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Netflix Vs Apple: come la guerra degli acquisti in-app ha influenzato i ricavi

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Netflix è stato uno dei preferiti di Apple per anni e ha ottenuto un grosso ricavo da questo rapporto. Ma dall’inizio di quest’anno il loro rapporto ha cambiato rotta e ora somiglia di più a una guerra fredda. Netflix ha perso il suo posto nelle liste con le app scelte dagli editor dell’App Store e anche nella classifica Top Grossing di Apple. Nemmeno a Apple è andata bene, con la perdita di milioni di dollari in commissioni. Chi ha vinto la battaglia? Vediamo di chiarire qui sotto la situazione.

Il Background del Conflitto di Netflix con Apple

Apple ha sempre inserito Netflix nelle liste delle migliori app e giochi da quando queste classifiche sono apparse nell’App Store con iOS 11. Come tutti sanno, gli editor di Apple sono esigenti sui candidati che scelgono di presentare (Scopri come promuovere la propria App nella sezione Oggi dell’App Store). Ma vista la possibilità di ricevere il 30% di commissioni da servizi molto utilizzati come Netflix, perché non rendere questi servizi ancora più diffusi? Un esempio: nel 2018 l’app Netflix è apparsa 99 giorni su 365 nelle liste in diversi Paesi, per un totale di 1961 volte.

Netflix AppStore
Alla fine del 2018, Netflix è diventata l’app più sponsorizzata nell’App Store

Secondo le statistiche, essere promossi così tanto ha aiutato il servizio di streaming a guadagnare 1,5 miliardi di dollari nel 2018, e Apple ha ottenuto un terzo di questa cifra come commissione.

Ma tutto è cambiato nel gennaio scorso, quando Netflix ha deciso di evitare le commissioni di Apple smettendo di utilizzare la funzione IAP (in-app purchase – acquisiti in-app) per vendere abbonamenti. Netflix ha infatti iniziato a reindirizzare gli utenti Apple alla propria pagina web e secondo i nostri calcoli, questo cambiamento nella strategia, ha fatto perdere ad Apple tra i 3,7 e i 5,5 milioni di dollari nel primo trimestre del 2019. In tutto il 2019, queste perdite potrebbero raggiungere i 44–67 milioni di dollari.

Una perdita così significativa non poteva passare inosservata. L’app Netflix è rapidamente caduta in disaccordo con gli editor dell’App Store. Netflix non compare più nella liste dell’App Store dal 24 febbraio.

Una volta persa l’alta visibilità nell’App Store, i ricavi di Netflix sono diminuiti.

Netflix AppStore Ricavi

Il numero di presenze di Netflix nelle liste dell’App Store (raffigurato nel grafico in verde chiaro) diminuisce bruscamente nell’autunno. I ricavi (rappresentati in verde) sono diminuiti gradualmente dall’inizio del 2019, quando Netflix ha ritirato l’opzione degli acquisti in-app per gli utenti Apple. 

Il 25 marzo poi, Tim Cook ha annunciato il lancio del servizio di streaming di Apple: Apple TV Plus, concorrente diretto di Netflix. HBO, Showtime e altri fanno già parte del nuovo servizio, ma significativamente non Netflix. Un mese dopo, Netflix ha rimosso il supporto per la diffusa applicazione AirPlay, dando la colpa al fatto che il servizio è diventato disponibile per i nuovi dispositivi (Samsung, LG e Sony inizieranno a funzionare con AirPlay nel 2019) e spiegando che non sarebbero stati in grado di fornire il giusto livello di supporto.

Nonostante lo sfavore degli editor dell’App Store, Netflix è ancora al primo posto nella categoria Entertainment. Ma senza comparire regolarmente nelle liste scelte dal team di esperti Apple, l’app ha perso la sua posizione nella classifica Top Grossing.

Netflix App Store Top Grossing
I ricavi di Netflix (qui rappresentati in giallo) sono diminuiti poco dopo l’annuncio ufficiale del nuovo servizio di streaming di Apple

Netflix ha tratto Beneficio da questa Battaglia con Apple?

In breve, sì. Diamo prima di tutto un’occhiata a una valutazione più attenta.

Uno degli indicatori del successo di un’azienda è la valutazione del valore delle sue azioni. Nel gennaio 2019, il primo mese dopo l’annullamento della vendita degli abbonamenti tramite App Store, le azioni Netflix sul NASDAQ di New York sono aumentate del 22%, passando da 276 a 337 dollari.

Questo significa che gli investitori hanno visto un valore maggiore in Netflix?

Ci sono 2 punti importanti qui:

1) Questi valori sono inferiori al massimo storico di luglio 2018, quando il prezzo ha raggiunto i 418 dollari. Pertanto, non si tratta di una crescita continua, ma della fluttuazione del prezzo delle azioni all’interno dell’intervallo locale.

2) In dicembre, la caduta del prezzo del titolo (che è proseguita da un picco a luglio) si è fermata. È possibile che questa notizia indichi un miglioramento per gli investitori di Netflix. Ma, più probabilmente, hanno avuto maggior peso le notizie sui risultati finanziari del quarto trimestre e sui piani del primo trimestre del 2019.

Alla luce di questi indicatori finanziari, le notizie sui pagamenti al di fuori dell’App Store non sono state percepite negativamente. Molto probabilmente, queste notizie hanno contribuito alla percezione positiva complessiva dei risultati e dei piani dell’azienda.

Passiamo ora alle relazioni di Netflix sui risultati del primo trimestre del 2019.

Secondo i report di Netflix, l’azienda ha guadagnato circa 4,5 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2019, il 22% in più rispetto al primo trimestre del 2018. Si tratta di una crescita inferiore a quella del quarto trimestre 2018, che è stata del 27%. Il tasso di crescita è diminuito di 5 punti percentuali nel trimestre. Questo potrebbe essere causato almeno in parte dal conflitto con Apple? Vediamo di capirlo.

All’inizio del 2018, la crescita trimestrale è stata del 40%, per poi rallentare al 27% (cioè circa un terzo). È più logico attribuire questo rallentamento alla saturazione del mercato e all’esaurimento delle opportunità di crescita leggera.

Fortunatamente per noi, Netflix nei suoi report ci dà l’opportunità di approfondire le statistiche sul numero di abbonati a pagamento, compresa la suddivisione tra Stati Uniti e resto del mondo. Ed è qui che viene il bello.

Nel mercato locale nel 2018, il numero di abbonati a pagamento di Netflix è aumentato del 10,7%, passando da 53 a 58,5 milioni di dollari; e nel primo trimestre del 2019 un ulteriore aumento del 3% ha portato il totale a 60,2 milioni di dollari, che in termini annui rappresenta il 12%. Rispetto al 2018, la crescita del primo trimestre del 2019 è stata superiore!

E che dire del costo medio dell’abbonamento? Netflix ha abbassato i prezzi per rimanere competitivo in assenza del supporto di Apple?

Ma tutto è sotto controllo: anche con le stime più modeste, il costo medio di un abbonamento è salito di almeno 10 centesimi, arrivando a 11,5 dollari (Netflix non ha ancora rivelato i dati esatti, ma i numeri dovrebbero essere più alti). In base a questa tariffa, questo costo medio significa che l’abbonato medio a pagamento negli USA guarda video su 4 schermi contemporaneamente, il che coincide con la famiglia media. Con una popolazione di circa 330 milioni di abitanti e circa 128 milioni di famiglie, possiamo stimare che la metà delle famiglie americane utilizza Netflix. Naturalmente, l’altra metà delle famiglie rimane ancora un’opportunità di crescita, ma, molto probabilmente, le possibilità più immediate di crescita sono già state esaurite.

Osservando non solo la continuità di crescita, ma anche la sua accelerazione nel primo trimestre del 2019, possiamo notare che il conflitto di Netflix con Apple non ha avuto un grande impatto sulla sua performance.

Nel mercato internazionale del 2018, gli abbonamenti a pagamento sono aumentati del 40%, da ~ 58 milioni di dollari a 81 milioni di dollari, e nel primo trimestre del 2019 a 88,6 milioni di dollari, con un +10% per il trimestre e un +40% in termini annuali! Anche il costo medio dell’abbonamento è rimasto allo stesso livello.

Così, in generale, l’impatto della battaglia con Apple non è stato determinante, e poi Netflix ha risparmiato sulle commissioni.

Vale la pena di notare che Netflix è ottimista per il futuro. La previsione di crescita del fatturato per il secondo trimestre del 2019 è stimata al 26%, 4 punti percentuali in più della crescita del primo trimestre del 2019. Se la previsione si avvererà, possiamo supporre che per il servizio nel suo complesso, la crescita continuerà ad un ritmo altrettanto rapido come prima.

La nuova Speranza

Mentre Apple e Netflix hanno cercato di risolvere questo problema, Netflix è diventato un “ospite” assiduo delle liste di Google Play: il numero di collegamenti al servizio è aumentato di 10 volte dal gennaio 2019. Tuttavia, questo non incide sui ricavi di Netflix.

Netflix Google Play
Il numero di presenze di Netflix nelle liste di Google Play (qui rappresentato in viola) è aumentato drasticamente dal gennaio 2019.

Ma Apple, in assenza di Netflix, ha trovato nuovi preferiti da proporre. Dall’inizio del 2019, VSCO e Fortnite sono diventate le app più visualizzate nelle liste dell’App Store.

App Store app promosse
Infatti, se si considera il numero di giorni in cui sono stati visualizzati, VSCO e Fortnite sono comparsi tra i preferiti quasi il doppio delle volte rispetto al numero 3 dell’elenco: l’app Sleep Cycle

Nel frattempo, Anche Apple si prepara a lanciare Apple TV Plus e la pagina dell’app è già stata ottimizzata nell’App Store.

App Store AppleTV
Fonte App Store

La sensazione è che ne vedremo delle belle!

Deep Linking Nel Mobile Marketing: Cosa Sapere per un’Implementazione senza Problemi

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Il deep linking nel mobile marketing è diventato oramai una pratica comune per assicurare all’utente un’esperienza fluida tra i vari ecosistemi (mobile-web e mobile nativo), ma anche per massimizzare i risultati di campagne retargeting e re-engagement

Un’implementazione corretta del deep linking aiuta anche a migliorare l’interazione in-app da parte degli utenti, favorendone azioni che ci permettono di aumentarne il valore. Inoltre, facilitando la transizione dal web al mobile (e viceversa), il deep linking ottimizza tutta la user journey. 

Quanti tipi di Deep Linking esistono? 

In breve, il deep linking su dispositivi mobile permette a un utente di aprire una pagina specifica in-app senza dover passare dalla Home Page dell’applicazione e ricercare da da solo il contenuto d’interesse. 

Nel caso in cui l’utente non abbia installato l’applicazione mobile, si parla di deferred deep linking. In termini pratici, questa funzionalità permette agli utenti di navigare verso contenuti specifici in-app anche dopo l’installazione. Ai marketing manager, invece, aiuta a essere sicuri che il contenuto presentato all’utente finale nella fase di acquisizione, sia visibile senza la necessità di effettuare una ricerca (vedi l’immagine qui di seguito).

Deferred Deep Linking - Mobile Marketing Italia
Source: Tune

Malgrado questa funzionalità sia stata la norma per molti anni sul web, sul mobile è stata una limitazione fino a poco tempo fa, vista la difficoltà nel archiviare i dati presentati all’utente anche in assenza dell’app sul dispositivo.

Dall’altro lato, abbiamo invece il contextual deep linking. Questa tipologia è molto simile al deferred deep linking, con l’aggiunta però di poter archiviare delle informazioni (ad esempio una campagna promozionale) durante il processo d’installazione. 

Contextual Deep Linking - Mobile Marketing Italia
Source: The Journal Blog

Con il contextual deep linking, gli app developers possono creare un’esperienza personalizzata per gli utenti appena accedono all’applicazione mobile – anche noto come “processo di on-boarding“. Pensate ad esempio all’opportunità di presentare una schermata di benvenuto per un evento specifico o con un codice promozionale. Come è facile capire, le opzioni sono diverse e senza dubbio a favore di un’esperienza mobile migliore. 

Quali Sono i Vantaggi del Deep Linking nel Mobile Marketing? 

I vantaggi di questa tecnologia da tenere in considerazione sono numerosi, ma possiamo raccogliere quelli principali in 5 categorie. 

1. Il Deep Linking Ottimizza l’Esperienza Utente

Una volta capito come fare il deep linking da un’inserzione all’app mobile, un singolo click può connettere l’utente alla destinazione desiderata. L’utente non si perde più in un labirinto di pagine.

La stessa logica può essere applicata a un deep linking da email ad applicazione mobile. 

2. Il Deep Linking Rinforza il Funnel di Conversione

Da un punto di vista del prodotto, e quindi non solo marketing, permettere a un utente di arrivare su pagine specifiche all’interno dell’applicazione mobile migliora il modo in cui gli utenti “consumano” l’app stessa. Naturalmente, dal lato marketing, con l’implementazione del deep linking riusciremmo anche a concentrarci su specifici prodotti od offerte in base alle necessità del momento e quindi a, potenzialmente, aumentare il tasso di conversione

3. Il Deferred Deep Linking Supporta le Campagne di Acquisizione

Con il deferred deep linking, si possono acquisire utenti e redirigerli a parti specifiche dell’app anche se non l’hanno ancora installata. Grazie a questa tecnologia, quando un utente clicca su un’inserzione senza avere l’app sul proprio dispositivo, è automaticamente rediretto all’App Store. I dati dal click, però, sono registrati (come visto in precedenza), quindi l’utente, una volta finalizzata l’installazione dell’app, arriva direttamente al contenuto dell’inserzione.

Questo fa in modo, non solo sostenere le attività di acquisizione, ma anche di aumentare il tasso di conversione post-install, presentando all’utente il contenuto che ha fatto scaturire l’interesse iniziale. 

4. I Deep Links Migliorano l’Attribuzione 

Il deep linking, quando implementato correttamente, permette non solo di migliorare l’interazione in-app, ma anche di capire quale canale contribuisce in modo migliore alla crescita della propria applicazione mobile.

Grazie a questa tecnologia, è possibile migliorare le attività di acquisizione utenti, come spiegato poco fa, e soprattutto con un click, far in modo da redirigere gli utenti a specifiche parti dell’applicazione mobile per un tasso di conversione migliore e una diminuzione dei costi di acquisizione.  

5. I Deep Links Performano meglio di altri Links

Una volta implementato il deep linking nell’ app mobile, è possibile vedere un aumento considerevole del tasso di retention, infatti a seconda della categoria in cui si opera, si possono vedere risultati di gran lunga migliori. 

Nell’immagine qui di seguito, è possibile vedere come il deep linking nel mobile marketing ha migliorato le performance di un’app di shopping. 

Deep Linking
Source: Appsflyer

Perché Implementare i Deep Linking?

Ci sono diversi modi con cui si può trarre vantaggio da questa tecnologia, qui di seguito vediamo le “best practices” da tenere a mente per un’ implementazione senza problemi. 

1. Retargeting, Retargeting e ancora Retargeting! 

Come già ripetuto più volte, alla base del deep linking nel mobile marketing ci dovrebbero essere strategie di retargeting ben pensate. Facendo il set up del link con parametri speciali, a seconda della soluzione di tracking (MMP) usata, per redirigere l’utente a pagine specifiche in-app, si possono aumentare non solo il tasso di conversione ma anche le conversioni per acquisti in app. 

Il deep linking è sicuramente importante per tutti i tipi di applicazione, però assume un ruolo speciale per quelle di e-commerce; infatti la possibilità di presentare a un utente un prodotto particolare, che è stato cercato in precedenza, può aumentare la possibilità di acquisto in maniera considerevole, come accade nel mondo web. 

2. Aumenta l’Interazione in App con Incentivi

L’uso di incentivi combinato al deep linking, sia per utenti nuovi che esistenti, permette di migliorare diverse metriche in-app, tra cui il tasso di retention ma anche acquisti in-app. Ci sono diversi tipologie d’incentivi che possono essere utilizzati con grande successo.

Ad esempio, le applicazioni di giochi possono offrire della valuta virtuale gratuita, o uno sconto sull’acquisto della stessa; mentre le app di shopping possono premiare la fedeltà dell’audience con sconti su prodotti specifici d’interesse. Le possibilità sono molteplici e fare test d’idee anche fuori dagli schemi convenzionali può portare a risultati inaspettati.  

3. Crea Links per Diverse Tipologie di Browser

A seconda del sistema operativo su cui si opera, ci sono considerazioni diverse da fare. 

Su iOS è abbastanza semplice, poiché nella maggior parte dei casi i links si aprono in Safari o in una preview dello browser. Quindi, se il deep linking non funziona in una delle app in cui la preview di Safari è abilitata, anche il deep linking non funzionerà. 

Su Android, invece, la situazione è più complessa, poiché c’è una grande varietà di browser a seconda del modello di dispositivo mobile (e sistema operativo). Questo significa che la fase di test per Android deve essere più lunga e fatta in maniera strategica. I tipi di browser più diffusi su Android sono: Google Chrome, Samsung Browser, UC Browser, e Opera Mini. 

4. Universal Link vs. Deep Link

Un’opzione presente solo su iOS è l’uso dei “breadcrumbs“, che permette all’utente di cambiare rapidamente dall’applicazione mobile a sito m-web senza alcun problema. 

Quando un’utente clicca su un Universal link, iOS decide, in base alle scelte fatte precedentemente, di aprire o l’applicazione mobile o la preview in browser. Questa decisione rimarrà salvata in futuro come favorita, anche se le intenzioni da parte degli utenti cambieranno. Tale situazione crea un problema nell’esperienza utente poiché non sarà possibile tornare nell’applicazione, bensì l’utente sarà “bloccato” nella view in browser. 

Un modo per ovviare a questo problema è quello di usare gli “Smart Banners”, per redirigere gli utenti da web all’applicazione mobile senza problemi usando deep linking. 

5. Deep Linking da Email ad Applicazione Mobile per il Tracking delle Performance

Tipico delle applicazioni Istruzione, e-Commerce, Fitness, e Cibi e Bevande, il tracking delle performance è uno strumento molto utilizzato per controllare i risultati degli utenti in-app. Ad esempio, frequentemente applicazioni mobile di fitness utilizzano una comunicazione via email per informare gli utenti di aver raggiunto un determinato livello nel loro percorso. Aggiungendo un deep link dietro questa comunicazione è possibile rimandare l’utente a una schermata specifica nell’app, dove sono disponibili i propri risultati. 

Leggi anche: Sviluppare una strategia paid acquisition su scala mondiale: il caso Runtastic

Da un punto di vista marketing, non solo a livello digitale, il tracking delle performance è un modo molto efficace per mantenere il tasso di engagement alto, non solo perché l’utente è invitato a rivisitare il proprio profilo più volte durante la settimana o il mese (e potenzialmente a condividerlo sui propri profili social), ma anche perché si possono creare delle strategie di content marketing mirate a specifiche audience. 

 In Conclusione

KEY LEARNINGS: 

  • Il deep linking, se implementato correttamente, può aumentare il tasso di retention e gli acquisti in-app
  • Grazie al deep linking possiamo offrire promozioni speciali anche a chi non ha ancora installato la nostra applicazione mobile
  • L’esperienza utente, nonché l’interazione nel funnel, aumenta grazie a una strategia di retargeting o re-engagement combinata con funzionalità deep linking
  • Il deep linking può supportare attività di acquisizione utenti 

SUGGERIMENTI:

  • Prova ad aumentare il tasso di retention con una strategia di email marketing combinata a deep linking
  • Testa diversi contenuti a seconda dell’audience di riferimento e proponi contenuti specifici in-app grazie al deep linking
  • Studia incentivi particolari in collaborazione con altri team per aumentare il tasso di conversione in-app
  • Pensa a come utilizzare gli “smart banners” per aumentare le visite in-app piuttosto che a una preview in browser

Fenomeno FaceApp: caso fortunato o strategia mobile mirata?

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Da alcune ore è scoppiata in Italia la FaceApp mania, un’app che, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, riesce ad invecchiare le foto di persone in modo particolarmente realistico.

Noi stessi siamo venuti a conoscenza dell’app Domenica pomeriggio, leggendo le notizie sportive in Italia, grazie a questo articolo trovato su Sportmediaset dove si mostrava come due calciatori dell’Atalanta (Gomez e Petagna) scherzavano sulla pesantezza degli allenamenti della preparazione estiva mostrando foto di loro invecchiati.

FaceApp Petagna FaceApp Gomez 

Non è stato difficile risalire all’app utilizzata dai due calciatori per creare le foto, poiché in alcune delle immagini pubblicate si vedeva abbastanza chiaramente il nome dell’app in basso a destra (lasciato per errore oppure volutamente?).

FaceApp Gomez Moglie

Abbiamo quindi scaricato l’app e iniziato ad utilizzarla sulle nostre foto e quelle dei nostri amici: il risultato è stato a dir poco esilarante, tanto che una volta postata una delle foto sui nostri account Instagram personali, abbiamo iniziato a ricevere decine di messaggi per sapere di quale filtro si trattasse.

FaceApp Lorenzo

Visto il successo riscontrato, e la rapidità con tutti i nostri contatti su Instagram e Facebook hanno cominciato a postare foto “invecchiate”, ci siamo incuriositi ed abbiamo iniziato a fare qualche ricerca su questa app, che in realtà non è nuovissima poiché è stata rilasciata per la prima volta nel Gennaio 2017 (e aveva già avuto un boom di utilizzo nell’Aprile 2017).

La cosa che cattura subito l’attenzione è che FaceApp è al primo posto delle app gratuite sullo store italiano, per tutte le categorie.

FaceApp App gratuita chart

Ancora più interessante è l’effetto domino che ha portato Oldify, una app simile a FaceApp ma a pagamento, in cima alla classifica delle paid app.FaceApp Paid chart iOS

Abbiamo sempre creduto che invecchiare fosse l’incubo di ogni persona, e di punto in bianco, tutti vogliono vedersi più vecchi. Non avremmo mai creduto di arrivare a tutto ciò, e solo per due foto postate su Instagram da due calciatori noti non a tutti (senza offesa per Petagna e Gomez, ma non stiamo parlando di Ronaldo, Messi o Buffon).

Boom FaceApp: casualità o pianificazione?

Andiamo ad analizzare alcuni aspetti per provare a dare una risposta.

Prima di tutto, espandiamo l’analisi del ranking anche ai principali mercati europei e US, includendo anche i dati Android.

faceapp ranking ios
FaceApp – Ranking iOS

 

FaceApp ranking android
FaceApp – Ranking Android

Se guardiamo attentamente possiamo vedere come a partire dall’11 luglio per iOS e dal 13 luglio per Android, FaceApp ha iniziato a scalare posizioni nelle classifiche delle app più scaricate attraverso tutte le categorie (quindi non solo per la categoria di riferimento) fino ad arrivare al primo posto in tutte i mercati analizzati (Francia, Germania, Italia, Spagna, Inghilterra, Stati Uniti).

Addirittura per Android, nei giorni precedenti al 13 Luglio, in molte delle nazioni prese in considerazione, l’app non era nemmeno nella classifica delle prime mille, quindi il balzo è ancora più significativo.

A questo punto dobbiamo necessariamente porci una domanda: quanto è probabile che alcune foto postate sui social media personali dei calciatori di una squadra italiana conosciuta ma non troppo (non ce ne voglia l’Atalanta) abbiano influenzato mercati come Inghilterra o Stati Uniti? La risposta è: poco.

Per toglierci ogni dubbio, abbiamo quindi analizzato altri due mercati: Russia e Australia, ed abbiamo visto lo stesso trend degli altri mercati precedentemente visti.

FaceApp - Ranking iOS, Australia e Russia
FaceApp – Ranking iOS, Australia e Russia

Con questi dati alla mano, possiamo affermare che quello che all’inizio sembrava davvero un boom causale, possa davvero essere il frutto di un’attività di influencer marketing coordinata attraverso più mercati, dove l’azienda dietro FaceApp è andata a pagare personaggi mediamente famosi per pubblicare foto dei loro volti invecchiati tramite la tanto discussa app.

Un’osservazione che i più attenti possono fare è che le nuove policies di Instagram prevedono che qualora ci sia una partnership di influencer marketing, la celebrità che riceve soldi per sponsorizzare un prodotto debba rendere chiaro che si tratti di una “paid partnership”

esempio paid partnership
Esempio di Paid Partnership su Instagram

Resta il fatto che i brand, specialmente quelli meno conosciuti, possono tranquillamente accordarsi con gli influencers o promotori (specialmente con quelli più piccoli o non estremamente famosi) siglando accordi “nascosti”, quindi la teoria della strategie di Influencer Marketing pianificata da FaceApp ha ancora senso.

Effetto influencer Vs Componente Virale

Effettuando una rapida ricerca vediamo come tanti altri giocatori di calcio di squadre italiane hanno risposto ai post originali di Petagna e Gomez, pubblicando a loro volta foto invecchiate tramite la stessa app. Ma anche in tante altre nazioni le celebrità stanno postando i selfie dove sembrano vecchi, e l’hashtag #FaceApp sta spopolando su Twitter con i personaggi famosi che postano divertiti e sorpresi i loro look da vecchi.

Siamo quindi arrivati al punto dove all’effetto influencer si aggiunge una componente virale, tanto che diventa difficile stabilire da dove sia partito il trend o addirittura distinguere tra paid-influencer (gli influencer che promuovono il servizio perché pagati per farlo) e viral-influencer (gli influencer che promuovono il servizio di loro spontanea volontà).

Dobbiamo precisare che il primo mercato a mostrare segni di FaceApp mania è stato quello degli US, dove il 12 Luglio FaceApp era già al 16° posto della classifica delle app più scaricate, mentre nelle altre nazioni non era ancora nella Top 100.

Purtroppo con i dati che abbiamo a disposizione, sebbene abbastanza significativi, possiamo fare supposizioni su come sia partito questo trend, senza però avere la certezza. Ma considerato quello che abbiamo visto, le probabilità che sia un effetto casuale sono davvero limitate, e ci sentiamo di affermare che ci troviamo di fronte ad una vera e propria strategia globale di User Acquisition basata su influencer conosciuti solo a livello nazionale.

I learnings del caso FaceApp:

Nonostante non saremo probabilmente mai in grado di sapere la verità, da questa storia possiamo comunque trarre insegnamenti veramente importanti per le attività di user acquisition delle nostre applicazioni:

  • L’influencer marketing funziona, sempre. Esso sia voluto o meno, quando una celebrità parla di un prodotto sui social, i followers lo andranno a provare (soprattutto se il contenuto è autentico, e non si capisce bene che sia una campagna marketing)
  • La componente virale è chiave: tutti provano ad andare virali, ma non tutti ci riescono. 
  • Il watermark è fondamentale: senza il logo “FaceApp” sulla foto le persone non sarebbero mai state in grado di conoscere quale era l’app
  • Effetto domino: la componente virale del “diventare vecchi” ha portato benefici anche ad altre app simili a FaceApp, tanto che gli utenti hanno scaricato app a pagamento, magari in cerca di un servizio migliore a quello offerto dall’app gratuita.

I nostri consigli

Non considerare l’influencer marketing nel mix di user acquisition per la vostra app mobile è sicuramente un errore grave.

I dati mostrano infatti come 1/5 dei consumatori americani abbiano effettuato almeno un acquisto in seguito ad una campagna di influencer marketing su Twitter, Youtube o Facebook.

Considerando che il tempo passato sulle piattaforme social sta continuando a crescere costantemente, ha senso dire che le strategie di influencer marketing per le applicazioni mobile diventeranno sempre più importanti negli anni a venire.

Leggi qui i consigli su come sfruttare l’Influencer marketing per promuovere una applicazione mobile.

Ottimizzazione inserzioni Facebook: come scegliere i giusti parametri

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Immaginate di essere in una situazione in cui abbiamo del budget a disposizione per lanciare una nuova campagna, delle creatività nuove che siamo sicuri possano avere un miglior CTR delle precedenti, e delle nuove audience da esplorare. Una situazione in cui ogni performance marketer si è trovato almeno una volta.

Iniziate quindi ad impostare la campagna su Facebook, decidete la tipologia e obiettivo desiderato – di solito Installazione dell’App – selezionate la audience di riferimento, il targeting e tutte le opzioni, fino ad arrivare al grande dubbio di ogni Facebook Manager: quale tipo di ottimizzazione delle inserzioni utilizzare?

Ottimizzazione Inserzioni Facebook per eventi nell’app (AEO) o per valore creato (VO). Quale scegliere e perché?

Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo capire quali sono le differenze tra i due sistemi di ottimizzazione delle inserzioni.

ottimizzazione inserzioni facebook
Eventi nell’app o Valore Creato. Quale usare?

Facebook ci da infatti la possibilità di scegliere in base a quale obiettivo vogliamo che le nostre campagne vengano mostrate all’audience di riferimento. In poche parole, è un modo per fornire all’algoritmo informazioni importanti al fine di ottimizzare ulteriormente la delivery delle inserzioni.

In termini di ottimizzazione delle campagne, e nel caso specifico delle campagne con obiettivo Installazione dell’App, possiamo scegliere tra 4 opzioni in base a cosa vogliamo ottenere:

  • Installazione dell’app: le inserzioni verranno mostrate a persone che potrebbero installare l’app
  • Click sul link: le inserzioni verranno mostrate a persone che potrebbero cliccarci sopra
  • Eventi nell’app: le inserzioni verranno mostrate a persone che potrebbero eseguire un’azione specifica nell’app almeno una volta
  • Valore: le inserzioni verranno mostrate alle persone che potrebbero portarvi un determinato valore dopo l’installazione dell’app

In questo articolo ci focalizziamo sulle ultime due, in quanto sono non solo le opzioni più nuove, ma anche quelle che potrebbero essere meno immediate da comprendere, e più utili in caso di grandi budget da spendere.

Ottimizzazione per Eventi nell’app (AEO – App event optimization)

Le parole già nascondono parte della risposta: stiamo istruendo l’algoritmo a ottimizzare la campagna in base a specifici eventi che desideriamo vengano completati dai nostri potenziali utenti.

In questo modo, Facebook cercherà quelle persone che sono più inclini a compiere una determinata azione all’interno dell’app.

Per esempio, supponiamo che l’evento all’interno dell’app più importante per il nostro business è costituito dall’inizio del periodo di prova gratuito delle funzioni premium.

Una volta impostata e lanciata la campagna su Facebook, questa inizia a generare i primi downloads e gli utenti cominciano ad usare l’app; e una parte di questi utenti inizierà il periodo di prova.

Se il setup degli eventi personalizzati è stato fatto correttamente, Facebook osserverà quali clienti effettuano questo tipo di eventi e, una volta finita la prima fase di learning, l’algoritmo sarà in grado di iniziare una nuova fase in cui mostra l’inserzione solo a quelle persone che hanno caratteristiche in comune con coloro che hanno iniziato il periodo di prova gratuito (ovvero l’evento per cui la campagna è ottimizzata).

Questo tipo di ottimizzazione farà scaricare l’app ai potenziali utenti che sono più inclini a realizzare l’evento selezionato.

Durante il setup della parte budget e programmazione, Facebook chiede di solito quanto siamo disposti a pagare per ogni singolo evento (bid). Tale cifra viene usata per calcolare a quante auction (letteralmente “aste”) la vostra inserzione parteciperà, e quanto siete competitivi.

Ovviamente dobbiamo provare ad essere realistici con la cifra che inseriamo come bid: se è troppo bassa, infatti, l’algoritmo non riuscirà ad inserire l’inserzione in nessuna auction, e la campagna non otterrà nessuna impression, o poche centinaia al giorno – che non sono abbastanza per dare all’algoritmo i dati per ottimizzare.

ottimizzazione inserzioni facebook
Bid e Budget sono elementi fondamentali dell’impostazione campagna

É consigliato quindi di partire con un bid medio alto (25% in più di quello che ritenete un valore medio realistico), così da poter avere dei risultati migliori e un CPA inferiore rispetto al valore inserito.

Un altro importante consiglio è quello di avere un buon rapporto tra il bid e il budget giornaliero (o totale). Se questo rapporto è troppo piccolo, l’algoritmo non avrà modo di sperimentare e, anche in questo caso, finirete con avere poche impressions.

Una delle best practice è quella di avere un budget giornaliero almeno 20 volte più alto del bid, in modo da garantire all’algoritmo la possibilità di cercare abbastanza utenti che compiano l’azione desiderata.

Esempio: se il bid scelto è € 20 per l’inizio di un periodo di prova, allora il budget giornaliero dovrebbe essere di almeno € 400.

Ottimizzazione per Valore (VO – Value Optimization)

L’ottimizzazione in Value Optimization differisce dalla AEO nel modo in cui l’algoritmo seleziona gli utenti a cui mostrare l’inserzione. In questo caso, Facebook mostra l’inserzione alle persone che sono più inclini a massimizzare il valore generato dalle inserzioni. Per valore in questo caso si intendono i ricavi, ovvero la quantità di soldi spesa dagli utenti all’interno della vostra app (nel caso la vostra app preveda sottoscrizioni di servizi a pagamento, o sia un e-commerce, per esempio).

L’ottimizzazione per valore rappresenta un’ottima opzione quando siamo a conoscenza dei nostri obiettivi di ROAS (Return On Advertising Spent) in quanto durante la fase di setup possiamo indicare all’algoritmo di Facebook in modo concreto quale ROAS vogliamo ottenere con una precisa campagna.

Ad esempio se l’obiettivo è avere un ROAS del 20% in una settimana, Facebook mostra l’inserzione a persone che hanno probabilità di spesa più alta rispetto alle persone a cui l’inserzione sarebbe stata mostrata se avessimo scelto un ROAS goal del 10%.

ottimizzazione inserzioni facebook
L’ottimizzazione a Valore si focalizza sul ROAS

In questo caso dobbiamo assolutamente essere certi che il nostro SDK stia inviando a Facebook i dati relativi alla revenue generata dagli utenti, altrimenti l’algoritmo non può sapere che valore sta generando.

Anche in questo caso è opportuno essere realistici con i goal di ROAS, e dobbiamo tenere sempre in considerazione che gli utenti che spendono di più sono sempre una minima parte.

In questo tipo di ottimizzazione, a seconda del ciclo di acquisto della vostra app, è importante anche essere pazienti, in quanto il processo di ottimizzazione del ROAS può essere abbastanza più lungo rispetto ad un semplice evento fatto dagli utenti.

Qual è il Miglior Metodo di Ottimizzazione delle Inserzioni su Facebook?

La risposta, come spesso capita in questi casi, è dipende.

Dipende dal tipo di business, dagli obiettivi del vostro team e della vostra azienda, dal ciclo di vita del prodotto e da tanti altri fattori.

Inoltre, un tipo di ottimizzazione non esclude l’altro; una singola campagna potrebbe contenere un’audience ottimizzata con AEO e una per Valore.

Esempi di possibile setup.

Supponiamo che una campagna di acquisizione abbia al suo interno 3 AdSet con 3 audience diverse:

  • Lookalike 1% (basata sui clienti che hanno effettuato un acquisto)
  • Interest base (persone interessate a business simili al vostro)
  • Broad prospect (nessun interesse o audience particolari)

In questo caso utilizzare entrambe le ottimizzazioni potrebbe essere una strategia vincente, vediamone il motivo:

Audience 1

La prima audience (Lookalike 1%) è una lista molto targettizzata e ristretta, quindi è molto probabile che questi potenziali utenti convertano bene senza troppi sforzi di ottimizzazione. E’ un tipico esempio di lista in cui abbiamo una qualità molto alta ma una quantità limitata.

Proprio per questo motivo vogliamo raggiungere ogni singola persona in questo gruppo, facendo in modo che la percentuale di audience non raggiunta dalle nostre inserzioni sia minima.

Come fare? In questo caso può essere di aiuto scegliere un’ottimizzazione AEO selezionando un un evento che non è troppo lontano dal download nel funnel di conversione. Sarebbe probabilmente inutile ottimizzare questa lista selezionando un evento come l’inizio del periodo di prova o l’acquisto (eventi lontani dal download nel funnel), in quanto la lista creata è già “filtrata” per questo evento. Probabilmente ottimizzando per il signup (evento upper funnel) questi utenti convertiranno comunque bene e raggiungeremo un buon 70/80% dell’audience, una buona parte della quale effettuerà un inizio di prova o un acquisto.

Learning:  qualità alta della lista = ottimizzazione AEO per evento facile da ottenere (upper funnel)

Audience 2

La seconda audience (interest base) è ancora abbastanza targettizzata, ma sicuramente meno della prima. In questo caso una buona tattica può essere quella di ottimizzare questa audience per un evento del funnel più lontano dal download. Ad esempio: “inizio prova gratuita” o il completamento di un certo livello del gioco/app.

In questo modo bilanciamo la qualità buona ma non eccellente dell’audience, con un evento più vicino ai nostri goal. Una buona pratica in questo caso è che il bid utilizzato per questo evento sia più alto del bid utilizzato per l’evento della campagna con audience lookalike 1%.

Learning: qualità media = evento più in profondità nel funnel

Audience 3

La terza audience è quella più ampia e meno targettizzata. Praticamente è il “campo di battaglia” più ampio, con una qualità minore ma con una reach decisamente molto ampia. In questi casi, a meno che il budget non sia davvero molto grande, è difficile raggiungere il 100% di questa audience.

In questo tipo di situazioni può essere utile provare l’ottimizzazione per valore. Così facendo, diamo indicazione all’algoritmo di “filtrare” gli utenti di questa ampia audience in modo da targettizzare solo i clienti che hanno una maggiore potenzialità di spesa, evitando di sprecare impressions (e quindi budget) per utenti che non hanno le caratteristiche necessarie per convertire bene.


ottimizzazione inserzioni facebook

E voi? Come impostate le campagne di acquisizione e quale strategia di ottimizzazione delle inserzioni Facebook preferite? Fateci sapere nei commenti!

In conclusione:

KEY LEARNINGS:

  • Facebook offre la possibilità di scegliere in base a quale obiettivo vogliamo che le nostre campagne vengano mostrate all’audience di riferimento
  • Per le campagne Installazione dell’App, possiamo scegliere tra 4 opzioni di ottimizzazioni: Installazione dell’App, Click sul Link, Evento nell’App (AEO), Valore Creato (VO).
  • Con AEO l’algoritmo di Facebook ottimizza la campagna in base a specifici eventi che noi desideriamo vengano completati dai nostri potenziali utenti.
  • Con il VO l’algoritmo di Facebook mostra l’inserzione alle persone che sono più inclini a massimizzare il valore generato dalle campagne.

SUGGERIMENTI:

  • Testate ottimizzazioni dell inserzioni Facebook diverse per audience diverse
  • Se l’audience è molto specifica, utilizzate un evento del funnel non troppo lontano dal download
  • Se l’audience è broad, utilizzate un’ottimizzazione basata sul Valore (VO)
  • Impostate un bid realistico (meglio più alto che più basso rispetto ai vostri target)

Hai bisogno di aiuto con le campagne Facebook per generare installazioni della tua app? Contattaci!


Photo by Will Francis on Unsplash

CASE STUDY – Sviluppare una strategia paid acquisition su scala mondiale: il caso Runtastic

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Una delle parole preferite dai performance marketers è “scalabile.

Una campagna è scalabile quando può espandersi velocemente senza incontrare ostacoli di sorta. In particolare, un secondo significato viene molto spesso sottinteso nel performance marketing: scalare paid user acquisition non vuol dire solo espandersi in termini di budget e persone raggiunte, ma anche mantenere una crescita direttamente proporzionale nei risultati ottenuti.

Questo parola è spesso usata (ed abusata) nel mondo delle startup, ma incontra la sua vera essenza nei business più maturi. Perché “essere scalabili” nelle performance non è automatico: necessita di una serie di passi e considerazioni piuttosto importanti.

CONTESTO

Acquisita da Adidas nel 2015, Runtastic è una delle app di punta in ambito mondiale per quanto riguarda la categoria Health and Fitness con 240+ milioni di download e 150+ milioni di utenti nel mondo.

Specializzata in tracking per lo sport della corsa con l’app Runtastic Corsa & Fitness, si è sviluppata anche in altre branche del settore, come diari alimentari con Runtastic Balance, pedometri con Runtastic Steps e allenamento a corpo libero con Runtastic Results.

Quest’ultima, rappresenta una delle più grandi opportunità che ha la nostra azienda in termini di nuovo target possibile di utenti da raggiungere, per non parlare dei potenziali ricavi. Infatti, la target audience è molto più grande di Runtastic Corsa, grazie al fatto che non servono equipaggiamenti, né uscire di casa per fare un workout.

Il business model di Runtastic è dato da un un modello freemium: installazione e alcune sezioni sono gratis; per avere invece i piani personalizzati e più completi va comprato un abbonamento di durata e prezzo che variano.

SFIDA

        Runtastic Results                  Runtastic Results

La nostra sfida era semplice: dovevamo iniziare a promuovere e a scalare con profitto Runtastic Results a livello globale. Aumentare il budget mantenendo o addirittura incrementando la resa non è semplicemente aggiungere un paio di zeri ma va fatto seguendo uno serie di steps molto importanti, tutti accomunati dalla domanda “funzionerà?”.

Il fattore più importante da considerare erano, sono e saranno sempre gli obiettivi (i “goals”): loro saranno sempre il tuo faro nell’incertezza.

Il nostro obiettivo era riuscire a mantenere lo stesso ROI espandendosi a più paesi nel mondo possibili, incrementando la spesa giornaliera, e non solo per un giorno o due, ma per un periodo di tempo sostenibile (almeno per un trimestre).

Budget

Il primo punto da affrontare era stimare il nostro budget giornaliero, sia in fase di crescita che in fase di massima espansione. Questo ci ha permesso di allineare noi ed il management sulle aspettative che le nostre campagne avrebbero creato. Difatti, come detto prima, aggiungere zeri funziona nel breve, ma non per una crescita ragionata e costante.

Servono un paio di giorni se non settimane in cui si cresce di +5%/+20% almeno una volta alla settimana, mantenendo gli stessi risultati. Se i risultati non arrivano per 2 o 3 giorni di fila, qualcosa va cambiato. Inoltre bisogna tenere conto delle particolarità del canale stesso: l’algoritmo di Google UAC sopporta peggio di Facebook cambiamenti giornalieri di budget in termini di performance, quindi bisogna limitare gli scaglioni per questo canale. Nel nostro caso, ci abbiamo messo quasi 2 mesi per spendere a pieno regime, dopo un ammontare incredibile di test.  

Leggi anche: Promuovere La Tua App Con Google: Cosa Sapere

Canali

Da qui, abbiamo deciso i canali su cui focalizzarci, e all’interno di essi, i paesi. Eravamo in due persone ad operare su differenti account e, per mantenere un’elevata localizzazione e possibilità di ottimizzare ogni singola campagna al meglio, abbiamo deciso di focalizzarci non su lingue, ma su paesi singoli. Questo ha portato alla creazione di 200+ campagne differenti su 6+ canali di acquisizione differenti in 90+ paesi nel mondo (qualche centinaio di adsets e un paio di migliaia di ads).

Inoltre, abbiamo diviso i paesi per tipo:

  1. Paesi core: che avrebbero assorbito più budget e avrebbero avuto tutti i canali attivi;
  2. Paesi non-core 1: che avrebbero assorbito circa il 25% del budget e avrebbero avuto 2 o 3 canali di acquisizione differenti;
  3. Paesi non-core 2: con circa il 10% del budget e 1 canale di acquisizione + eventualmente 1 abbastanza automatizzato (ad esempio Google UAC)
  4. Paesi non-core 3: con circa il 5% del budget e solo 1 canale di acquisizione.

Creatives e Asset visuali

Visti i canali ed i paesi ci siamo concentrati sulla nostra audience al fine di tarare al meglio la nostra offerta. Runtastic ha la fortuna di avere un media team in-house che provvede a tutte le esigenze di User Acquisition in termini di video o immagini.

Dopo aver analizzato i dati disponibili, abbiamo selezionato i video che avevano storicamente il miglior Click-Through Rate (CTR) e il minor Cost per Install (CPI) e, grazie al media team, abbiamo creato dei concetti di campagne generali che potevano andare bene su scala mondiale. Allo stesso tempo, li abbiamo localizzati in 24 lingue differenti con piccoli accorgimenti per avere una campagna super local!

Ogni asset è stato creato in differenti formati assecondando le best practices richieste dal canale di acquisizione (ad esempio Video formato 1:1 per Facebook & Instagram).  

La naming convention e il reporting

Avendo obiettivi, piano budget, paesi e creatives, quello che ci mancava era una piccola assicurazione salvavita nel mondo dei dati: una naming convention basata su una struttura di reporting funzionale per analizzare velocemente dati di campagne provenienti da piattaforme diverse, non solo in termini di ROI, ma anche per quanto riguardava ottimizzazione diretta (CTR, CPI, CPA etc.).

Ad esempio, ci bastava uno sguardo alla colonna giusta per sapere che un tipo di creative di un canale funzionava meglio in un paese e potevamo decidere velocemente dove allocare meglio il budget.

Avere un reporting semplice da capire e che mostri il quadro generale ma anche il dettaglio, è stato essenziale per descrivere i nostri progressi. Se un team di Business Intelligence insieme al MMP vi forniscono dati esaustivi è meglio, ma con una buona naming convention, una pivot su excel è molto facile da creare.  

Le prime campagne

Le prime campagne sono sempre le più difficili e anche per noi è stato così. Sono quelle dove va mantenuto un certo livello di spesa per “insegnare” agli algoritmi ad utilizzare i nuovi creatives, tarare al meglio le audiences e iniziare a studiare i primi report. E’ qui che si è concentrato il nostro lavoro nel primo mese, studiando nei più piccoli dettagli tutte le variabili al fine di mantenere un certo livello di ROI e facendo un sacco di test soprattutto sui differenti tipi di audience (sesso/età/lookalike/OS/etc.).  

Crescere

                         

Quando le campagne iniziano a produrre i risultati desiderati, va iniziata la fase di crescita, incrementando la spesa un paio di volte alla settimana. E’ buona prassi non superare il +20% per non perdere ciò che gli algoritmi hanno analizzato fino ad ora (o almeno così si dice nell’industria).

Come detto prima, bisogna anche considerare che alcuni canali di acquisizioni sopportano meglio questi cambi rispetto ad altri (vedi Facebook vs Google UAC), quindi il nostro aumento di budget era quasi bi-giornaliero dove funzionava e settimanale dove avrebbe distrutto gli apprendimenti degli algoritmi. Il nostro secondo mese è stato dedicato alla crescita costante.  

Ottimizzazione

Ottimizzazione e crescita devono andare di pari passo e per noi ottimizzare voleva dire continuare a cercare audience, video e meccanismi sempre più efficienti, ovvero che offrissero il miglior ROI per il minor CPI. Inoltre, avevamo creato tutta una serie di trigger sotto forma di email a seconda dei canali differenti al fine di avere sempre la situazione sotto controllo nei mercati minori. Il nostro tempo era la risorsa più preziosa e quindi ci siamo dedicati come il budget era stato diviso: di più a quelli che spendevano di più e così via. Di fatto, 7-8h al giorno erano dedicate al 85% del budget e 1-2h al restante 15%, solo se necessario.

Organic vs Paid

In performance marketing, quando cresci oltre una certa soglia, devi pensare che inizi ad interferire con la sfera organica. Noi, in un paio di mercati, siamo entrati di prepotenza nel mondo organico, scalando i rankings grazie a migliaia di download in più al giorno. Alcuni anche per nostra sfortuna: infatti, ad esempio, siamo finiti tra i primi posti della categoria Health&Fitness nel Google Play store India, ma abbiamo scoperto che il modello di business che offriva 7 giorni gratuiti con rinnovo a pagamento automatico, così comune nel mondo occidentale, in India non piaceva. Siamo stati sommersi da una valanga di review negative, che ci ha indotti a modificare il nostro business model in quel mercato, ma il danno in termini di rating medio era fatto, causando caduta nelle installazioni organic e un costo di acquisizione molto più alto per quelle paid. Questo è solo un esempio, ma e’ uno degli ostacoli che si può trovare quando si “scalano” campagne.

Mantenere il controllo

Nonostante questo ed altri passi falsi, siamo riusciti a raggiungere il livello di spesa giornaliera teorizzato dopo circa 2 mesi con un ROI più che soddisfacente. La parte più difficile era fatta, ora andava mantenuto il controllo. Per mantenerlo, abbiamo lavorato su più fronti:

  1. Identificare i canali che mantengono un ROI più stabile giorno dopo giorno e valutare se possono espandersi ulteriormente.
  2. Identificare i migliori creatives ed elaborare altre varianti dei temi migliori in maniera da non esaurire effetti positivi (dopo 2 o 3  settimane a quel livello di spesa i creatives si sarebbe esauriti tutti = la frequenza con cui venivano mostrati agli utenti sarebbe cresciuta troppo e con essa, il costo)
  3. Identificare le audience che si possono saturare prima e iniziare a pensare dei ricambi per il futuro, basandosi su eventi nuovi o combinazioni degli stessi.
  4. Identificare trend di tipo mondiale (dalle stagioni a eventi di scala mondiale) al fine di non perdere contatto con la realtà: nel nostro caso, se è estate nell’emisfero boreale, probabilmente avere attività all’aria aperta è più attraente nelle pubblicità; viceversa, attività al chiuso è più promozionale per l’inverno australe.
  5. Studiare correlazioni tra acquisizione e utilizzo dell’app in futuro: più il tempo passa, più dati si avranno. Ad esempio, studiare il LTV di un user acquisito tramite certi canali, oppure quanti e quali workout deve fare per essere convinto a sottoscrivere un abbonamento, teorizzare potenziali a/b test sul prodotto etc.

Prevedere il futuro e piano B, C, D….

Durante la fase di mantenimento, tante cose possono andare storte e, una campagna che funziona, potrebbe non farlo più per una miriade di ragioni il giorno dopo. La scalabilità e l’espansione su scala mondiale vogliono dire che ci saranno tantissime possibilità per compensare campagne che smettono di funzionare.

Quindi l’ultimo step è creare delle stime di check-in per metà mese, la fine del mese o del trimestre. Ad ogni check-in, noi adattavamo le previsioni in maniera da avere sempre una visione reale e proattiva sulle nostre campagne future.

RISULTATI

In 2 mesi siamo riusciti a raggiungere +500% del budget giornaliero mantenendo intatto l’ROI prefissato e anzi, aumentandolo nel medio periodo per alcuni mercati. Durante il trimestre abbiamo anche scoperto molte particolarità di alcuni paesi che non conoscevamo a fondo e abbiamo imparato molto di più (o meglio, stiamo ancora imparando) sui comportamenti dei nostri utenti su scala globale.

KEY LEARNINGS

Scalare è facile, alla fine basta aggiungere uno o più zeri al tuo budget. Scalare con risultati è incredibilmente difficile e vanno considerate una miriade di aspetti differenti, ma la cosa più importante è avere dati accessibili, comprensibili e utilizzabili ogni giorno per prendere le decisioni più giuste. Bisogna inoltre avere pazienza e testare tante possibili soluzioni di creatives/audiences/canali di acquisizione e mercati, al fine di avere più “backup plans” quando qualcosa andrà storto.

CASE STUDY – Ridurre i CPA delle campagne Facebook con ottimizzazione per eventi e reach più ampia: il caso Skoove

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I processi di ottimizzazione di una campagna di performance marketing sono in continua evoluzione, e questo rappresenta forse la più grande differenza con le campagne di marketing tradizionale. Si prenda ad esempio una campagna pubblicitaria in TV, dove c’è un grande sforzo iniziale per ideare e produrre i contenuti da mandare in onda, ma che una volta live non hanno grande spazio di ottimizzazione.

Nel Mobile Marketing, al contrario, il processo di ottimizzazione è una variabile fondamentale per il successo della campagna. Se da un lato è vero che le ottimizzazioni vengono fatte sempre più a livello tecnico dagli algoritmi delle diverse piattaforme o networks (uno degli esempi più palesi sono le UAC di Google), è altresì vero che le informazioni che il manager fornisce alle piattaforme di advertising possono fare la differenza.

CONTESTO

Skoove è una piattaforma online per imparare a suonare il pianoforte e,  in futuro, anche altri strumenti. Come succede spesso negli ambienti start-up, anche a Skoove i processi di ottimizzazione sono volti ad ottenere un CPA sempre più basso (CPA = Cost per action: costo per l’azione che si desidera essere compiuta dall’utente). Nel nostro caso specifico, l’azione a cui siamo interessati dopo il download è l’iscrizione a pagamento ad uno dei piani offerti (mensile, trimestrale o annuale), quindi il CPA rappresenta il costo per acquisire un utente che paga per un’iscrizione.

Il funnel della nostra app tuttavia è abbastanza lungo e complicato: ci sono infatti molti passi intermedi tra il download e il pagamento dell’iscrizione al servizio.

skoove funnel

Per Skoove, durante i primi mesi del 2018, la ricerca di un CPA più basso è stata molto più pressante del solito, in quanto legata al raggiungimento di specifici risultati fondamentali per ottenere un nuovo round di finanziamenti e giustificare il ROAS.

SFIDA

Come ottenere CPA più bassi e investire più risorse nelle attività di marketing?

Ci possono essere strade diverse per diminuire il valore dei CPA; nel nostro caso la missione principale era quella di migliorare il funnel di conversion da download a utente pagante. Analizzando i risultati delle campagne Facebook, ci siamo accorti infatti che gli utenti provenienti dal canale a pagamento convertivano in modo decisamente peggiore dopo il download rispetto a quelli organici. Questa è in generale una situazione normale – in cui il traffico organico mostra migliori tassi di conversione post-install rispetto al traffico a pagamento, ma nel caso di Skoove, questa differenza sembrava veramente troppo grande (Conversion rate 30% più bassa sul traffico a pagamento rispetto all’organico).

SOLUZIONE

Per risolvere il problema ci siamo posti l’obiettivo di costruire una target audience composta da profili più propensi all’acquisto. Ma come fare per inviare all’algoritmo di Facebook le informazioni giuste per ottimizzare la campagna?

Ci siamo quindi focalizzati su due aspetti

  1. Trovare la combinazione di eventi che indicano un forte intento al pagamento dell’iscrizione
  2. Avere una reach più ampia, e quindi un numero di impression maggiore. Una reach più ampia, significa infatti più possibilità di ottimizzazione per l’algoritmo di Facebook.

1) Combinazione di eventi

Prima di questo test, le campagne di user acquisition su Facebook erano ottimizzate con l’obiettivo di ottenere utenti che raggiungessero un certo step nel processo di onboarding – nello specifico la fase iniziale di spiegazione dell’app, visualizzata subito dopo la creazione di un account).

L’ottimizzazione basata sul pagamento dell’iscrizione era infatti difficile da attuare, in quanto l’evento in questione era troppo distante dal momento del download, e quindi non avevamo abbastanza eventi giornalieri da trasmettere all’algoritmo di Facebook per permettere un’ottimizzazione appropriata.

Abbiamo quindi iniziato a testare eventi diversi per l’ottimizzazione della campagna, quali ad esempio l’inizio di una lezione di prova.
Una volta raggiunto un valore statistico per ognuno dei test ci siamo resi conto, purtroppo, che l’ottimizzazione per nessuno degli eventi standard della nostra app portava ad ottenere dei CPA più bassi.

Abbiamo quindi deciso di fare un passo indietro, ponendoci l’obiettivo di comprendere a pieno la user journey dell’utente che portava al pagamento dell’iscrizione, prima di effettuare ogni altro tipo di test.

Dopo aver analizzato accuratamente tutti i dati a disposizione sugli strumenti di analytics, siamo stati in grado di formulare delle ipotesi su combinazioni di eventi sui quali ottimizzare le campagne, come ad esempio il raggiungimento della seconda schermata dell’onboarding, o la lezione finita entro il terzo giorno dall’iscrizione.

Abbiamo iniziato anche a lavorare a più stretto contatto con il team prodotto per creare la possibilità di offrire agli utenti una prova gratuita del servizio, e ciò ci ha permesso di creare un altro evento nel funnel – l’inizio della prova gratuita – che indica un alto livello di interesse dell’utente verso il prodotto.

A questo punto, data la quantità di informazioni e dati raccolti, siamo stati in grado di ricominciare la fase di test, con l’opportunità di utilizzare anche i nuovi eventi dell’app appena creati.

Sin dai primi giorni di test abbiamo notato dei risultati molto incoraggianti, con almeno due combinazioni di eventi per cui l’algoritmo di Facebook è riuscito a dare come risultato CPA drasticamente più bassi. I migliori risultati sono stati portati dall’evento “onboarding completato” durante la prima sessione, “prova gratuita iniziata” entro i primi 3 giorni.

2) Aumento della reach

L’aumento della reach delle campagne di Facebook è stato un processo abbastanza più semplice di quello precedente, ma per questo non meno efficace.

Per avere una target audience più grande ed essere in grado di mandare più informazioni possibili all’algoritmo di Facebook, siamo passati da un approccio di audience basato sull’area geografica (target per nazione) ad un’audience basata sulla lingua. Questo pur semplice cambio ha permesso all’algoritmo di avere a disposizione una audience più grande su cui distribuire le inserzioni e quindi fare apprendimento.

RISULTATI

I Risultati sono stati sorprendenti. Il primo approccio dell’ottimizzazione per i nuovi eventi ha portato da solo CPA più bassi del 25%, e una volta introdotto anche il secondo step delle audience più grandi, i CPA sono diminuiti fino al 40%.

Oltre ai risultati prettamente numerici, abbiamo anche imparato, a livello di team aziendale, a stabilire nuovi processi di comunicazione e cooperazione tra il reparto performance marketing e il reparto prodotto/sviluppo, rendendo così più semplice l’introduzione di nuove features nell’app.

CONCLUSIONI

skoove conclusioni


Come promuovere la propria App nella sezione Oggi dell’App Store

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In che modo puoi aumentare rapidamente i download della tua app ed essere inclusi nella sezione “Oggi” senza danneggiare le recensioni dell’app?

A partire da iOS 11, gli editor di Apple pubblicano gli elenchi delle migliori app e giochi e raccontano le storie dei loro sviluppatori. Queste storie uniche attirano ogni giorno migliaia di utenti e portano agli sviluppatori di app una grande quantità di impression e nuovi utenti.

Gli sviluppatori di app sognano letteralmente di essere visualizzati nella schermata “Oggi” dell’App Store, in quanto è il modo più rapido per aumentare i download dell’app e ottenere posizioni più elevate in classifica. Ecco un esempio concreto di come il numero di download aumenta dopo essere stati inclusi nella schermata “Oggi”:

sezione oggi downloads
Aumento del numero di downloads dopo che l’App è stata inclusa nella sezione “Oggi”

Questi sono i risultati per essere stati inclusi nella sezione “Oggi” o per aver ottenuto il titolo di App del Giorno. Abbiamo analizzato ciò che quelle app e quei i giochi hanno in comune e abbiamo trovato alcune idee che possono aiutare la tua visibilità. Usa questi trucchi non solo per candidarti ma anche per ottenere il massimo beneficio dalla schermata “Oggi”.

Quali tipi di app vengono visualizzate

Apple non sceglie le app in modo casuale. Come accade in qualsiasi azienda commerciale, Apple è interessata a generare entrate e a creare un’immagine di iOS che rappresenti una piattaforma in grado di offrire app e giochi di alta qualità. Questo è il motivo per cui le app a pagamento o le app con acquisti in-app hanno maggiori probabilità di essere presentate, specialmente se quelle app hanno valutazioni elevate e sono disponibili per altri prodotti Apple, come l’iPad o Apple Watch.

1. App a pagamento

Due terzi delle app e dei giochi scelti per la schermata “Oggi” sono app a pagamento o con acquisti in-app.

sezione oggi app e giochi
Sezione “Oggi”: App e giochi

Le app utility hanno più probabilità di essere visualizzate nella schermata “Oggi” rispetto ai giochi. Negli ultimi sei mesi la loro quota è stata del 70% e, non a caso, la quota delle app gratuite è del 46%, mentre per quanto riguarda i giochi, solo l’8% di tutte la gaming app presenti nella schermata “Oggi” era completamente gratuito.

sezione oggi app utility
Sezione “Oggi”: App Utility

Due terzi dei giochi visualizzati nella schermata “Oggi” dell’App Store sono gratuiti con acquisti in-app. Spingono gli utenti ad acquistare bonus, sbloccare livelli e altre cose che aumenteranno le entrate di Apple.

Sezione Oggi: Giochi
Sezione “Oggi”: Giochi

2. App con valutazione elevata

Le app con un punteggio inferiore a 4 stelle vengono raramente considerate da Apple per essere visualizzate nella schermata “Oggi”. La valutazione media inizia da 4.2 per le app presenti nella schermata “Oggi” e da 4.4 per i giochi. Questo è il motivo per cui lavorare con la valutazione media dovrebbe essere una delle priorità di una strategia ASO e per tutti coloro che desiderano che la loro app appaia nella schermata principale dell’App Store.

sezione oggi Valutazione App
Valutazione media delle app utility e giochi sulla sezione “Oggi”

3. App universali

Un altro modo per aumentare le possibilità che la tua app venga visualizzata nella schermata “Oggi”, è renderla disponibile non solo per iPhone, ma anche per iPad, Apple Watch e per altri prodotti iOS, come Apple Pay. Ciò richiederà alcuni sforzi supplementari da parte del team, ma la disponibilità dell’app per i diversi dispositivi Apple sarà considerata un grande vantaggio dagli editor di Apple.

sezione oggi e Dispostiivi Apple
Sezione “Oggi”: Dispositivi Apple

La scheda “Oggi” è la stessa sia per iPhone che per iPad, motivo per cui le app disponibili anche per iPad sono preferite da Apple, in quanto in questo modo gli utenti di entrambi i dispositivi visualizzeranno raccolte identiche.

Se la tua app è disponibile solo per iPhone, la possibilità che sia visualizzata nella schermata “Oggi” è relativamente inferiore. Allo stesso tempo, la tua app può essere menzionata nelle schermate App e Giochi, in quanto le app vengono scelte separatamente per iPhone e per iPad in queste schermate.

Perché essere visualizzati nella sezione “Oggi” può essere pericoloso

Essere inclusi nelle raccolte di app oppure ottenere il titolo di App del Giorno è il sogno di ogni sviluppatore. Allo stesso tempo, tuttavia, essere visualizzati nella schermata “Oggi” può avere un impatto negativo sulla valutazione media dell’app. Ad esempio, se il server di gioco non è pronto per affrontare carichi elevati e il gioco si blocca, gli utenti lasceranno dei recensioni negativi e un numero elevato di download si convertirà in un numero elevato di recensioni a una stella. Il risultato, in questo caso, può essere davvero negativo: una valutazione media bassa e un numero ridotto di utenti effettivi.

Diamo un’occhiata all’app che ha ottenuto il titolo di App del Giorno il 4 luglio negli Stati Uniti, che l’ha portata a raggiungere la classifica delle TOP 50 app gratuite più amate in assoluto.

sezione oggi e Ranking appIl 23 giugno, l’app è apparsa per la prima volta nella schermata “Oggi”. Immediatamente la sua posizione è balzata dal 1300° al 50° posto tra le app gratuite più amate in assoluto. La stessa cosa è successa quando l’app ha ricevuto il titolo di App del Giorno il 4 luglio.

Successivamente, l’app ha rapidamente perso la sua posizione scendendo al 1.000° posto. Ciò è accaduto a causa di problemi con la connessione al server e dell’assenza di una strategia di ottimizzazione dell’App Store (ASO) di base: l’app non è stata in grado di mantenere le sue posizioni elevate nella classifica.

sezione oggi Valutazioni App
Gli utenti hanno segnalato problemi con il server il giorno dopo che l’app è stata inclusa nella sezione App del Giorno

Dopo che l’app è stata visualizzata nella schermata “Oggi” la seconda volta, la sua posizione nella classifica è scesa al di sotto del 200° posto, con un solo un punteggio a 2 stelle. A causa della bassa valutazione (3 stelle o meno), le app perdono fino al 70% dei potenziali download. Al fine di recuperare una recensione a 1 stella, è necessario ottenere non meno di 10 recensioni a 5 stelle e questo non è poi così semplice. Nonostante Apple dia la possibilità di reimpostare le valutazioni (non le recensioni, però) quando viene rilasciata la nuova versione dell’app, gli algoritmi dell’App Store abbasseranno il posizionamento dell’app quando si tratta di mostrarlo nei risultati di ricerca attinenti, a causa della sua bassa valutazione.

Se vuoi aumentare i tuoi download effettivi richiedendo che l’app venga visualizzata nella schermata “Oggi”, ti consigliamo di iniziare con una ottimizzazione di base del testo e della grafica e solo successivamente compilare il modulo di richiesta.

Come compilare una richiesta di visualizzazione nella sezione “Oggi” della Apple

La visualizzazione dell’app nella schermata “Oggi” sembra sempre qualcosa di irraggiungibile; ma allo stesso tempo, praticamente chiunque può ottenerla. Tutto quello che devi fare è compilare l’apposito modulo di richiesta Apple e avere un pizzico di fortuna. Puoi dare informazioni sull’app stessa e anche annunciare una nuova versione.

L’App Store ha tre schermate con le app scelte dagli editori:

  • “Oggi”: la schermata principale, il più importante e popolare
  • “App”: una raccolta delle migliori app
  • “Giochi”: una raccolta di giochi selezionati.

La schermata in cui si troverà eventualmente la tua app dipende dal team di Apple Review. Tu hai solo il compito di compilare la richiesta.

Quando compili il modulo, presta attenzione alla sezione La tua Storia. Non è necessario parlare della funzionalità della tua app qui. Parla di come può migliorare la vita quotidiana delle persone e le loro abitudini; per esempio, in che modo le persone saranno più felici e più tranquille utilizzando la tua app per lo yoga, o come sei riuscito a sviluppare una meccanica di gioco completamente nuova che viene utilizzata nel tuo gioco – parla di cose del genere.

sezione oggi Gioco del Giorno
Il Gioco del Giorno all’interno dell’App Store

Se sei abbastanza fortunato, entro due settimane riceverai un’e-mail da Apple con il seguente oggetto: “App Store: Richiesta di materiale illustrativo promozionale per … “. Questa e-mail conterrà i requisiti per i materiali grafici. Di norma, hai una settimana per caricarli nella sezione Arte Promozionale in App Store Connect. Presta attenzione alle linee guida di Apple: se commetti degli errori, la tua app non verrà scelta per essere visualizzata nella schermata “Oggi”.

Se hai già deciso di compilare la richiesta, verifica che tutto funzioni come si deve.

Come prepararsi per essere visualizzati nella sezione “Oggi”

Apple prenderà in considerazione la tua richiesta per due settimane. Intanto, puoi utilizzare questo periodo di tempo per preparare la tua app alla visualizzazione nella schermata “Oggi”. Ad esempio, potresti rinfrescare i fattori marketing (icona, screenshot, testi, video anteprima  dell’app) ed eseguire i test di carico, in modo che un improvviso aumento del numero di utenti non influenzi le prestazioni dell’app.

Se vuoi aumentare le possibilità che la tua app venga visualizzata, assicurati che apporti un valore aggiunto ai suoi utenti. Un’altra copia di Flappy Bird con una grafica pixel, anche se è disponibile su Apple Watch e Homepod, probabilmente non sarà così convincente per Apple in termini di originalità. Anche le metriche dell’app, come la percentuale delle prestazioni, la versione disponibile per i tablet e la mancanza di arresti anomali dell’app, influenzeranno la decisione degli editori. Una buona valutazione media (superiore a 4.0) e delle recensioni positive ti daranno inoltre un vantaggio sui concorrenti nella gara per la scelta di chi far visualizzare nella schermata “Oggi”.


Scarica la nostra guida completa all’App Store Optimization
Scarica la guida app store optimization


Ne vuoi sapere di più sull’App Store Optimization e su come attirare più utenti organici alla tua app mobile? Scrivici a info@mobile-marketing.it.

Come Ottimizzare le Campagne oltre il CPI: focus su ROAS e Cohort

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L’errore più grande che le persone commettono è quello di essere ossessionati dal confronto con gli altri, specialmente dal continuo paragone dei numeri. Inizia tutto dall’infanzia, quando ci paragonano ad altri bambini in termini di dimensioni (“è nato di 55cm, mentre la media è 48cm). Continuiamo crescendo, quando iniziamo a misurare alcune parti del nostro corpo con quelle dei nostri amici, e continua all’università, quando ci forzano implicitamente a confrontare i nostri voti con quelli dei nostri compagni di corso.

Lo stesso vale per il mobile marketing. Spesso, sento marketers che chiedono: “Allora, qual è il tuo CPI / CPA / CPx …?” e penso che sia un approccio completamente sbagliato. Una volta qualcuno mi ha detto di aver ridotto il CPI a 0,80 centesimi di Euro per installazione, e che non erano ancora soddisfatti dell’efficacia delle loro campagne. Questo accade perché l’attenzione delle analisi dovrebbe essere focalizzata sulle entrare che ogni euro di advertising genera (ROAS – return on advertising spend), indipendentemente dal tipo di attività di marketing che si sta eseguendo.

Quando parlo con i miei clienti di dati e business intelligence, dico sempre che i report devono andare oltre il semplice rispondere alle domande di un marketer. Il report deve indicare anche se stai facendo un buon lavoro e se gli utenti che hai acquisito stanno producendo i risultati che ti aspettavi. Perché in tutta onestà, i nostri prodotti possono adattarsi a tutti, ma le persone che ci trovano pertinenti dovrebbero produrre un ROAS sufficiente a coprire le nostre spese. Se questo non è il caso, abbassare i bid delle campagne Facebook o Google non aiuterà perché molto probabilmente finirai per attrarre clienti ancor meno rilevanti per il tuo business.

So che molte organizzazioni hanno già adottato il ROAS come indicatore di performance principale per i downloads, ma cosa si fa con le tue campagne di retargeting? Ci sono così tanti modi per categorizzare e ri-targetizzare gli utenti, e vorrei condividere con i miei tre preferiti. E no, non dovresti trattare tutti i tuoi utenti come se fossero gli stessi.

Analisi Cohort

Quando è stato il primo download? Quando è stata la prima sessione? Questo è l’approccio più semplice per targettizare gli utenti (analisi cohort). Si inizia con quello più vicino, da 0 a 7 giorni per esempio, e si continua ad estenderlo. Più lontano sei nel cohort, meno soldi si pagano.

Contrassegna e categorizza

In base agli eventi dell’ultima sessione, inserisci l’utente in una categoria e decidi quanto sei disposto a pagare per quel tipo di utenti. Questo è un buon inizio per le aziende con pochi dati ma con un piano di lavoro indirizzato a verificare se il loro prodotto funziona, e allo stesso valutano anche il valore della sessione e le sessioni future.

Dai un punteggio a ogni utente

Attribuire un valore o punteggio ai tuoi utenti può aiutare a creare una buona segmentazione su molte sessioni. Più il tuo utente è attivo, meglio sai come valutare le sue sessioni e il valore che produce. In questo modo a lungo termine, ogni sessione ottiene un punteggio che diventa un valore medio per dispositivo o ID utente. Così facendo puoi tenere traccia dei tuoi utenti e individuare facilmente ciò che è necessario per aumentare la qualità della sessione.


Articolo pubblicato originariamente da Lior Barak su Tale About Data
Immagini prese da pixabay.com

Cos’è il ROAS – Return on Advertising Spend

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roas

Troppo spesso le aziende mobili si focalizzano troppo sulle cosiddette vanity metrics, e non abbastanza sui KPIs che invece misurano realmente l’efficacia delle attività di marketing e l’efficienza del business stesso, come appunto il ROAS.

Cosa è il ROAS?

Nel Mobile Marketing, e nell’advertising in generale, il ROAS (Return on Advertising Spend) è un KPI usato per determinare l’efficacia delle attività pubblicitarie. Questo indicatore può essere calcolato sul totale delle spese, ma anche per specifico canale o cohort.

Perché è Importante il ROAS?

Calcolare il ROAS permette ai marketers di vedere se il budget speso genera abbastanza entrate. Questo KPI permette anche di allocare il budget nei canali specifici che generano migliori risultati, così da massimizzare i profitti provenienti dalle attività di advertising.

Come si Calcola il ROAS?

Per calcolare il ROAS, dobbiamo prendere le entrate generate da una campagna o da uno specifico canale, e dividerle per le spese dello stesso.

Se il risultato è maggiore di uno, significa che la campagna marketing sta generando più entrate che spese. Quando è uno, le spese in pubblicità equivalgono le entrate. Se invece è minore di uno, allora significa che le campagne di marketing stanno generando una perdita nel business.

Spesso il ROAS è usato in combinazione con l’attribuzione dei download e delle conversioni possibile tramite un MMP: in questo modo è possible allocare il budget alla fonte di traffico con il ROAS più alto.

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Cos’è un’Analisi Cohort

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analisi cohort

Nel Mobile Marketing è molto importante fare analisi accurate su come gli utenti si comportano dopo il download dell’app. Infatti, in molti casi non compiono l’azione desiderata subito dopo il download, ma dopo alcuni giorni.

Per questo è fondamentale non limitarsi ad analizzare le conversioni (azioni) in modo aggregato, ovvero nel momento in cui avvengono, ma cercare di attribuirle al momento in cui il download è stato fatto, tramite un’appropriata analisi cohort.

Cos’è una Analisi Cohort?

In campo di Mobile Marketing, un Cohort rappresenta un gruppo di utenti che condivide una particolare caratteristica: da una specifica area geografica, o un particolare periodo in cui gli utenti hanno installato l’app. Fino a quando vi è una specifica caratteristica in comune, gli utenti possono essere raggruppati attorno ad essa.

Perché l’Analisi Cohort è Importante?

Le analisi dei dati cohort sono alla base del Mobile Marketing poiché permettono di fare analisi basate sui KPI che contano per il business.

I cohort forniscono ai marketers un modo per tracciare un segmento di utenti che hanno installato l’app nello stesso periodo di tempo (giorno, settimana, mese, anno). Il tasso di engagement può infatti variare non solo tra utenti diversi, ma anche tra diverse fasi della durata di vita di un utente. Questo significa che un tipo di ottimizzazione può funzionare su alcuni gruppi, ma non in altri, e con l’analisi del cohort possiamo capire quali sono questi gruppi.

Esempi di Analisi Cohort

Con l’analisi del cohort possiamo analizzare lo sviluppo il costo di acquisizione di un utente che compie l’azione a cui siamo interessati dopo il download.

Facciamo l’esempio di un’app gaming che prevede l’acquisto di pacchetti speciali. 

COSTO ACQUISIZIONE UTENTI MESE GENNAIO: 100€
NUMERO DOWNLOAD: 50
CPI MESE GENNAIO: 2€
NUMERO PACCHETTI ACQUISTATI MESE GENNAIO: 2
COSTO PER PACCHETTI ACQUISTATI COHORT GENNAIO: 50€

Se ci limitassimo a un’analisi aggregata dei dati, il costo definitivo per pacchetto acquistato sarebbe 50€. Se invece analizziamo i risultati per lo specifico Cohort degli utenti che hanno scaricato l’app a Gennaio, possiamo vedere come il prezzo dei pacchetti acquistati scende nei mesi successivi:

ACQUISTO PACCHETTI MESE MARZO: 6
COSTO PER PACCHETTI ACQUISTATI COHORT GENNAIO: 100€ / (2+6) = 12,5€
ACQUISTO PACCHETTI MESE APRILE: 5
COSTO PER PACCHETTI ACQUISTATI COHORT GENNAIO: 100€ / (2+6+5) = 7,7€
ACQUISTO PACCHETTI MESE MAGGIO: 3
COSTO PER PACCHETTI ACQUISTATI COHORT GENNAIO: 100€ / (2+6+5+3) = 6,25€

Sebbene questo tipo di analisi richiede più tempo di una di tipo aggregato, solo con l’analisi cohort sarà possibile ottimizzare in modo corretto le campagne di user acquisition e allocare il budget ai canali che portano i risultati migliori in termini di costo per conversione o ROI – evitando di focalizzarsi sulle cosiddette vanity metrics.

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