Home STRATEGIA ACQUISIZIONE UTENTI Come Ottimizzare le Campagne oltre il CPI: focus su ROAS e Cohort

Come Ottimizzare le Campagne oltre il CPI: focus su ROAS e Cohort

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L’errore più grande che le persone commettono è quello di essere ossessionati dal confronto con gli altri, specialmente dal continuo paragone dei numeri. Inizia tutto dall’infanzia, quando ci paragonano ad altri bambini in termini di dimensioni (“è nato di 55cm, mentre la media è 48cm). Continuiamo crescendo, quando iniziamo a misurare alcune parti del nostro corpo con quelle dei nostri amici, e continua all’università, quando ci forzano implicitamente a confrontare i nostri voti con quelli dei nostri compagni di corso.

Lo stesso vale per il mobile marketing. Spesso, sento marketers che chiedono: “Allora, qual è il tuo CPI / CPA / CPx …?” e penso che sia un approccio completamente sbagliato. Una volta qualcuno mi ha detto di aver ridotto il CPI a 0,80 centesimi di Euro per installazione, e che non erano ancora soddisfatti dell’efficacia delle loro campagne. Questo accade perché l’attenzione delle analisi dovrebbe essere focalizzata sulle entrare che ogni euro di advertising genera (ROAS – return on advertising spend), indipendentemente dal tipo di attività di marketing che si sta eseguendo.

Quando parlo con i miei clienti di dati e business intelligence, dico sempre che i report devono andare oltre il semplice rispondere alle domande di un marketer. Il report deve indicare anche se stai facendo un buon lavoro e se gli utenti che hai acquisito stanno producendo i risultati che ti aspettavi. Perché in tutta onestà, i nostri prodotti possono adattarsi a tutti, ma le persone che ci trovano pertinenti dovrebbero produrre un ROAS sufficiente a coprire le nostre spese. Se questo non è il caso, abbassare i bid delle campagne Facebook o Google non aiuterà perché molto probabilmente finirai per attrarre clienti ancor meno rilevanti per il tuo business.

So che molte organizzazioni hanno già adottato il ROAS come indicatore di performance principale per i downloads, ma cosa si fa con le tue campagne di retargeting? Ci sono così tanti modi per categorizzare e ri-targetizzare gli utenti, e vorrei condividere con i miei tre preferiti. E no, non dovresti trattare tutti i tuoi utenti come se fossero gli stessi.

Analisi Cohort

Quando è stato il primo download? Quando è stata la prima sessione? Questo è l’approccio più semplice per targettizare gli utenti (analisi cohort). Si inizia con quello più vicino, da 0 a 7 giorni per esempio, e si continua ad estenderlo. Più lontano sei nel cohort, meno soldi si pagano.

Contrassegna e categorizza

In base agli eventi dell’ultima sessione, inserisci l’utente in una categoria e decidi quanto sei disposto a pagare per quel tipo di utenti. Questo è un buon inizio per le aziende con pochi dati ma con un piano di lavoro indirizzato a verificare se il loro prodotto funziona, e allo stesso valutano anche il valore della sessione e le sessioni future.

Dai un punteggio a ogni utente

Attribuire un valore o punteggio ai tuoi utenti può aiutare a creare una buona segmentazione su molte sessioni. Più il tuo utente è attivo, meglio sai come valutare le sue sessioni e il valore che produce. In questo modo a lungo termine, ogni sessione ottiene un punteggio che diventa un valore medio per dispositivo o ID utente. Così facendo puoi tenere traccia dei tuoi utenti e individuare facilmente ciò che è necessario per aumentare la qualità della sessione.


Articolo pubblicato originariamente da Lior Barak su Tale About Data
Immagini prese da pixabay.com

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