tecnico l’implementazione di questa tecnologia è un po’ diversa, ma il funzionamento è molto simile.

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Cos’è il CPM (Costo-per-Mille)?

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Cos'è il CPM

Nel mobile marketing è fondamentale comprendere al meglio tutte le metriche di costi di acquisizione che si utilizzano nella pianificazione media. In questo articolo vediamo cos’è il CPM o costo-per-mille.

Cos’è il CPM (Costo-per-Mille)?

Il modello di Costo per Mille o CPM si riferisce al costo di acquisizione di mille ad impression nella compravendita di pubblicità online. Questo modello di pagamento è in contrapposizione ad altri modelli più utilizzati nel settore di marketing a performance, come il CPC (costo per click) o CPI (costo per installazione).

Il modello CPM è solitamente utilizzato in due ambiti:

  1. Per l’acquisizione di spazi pubblicitari video o in formato branding
  2. Per la monetizzazione di spazi pubblicitari in-app

Solitamente in un contesto di pubblicità a performance il modello CPM è utilizzato prevalentemente per comprendere il valore degli spazi acquisiti, ma non come valore di referenza.

Perché è importante conoscere il CPM?

Come anticipato poco fa, il valore monetario delle impression di un posizionamento in-app indica quanto esclusivo o “premium” il traffico proveniente da quell’applicazione possa essere.

Conoscere questo valore ci aiuta a capire, durante le attività di acquisizione a performance, quanto possano costare i vari posizionamenti in-app scelti e quindi giustificare le varie attività di ottimizzazione in base al costo finale di acquisizione.

Sebbene in un contesto performance, il CPM di un posizionamento non sia importante come quello del CPC o del CPI, è fondamentale comprendere che se un publisher non dà visibilità sulle impressions, e quindi neanche sul CPM, c’è più rischio di essere soggetti ad attività fraudolente.

Come si calcola il CPM?

La formula base per calcolare il Costo-per-Mille è la seguente:

CPM = (Spesa Totale Campagna ÷ Numero di ad impressions) x 1000

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[REPORT] Lo stato della frode pubblicitaria nel mobile 2020 – Appsflyer

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La settimana scorsa Appsflyer ha annunciato un nuovo studio sulla frode pubblicitaria nel mobile per l’anno 2020. Da un punto di vista pubblicitario, ma non solo, quest’anno è stato caratterizzato senza dubbi dal COVID-19. Riduzione drastica del budget media e più attenzione alla spesa ne hanno fatto da padroni, poiché per molti inserzionisti sarà difficile finire l’anno con un ROAS positivo.

Proprio per questo motivo però, il report di Appsflyer apre una parentesi poco considerata nel mercato Italiano, soprattutto quando si parla di mobile marketing, ma senza dubbi importantissima. Inoltre, a causa del lockdown forzato durante i mesi di Marzo, Aprile e Maggio in molte aree del mondo, l’utilizzo del dispositivo smartphone, nonché il numero di download di applicazioni mobile, sono aumentati drasticamente, dando ai fraudster un’occasione imperdibile per arricchirsi alle spalle degli inserzionisti ignari. 

Un dato molto importante che traspare dall’analisi fatta dal sistema di tracking e attribuzione (o MMP) è che la frode nel mobile si è evoluta. Infatti, c’è stato un aumento considerevole di attività fraudolente per eventi in-app, come acquisti, poiché il valore del CPA è molto più alto di quello del CPI. 

 

Lo studio è stato fatto analizzando 12.500 applicazioni internazionali e ben 7.3 miliardi di installazioni su un periodo di 12 mesi, quindi dalla seconda metà dell’anno scorso. 

Appsflyer - Frode nel Mobile

Android o iOS: Chi soffre di più la frode pubblicitaria nel mobile?

I fraudsters preferiscono senza dubbi Android. Questa decisione però non è dettata semplicemente dal fatto che il sistema operativo per dispositivi smartphone di Google possieda la più grande fetta del mercato smartphone a livello globale. Infatti, iOS, così come tutto l’ecosistema Apple, essendo “chiuso”, offre più sicurezza agli sviluppatori. È bene ricordare anche che Android supporta gli APK di applicazioni fuori dal Google Play Store, aumentando così la vulnerabilità degli utenti che usano questi dispositivi, poiché molto spesso questi APK hanno preinstallati malware e adware (software malevoli che supportano le attività fraudolente). 

Appsflyer - Frode nel Mobile
Trend delle installazioni fraudolente per piattaforma

Sebbene sia visibile dal grafico che anche per quanto riguarda Android, il totale delle installazioni mobile fraudolente sia in discesa, grazie all’utilizzo di sistemi anti-frode, si nota un chiaro aumento della frode pubblicitaria nel mobile nel mese di Marzo e Aprile di quest’anno a causa del COVID. 

Gaming o Non-Gaming: Quale verticale è a più rischio? 

Come tutte le attività fraudolente, i malintenzionati sono attratti da due fattori principalmente: 

  1. La possibilità di un guadagno alto
  2. La minore conoscenza di come proteggersi da parte degli inserzionisti

Tradizionalmente, le app di gaming sono mobile-first dando loro un vantaggio netto in termini di conoscenza dell’ecosistema mobile, quindi del problema e della soluzione. Le app non-gaming, come quelle del settore Travel, oppure di Finanza o eCommerce, solitamente provengono dal mondo desktop e hanno meno familiarità con il problema della frode nel mobile marketing

Per questo motivo, si vede come le app mobile del verticale non-gaming hanno subito una media di installazioni fraudolente del 31.8%, rispetto al 3.8% per le applicazioni gaming. 

Qual è la metodologia più usata dai fraudster?

I bots sono l’arma preferita dei fraudsters a livello globale per perpetrare installazioni fraudolente. Qualche anno fa, era possibile vedere come la tipologia di frode utilizzata variava a seconda della regione del mondo. Oggigiorno, questo non è più vero però. Infatti, la conoscenza e la metodologia utilizzata “viaggia” molto velocemente da un punto all’altro del mondo, dando la possibilità ai fraudster di utilizzare continuamente nuove tecniche. 

La frode non ha confini e per questo motivo è fondamentale per tutti iniziare a guardare al problema in maniera più attenta. 

Frode Nel Mobile
Tipologia di frode nel mobile divisa per regioni

I fraudster vanno ben oltre il Costo per Install (CPI)

Come anticipato all’inizio di quest’articolo, lo studio fatto da Appsflyer mostra come i fraudster puntino sempre più ad attività in-app, poiché la ricompensa è decisamente più alta rispetto alla semplice installazione. 

I dati condivisi infatti smentiscono senza alcun dubbio la nozione che le campagne CPA (costo per azione) aiutino a prevenire attività fraudolente. I fraudster hanno capito come emulare le attività in-app e lo fanno senza problemi e su tutte le categorie disponibili negli Store.

I fraudster hanno scoperto come fornire agli inserzionisti utenti reali o falsi che eseguono gli eventi chiave in-app, fornendo dati incorretti alle aziende, che poi tendono a muovere i budget media su questi canali. 

Cosa succede in Europa?

In media, le attività fraudolente in Europa sono molto più basse rispetto a quelle del resto del mondo, però durante il lockdown a causa del COVD-19, questa differenza è andata diminuendo sempre di più, fino ad arrivare a poco più del 25%. 

Percentuale di frode sugli App Install - Appsflyer
Percentuale di frode sugli App Install – Europa

In particolar modo, se guardiamo a categorie specifiche si può notare come i settori Finanza ed eCommerce sono quelli che hanno sofferto di più la frode pubblicitaria nel mobile, rispettivamente con il 50% e il 30% di app install fraudolenti. 

Anche in Europa, la metodologia utilizzata per le attività fraudolenti variano, anche se in media i bots ne fanno da padrona. 

Uno sguardo al futuro

Le attività fraudolente più comuni rimarranno sempre quelle relative alle installazioni di applicazione mobile, poiché, per natura, sono più semplici da perpetrare. Detto ciò, la ricompensa per le campagne CPA, e quindi di azioni in-app, è diventata sempre più alta, poiché gli inserzionisti continuano a credere, erroneamente, che questo tipo di frode sia molto più complicata da fare. I dati condivisi nell’analisi fatta da Appsflyer però dimostrano chiaramente il contrario. 

Difendersi diventa fondamentale per tutti gli inserzionisti e ignorare il problema, solo perché non si ha una conoscenza tale da evitare attività fraudolente, non è più giustificabile. Ogni qualvolta che si chiude un occhio e non si presta attenzione a questi fattori, si dà una ragione in più ai fraudster di continuare le loro attività fraudolente indisturbati. 

Per evitare di ritrovarsi in questi problemi, si deve:

  1. evitare di lavorare con partner che non sono trasparenti su posizionamenti, bids e costi di acquisizione 
  2. integrare un sistema di tracking e attribuzione e analizzare i “raw data” guardando a metriche fondamentali che indichino azioni fraudolente

Nel caso si voglia comunque lavorare con agenzie o partner che non offrono media buying su piattaforme meno esposte alla frode pubblicitaria (come Social, Google, o Apple) bisogna impostare delle restrizioni sulle campagne, come ad esempio:

  • forzare tutti i publishers a passare IDFA e Google ID,
  • settare limiti di CTIT e tassi di conversione, 
  • ricevere completa visibilità sui nomi dei publishers utilizzati 
  • appoggiarsi a esperti esterni che possano valutare la qualità del traffico ricevuto

Detto questo, il modo migliore di prevenire la frode nel mobile è di lavorare con un partner che si possa affiancare al vostro team e portare valore immediato, con attività trasparenti. 

NEL CASO T’INTERESSI IL REPORT COMPLETO DI APPSFLYER, LO TROVI A QUESTO LINK


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