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4 consigli per impostare una strategia di Mobile User Acquisition vincente

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Negli ultimi anni, il campo della user acquisition – o acquisizione utenti – su mobile è diventato molto competitivo. Ormai fare UA non si tratta più di raggiungere numeri alti sull’App Store, ma anche fare in modo che gli sforzi risultino in acquisire utenti che convertano dopo il download e abbiano quindi un LTV (Life-time-value) accettabile.

La User Acquisition è una partita complessa che dipende anche dal tipo di prodotto e dalla categoria dell’applicazione nello store che possono impattare l’approccio degli inserzionisti e dei publisher. Ma ci sono alcuni fattori per il successo che rimangono spesso costanti.

I ragazzi di AppLift hanno preso un caffè con Lorenzo Rossi, ex Head of Marketing di Free2Move e co-fondatore di REPLUG e Mobile Marketing Italia, per avere il suo punto di vista su come impostare una strategia User Acquisition di successo che porti utenti di buona qualità.

Di seguito potete trovare i principali takeaways:

1. Pensare alla Mobile User Acquisition non solo come Acquisizione

“I vecchi parametri di “scaling” sono quasi scomparsi del tutto” dice Lorenzo. Con gli inserzionisti che guardano sempre più attentamente a metriche di retention, è richiesta una maggiore attenzione all’intero funnel. Per questo motivo, Lorenzo sottolinea l’importanza di coordinare le campagne di user acquisition, con quelle di retargeting e con le attività di CRM (email, notifiche push, messaggi in-app), in modo da garantire una perfetta “user experience” che porta gli utenti a convertire.

2. Testare multipli Canali di Acquisizione e Partner esterni all’occorrenza

Dal momento che è sempre difficile affermare con sicurezza che un canale di acquisizione funzionerà per il tuo business, l’approccio “omnichannel” è quello più consigliato qualora l’applicazione sia disponibile in multiple nazioni, e senza limitazioni geografiche o demografiche (per esempio un gioco come Candy Crush è diversamente disponibile rispetto ad una applicazione di Carsharing come Drive Now). L’approccio omnichannel può anche richiedere un dispendio di risorse abbastanza grande, specialmente per l’analisi dei dati che è assolutamente necessaria per l’allocazione corretta del budget a seconda dei risultati dei test.

“Penso che scalare le attività di user acquisition senza mettere a repentaglio le performance al momento è una delle sfide più difficili,” afferma Lorenzo “ma se il budget è abbastanza alto, consiglio sempre di testare tutti i canali possibili, sia quelli gestiti internamente, come Snapchat, Twitter, TikTok, ma anche partner esterni, come ad networks e programmatic”.

3. Adottare un approccio Geo-localizzato

Come già detto, la strategia di user acquisition può dipendere molto dall’offerta del prodotto o servizio, ma rimane comunque la possibilità di differenziare l’approccio a seconda dell’area geografica nella quale si fanno attività di marketing.

Approcci diversi per ogni singola area geografica possono richiedere un impegno più intenso, ma portano comunque risultati poiché l’utente percepisce l’autenticità del messaggio.

4. I dettagli fanno la differenza nella Mobile User Acquisition

Quando si ottimizzano le campagne marketing, è fondamentale prestare attenzione a tutti i passaggi del funnel. Dalla impression, al click sul banner, fino all’install rate e alle metriche di retention ed engagement. Tutti gli step del funnel sono importanti. “L’ossessione di perfezionare ogni singola parte di questo funnel fa la differenza, perché anche un minimo cambiamento in ogni singolo step, può migliorare il risultato finale e di spesa efficiente del budget” suggerisce Lorenzo.

È anche buona pratica prestare attenzione ai dettagli per abbassare il costi nella parte iniziale del funnel “A volte cambiare il colore del bottone call-to-action in un banner può dimezzare i costi, ed è importante ricordare che nel performance marketing spesso la creatività più semplice porta risultati migliori di altre più elaborate e artistiche. Bello non significa sempre efficace”

Leggi anche “L’importanza delle creatività per le performance del mobile marketing

Cos’è Una Demand-Side Platform (DSP)?

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Cos'è Una Demand-Side Platform

La tecnologia sta rivoluzionando il modo in cui avviene la compravendita di spazi pubblicitari, e in questo processo di cambiamento le demand-side platform – o DSP – giocano un ruolo fondamentale.

Qui di seguito spieghiamo in termini semplice cos’è una demand-side platform e come funziona.

Cos’è Una Demand-Side Platform? 

Una DSP è un software che permette l’acquisto di spazi pubblicitari in modo automatico. Le DSP sono usate solitamente da agenzie e inserzionisti per comprare l’inventory di applicazioni mobile, sia per display che per video. Le DSP sono per gli inserzionisti quello che le SSP sono per gli editori o applicazioni mobile. 

Perché Le DSP Sono Importanti? 

Tradizionalmente la compravendita di spazi pubblicitari, anche quelli sul digitale, era effettuata da persone, rendendo il processo lento e costoso. Le DSP rendono il tutto molto più efficace ed economico, eliminando l’interazione umana. 

Come Funzionano le Demand-Side Platform? 

Non è semplice da spiegare ma ci proviamo. le DSP permettono agli inserzionisti di comprare ad impressions da una vasta gamma di applicazioni mobile, targettizzando utenti specifici utilizzando informazioni come località, comportamento, ed età. Le applicazioni mobile rendono la loro inventory disponibile su Ad Exchanges e SSP, e le DSP, a loro volta, decidono in maniera automatica, e molto spesso in tempo reale, quali impressions comprare. La compravendita è completamente automatica e in tempo reale (RTB), eliminando l’interazione umana. Un altro importante fattore da tenere a mente è che questa asta avviene in millisecondi, o il tempo con cui un’ applicazione carica una pagina. 

Qual è La Differenza Tra Una DSP e Un Ad Network? 

Le DSP incorporano la maggior parte delle funzionalità di Ad Networks, però il vantaggio principale di utilizzare una DSP piuttosto che un Ad Network è la compravendita centralizzata su una piattaforma, rendendo l’ottimizzazione delle campagne molto più semplice. In più, un altro fattore fondamentale è l’utilizzo di dati per “migliorare” la compravendita di spazi pubblicitari. Infine, gli Ad Network aumentano il prezzo del “bid” per ricavarne un profitto, mentre le DSP fanno pagare semplicemente una commissione sulla spesa fatta, rendendo il prezzo della compravendita più trasparente. 

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Cos’è Una Supply-Side Platform (SSP)?

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Cos'è Una Supply-Side Platform

Inserzionisti e agenzie usano sempre più spesso DSP e Ad Exchanges per la compravendita di spazi pubblicitari. Ma cosa possono fare gli app developers? A cosa serve e cos’è una supply-side platform o SSP?

Qui di Seguito spieghiamo in termini semplici cos’è una supply-side platform e come funziona da un punto di vista tecnico. 

Cos’è Una Supply-Side Platform? 

Una supply-side platform è uno strumento tecnologico utilizzato per coordinare la distribuzione di spazi pubblicitari tra sviluppatori di applicazioni mobile e inserzionisti in maniera automatica. Queste piattaforme aiutano a ottimizzare la disponibilità di spazi pubblicitari in-app che altrimenti non andrebbero utilizzati.

Qual è La Differenza Tra una SSP e una DSP? 

Non c’è differenza dal punto di vista tecnologico. Una SSP altro non è che l’equivalente di una DSP dal lato publishers. Le DSP sono usate dai marketers per comprare ad impressions da exchanges nella maniera più economica ed efficiente possibile. Le SSP, invece, sono state progettate da publishers per fare esattamente l’opposto: massimizzare il costo a cui le ad impressions sono vendute. 

Come Funzionano Le Supply-Side Platform? 

Un po’ come tutto il resto nel mondo AdTech, è complicato. 

In passato, i siti web dovevano vendere manualmente ogni singolo spazio pubblicitario disponibile, ma con l’aumento degli inserzionisti interessati a fare pubblicità online questo processo non era più ottimale.

Con l’avvento del programmatic, come già visto, questa compravendita è stata automatizzata e resa più efficiente. Il processo di compravendita tra SSP, Ad Exchange e DSP, o Ad Network può essere riassunto in questo modo.

  1. Un app mobile ha uno spazio pubblicitario che è conteso da più di un inserzionista.
  2. La SSP a cui questa app mobile è connessa, comunica con l’ad exchange informandola che questo spazio è disponibile a un certo prezzo
  3. L’ad exchange a sua volta manda un messaggio alle varie DSP con cui è connessa e attende un loro bid.

Questo processo dura solitamente una frazione di secondo, permettendo al publisher di monetizzare al meglio la propria inventory.

Oggigiorno, le SSP funzionano con un modello a “waterfall” o a cascata, dove in pratica questa controlla tutti i bid, uno ad uno, fino a trovare quello migliore.

Perché Le SSP Sono Importanti? 

Gli inserzionisti hanno sempre meno interesse a comprare in maniera manuale ad impressions usando l’interazione umana. La componente tecnologica che prende sempre più piede nel mondo della pubblicità permette di ottimizzare il processo di compravendita sia sul mobile che sul desktop. Le SSP “proteggono” i publishers assicurando una compravendita imparziale delle ad impressions a disposizione. 

Quali Sono Le SSP Più Conosciute? 

I venditori attuali di tecnologia SSP sono Google, OpenXPubMaticRubicon ProjectAppNexus AOL.

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Cos’è Un Ad Exchange?

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Inserzionisti, agenzie, sviluppatori di app e altri intermediari comprano sempre più spesso traffico mobile sui cosiddetti Ad Exchanges, ma c’è spesso confusione su cosa essi siano e come funzionano. Qui di seguito spieghiamo in termini semplici cosa sono gli Ad Exchange, come funzionano, e perché sono importanti nelle campagne di acquisizione utenti mobile. 

Cos’è Un Ad Exchange? 

Un Ad Exchange è un marketplace digitale dove inserzionisti e publishers comprano e vendono spazi pubblicitari, molto spesso in tempo reale. Gli Ad Exchanges non sono una realtà esclusiva del mobile marketing, infatti, gli inserzionisti possono acquistare anche traffico desktop display e video, sempre attraverso il programmatic advertising.  

È importante ricordare però che la tecnologia dietro l’Ad Exchange non è completamente nuova, infatti riprende quella degli Ad Network, con una differenza sostanziale però nel modo di operare.

Gli Ad Network, infatti, sono solitamente connessi a dei publishers e vendono questa inventory direttamente a inserzionisti a un prezzo premium.

Gli ad exchange, invece, operano effettivamente come un marketplace che vende in tempo reale diversi spazi pubblicitari in base a certi criteri definiti dall’inserzionista.

Chi Compra Sugli Ad Exchanges? 

In teoria non ci sono limiti in termini di chi può comprare sugli Ad Exchanges, premesso che l’Ad Exchange in questione lo permetta. Inserzionisti e agenzie normalmente usano una DSP o la propria piattaforma di bidding per comprare sui vari Ad Exchanges disponibili

Come Si Fa A Comprare Su Un Ad Exchange? 

Un Ad Exchange è in pratica un grande mercato con un numero smisurato di ad impressions disponibili per la compravendita.

Facciamo un esempio per capire meglio questo processo.

Quando un utente visita un’app mobile, l’ad exchange registra ogni singolo posizionamento in-app disponibile per un’ inserzione pubblicitaria. L’app mobile in questione mette a disposizione la propria inventory tramite una SSP (o supply-side platform) all’ad exchange. In base alle caratteristiche dell’utente registrate e al posizionamento in-app, l’ad exchange sceglie l’inserzionista che è più interessato a quello spazio.

Dal punto di vista dell’inserzionista, funziona un po’ diversamente. Infatti, gli inserzionisti si connettono a una DSP e richiedono uno spazio pubblicitario che risponda a delle caratteristiche specifiche, sia come utente che come prezzo, e vanno alla ricerca, per così dire, dell’impression perfetta nel marketplace virtuale, o ad exchange.

Malgrado questo processo possa sembrare un po’ lungo e complicato, avviene in realtà in una frazione di secondo, permettendo un’esperienza fluida a tutti gli attori coinvolti, ma anche all’utente.

Perché Gli Ad Exchanges Sono Importanti? 

Gli ad exchange permettono agli sviluppatori di decidere a chi vendere la propria inventory in-app, a seconda della tipologia di pubblicità che vogliono mostrare. Allo stesso tempo, grazie a questa tecnologia, i publishers possono guadagnare il più possibile, poiché vendono il loro spazio pubblicitario all’offerente migliore.

Dal punto di vista invece degli inserzionisti, l’ad exchange ha un ruolo fondamentale poiché aumenta il numero di ad impression disponibili, ma soprattutto dà più flessibilità rispetto a un Ad Network, in termini di posizionamento offerto e ottimizzazione.

Cosa Sono I Private Exchanges? 

Malgrado possa sembrare qualcosa di strano, o addirittura illegale, i private exchanges non sono altro che ad exchanges “normali” dove però il publisher ha maggiore controllo su chi può comprare gli spazi pubblicitari. In pratica, invece di rendere disponibile la propria applicazione mobile al mercato “aperto” dell’open exchange, alcuni publishers preferiscono lavorare solo con alcuni inserzionisti, piuttosto che chiunque voglia comprare spazi pubblicitari. 

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Cos’è Il Programmatic Advertising?

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programmatic advertising

Il programmatic advertising – o pubblicità programmatica – ha sicuramente cambiato il volto del marketing digitale, ma per molti resta ancora difficile da capire cosa esso sia nello specifico e come funziona. Qui di seguito cerchiamo di spiegare cos’è il programmatic advertising in termini semplici. 

Cos’è Il Programmatic Advertising? 

Il programmatic advertising, o la pubblicità programmatica, si riferisce all’acquisto di spazi pubblicitari tramite l’uso di tecnologie automatizzate. Questa attività si contrappone al metodo tradizionale di compravendita con una gara d’appalto (RFP o request of proposal), negoziazione tra persone e inserzioni manuali. In pratica, si utilizza un software per comprare pubblicità. 

Una caratteristica molto importante della pubblicità in programmatico è l’utilizzo di dati in combinazione con algoritmi di ottimizzazione per servire l’inserzione adatta al giusto utente. 

Nell’ecosistema del programmatic advertising, ci sono quattro tipi di piattaforme che giocano un ruolo fondamentale: 

1. DSP o Demand Side Platform: Una piattaforma che permette ad agenzie e inserzionisti di comprare pubblicità.
2. SSP o Supply Side Platform: Una piattaforma che permette ai publishers di vendere i loro spazi pubblicitari.
3. Ad Exchanger: Una piattaforma che permette alle SSP di mettere a disposizione i vari spazi pubblicitari e alla quale si connettono le DSP.  
4. DMP o Demand Side Platform: Una piattaforma che consolida i dati o interni ad un’azienda o disponibili da terze parti. 

Perché Il Programmatic Advertising è Importante?

Efficienza, prima di tutto. Prima del programmatic advertising, la compravendita di spazi pubblicitari anche nel digitale era il risultato di transazioni e negoziazioni tra commerciali di agenzie e aziende. Questo processo era lungo, costoso e inaffidabile. La tecnologia dietro il programmatic advertising promette di rendere questa compravendita molto più efficiente, e quindi anche economica, rimuovendo la parte “umana” della transazione, dove possibile.

Alla fine dei conti, le persone devono riposarsi, mangiare, dormire e a volte si ammalano. I software non hanno questi problemi. 

Quindi I Robot Sostituiranno Le Persone? 

Sì e no. Questa tecnologia è stata introdotta per ottimizzare alcuni dei processi svolti da persone che non erano abbastanza efficienti, come: mandare contratti o gestire i tag pubblicitari. Naturalmente però la componente umana è ancora richiesta per quanto riguarda l’ottimizzazione e la pianificazione strategica delle campagne. Il programmatic advertising ha avuto sicuramente un effetto sul numero dei “vendors” coinvolti nel processo di compravendita, però ha sicuramente permesso ai marketers d’investire più tempo nella parte strategica della pianificazione marketing.

Quindi meno burocrazia e più efficienza di attività. 

Quindi… Il Programmatic Advertising E L’RTB Sono La Stessa Cosa? 

No, sono due cose diverse, o meglio, l’RTB, o real-time bidding è parte del programmatic advertising, ma non l’unica componente. L’RTB si riferisce alla compravendita di spazi pubblicitari tramite aste in tempo reale. Invece, le tecnologie di programmatic advertising permettono ai marketers di comprare in anticipo impressions da specifici siti web o applicazioni mobile. Questo metodo è spesso conosciuto come “programmatic direct“. 

La Pubblicità Programmatica è Il Futuro Della Compravendita Digitale? 

Molto probabilmente sì. Il programmatic advertising è sicuramente in ascesa e sempre più marketers ne stanno facendo uso. Molte agenzie e terze parti si stanno avvicinando a questa realtà di compravendita e alcune aziende hanno anche deciso di spostare questa attività di media buying internamente.

Il futuro è vicino e anche se al momento la maggior parte della compravendita è riservata al desktop e al mobile, si prevede la possibilità per agenzie e aziende d’iniziare a comprare in programmatico anche pubblicità in TV e OOH. 

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I 5 trend sul video advertising importanti nel 2019

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Il video advertising è stato grande protagonista nello scenario pubblicitario durante lo scorso anno, ed è destinato a essere attore principale anche per il 2019 (Leggi anche “Gli 8 trend sul mobile marketing che non puoi ignorare nel 2019“) In definitiva, i video sono un treno che il vostro business non può assolutamente perdere.

Di seguite puoi trovare i 5 trend sul video advertising che non possono assolutamente essere trascurati

1. Video più brevi

La grande abbondanza di contenuti video disponibili in rete oggi giorno crea una competizione molto ardua per gli advertisers. Gli utenti hanno infatti l’opportunità (illimitata) di guardare qualsiasi cosa, quindi le possibilità che prestino attenzione alla tua pubblicità sono davvero ridotte. Per questo motivo, gli advertisers stanno testando formati video molto più corti che si concentrano sui primi 5 secondi, poiché gli utenti tendono a cliccare “salta il video” subito.

In generale le best practice dicono che una inserzione video non dovrebbe mai superare i 15 secondi, e questo rappresenta una grande sfida per i marketers che si trovano a dover raccontare il loro brand, prodotto o servizio in uno spazio temporale molto ridotto.

Di seguito tre esempi di video ads concisi e di grande impatto.

https://youtu.be/cF92NB4Pkl4
Bounce
ChipsMore
Airbnb

2. Video Verticali

Come abbiamo visto la spesa destinata al mobile ha ormai sorpassato quella del traffico desktop, quindi diventa molto importante creare contenuti video che siano “mobile-first”. Ciò significa che è necessario pensare, per esempio, al formato verticale, che sta spopolando su Instagram, Snapchat, TikTok ed altre piattaforme simili.

3. Cinemagraphs

Il concetto di “cinemagraph” è nato alcuni anni fa, senza però essere mai divenuto un vero trend. Un cinemagraph non è nient’altro che una foto nella quale si anima un singolo elemento e lasciando tutto il resto statico, con il risultato finale di una vera e propria illusione ottica. Questo formato è davvero efficace per catturare l’attenzione degli utenti

La compilation dei migliori Cinemagraph

Scopri altri fantastici esempi di Cinemagraph qui

4. User generated content

Lo user generated content, o contenuto generato dagli utenti, è molto importante in relazione al cosiddetto “marketing passaparola”, poiché studi recenti dimostrano come i consumatori si fidino più del contenuto condiviso da utenti medi ai quali si possono relazionare, piuttosto che dai brand stessi.

L’autenticità dello user generated content garantisce, quindi, la possibilità di stabilire un rapporto di fiducia con l’audience, nonché di costruire una vera e propria community della quale i consumatori sono orgogliosi di far parte.

Il contenuto generato dagli utenti può essere di ogni forma: video, stories, foto, recensioni e testimonianze. L’importante è che sia reale, perché i clienti soddisfatti sono per il vostro business i migliori influencers.

5. In-stream ads su Facebook

I video in-stream sono la tipologia di video più diffusa nell’advertising. Includono pre, mid and post-roll ads, ovvero brevi spot che l’utente può vedere sulle varie piattaforme, prima, dopo e durante la visione di un contenuto video.

Anche Facebook offre, dal 2017 ormai, la possibilità di piazzare  video ads di massimo 15 secondi sui video presenti all’interno della piattaforma, ma anche su altre applicazioni grazie al placement Audience Network. Questa feature ha mostrato risultati estremamente positivi, infatti il 70% degli ads vengono guardati fino alla fine.

In conclusione

KEY LEARNINGS:

  • Qualsiasi sia il business della vostra azienda, i contenuti video non possono essere ignorati
  • La brevità è fondamentale per catturare l’attenzione degli utenti
  • Focus sui formati mobile first

CONSIGLI:

  • Cinemagraph è un formato da provare assolutamente
  • Estendi l’audience di Facebook agli in-stream videos, anche su Audience Network
  • Focus su formati mobile-first, come i video verticali

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Le Metriche Fondamentali Del Performance Marketing Su Mobile

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Il performance marketing, come il nome suggerisce, è una tipologia di marketing in cui l’inserzionista paga esclusivamente per i risultati ottenuti. Nel mondo desktop, il performance marketing è incentrato principalmente su registrazioni, sottoscrizioni, o acquisti. Nel mondo mobile, invece, ci si riferisce principalmente a download, o, per meglio dire, l’installazione. 

Il performance marketing si differenzia dal brand marketing proprio perché il risultato non si limita ad un click o a una impression del formato pubblicitario. 

Perché Nel Performance Marketing Si Parla Di Installazioni? 

Nel mondo delle applicazioni mobile pagare per una semplice visita allo store di Google o Apple non ha alcun beneficio. Una visita allo store è in un certo qual modo paragonabile ad una visita su una Landing Page di un sito web. Se l’utente non converte inserendo la propria e-mail (o scaricando l’app in questo caso) la visita risulta essere “utile” solo ed esclusivamente da un punto di vista di branding. 

Lavorare a performance significa ottenere risultati tracciabili e che possono essere ricondotti al ritorno sull’investimento (ROI) che si fa con le attività marketing. 

Quali Sono Le Metriche Del Performance Marketing Sul Mobile?

Brand vs. Performance Marketing

Quando si parla di performance marketing ci si riferisce a un approccio “data-driven“. Infatti, la misurazione dei risultati è la parte più importante di queste attività a performance. Analizzare i dati delle campagne marketing sul digitale diventa la base per azioni future che si vogliono intraprendere sia online che offline. 

Un problema ricorrente però tra i marketers che approcciano il performance marketing su mobile è non sapere bene quali metriche considerare sia per la pianificazione che per l’analisi dei risultati. 

La metrica più importante, senza dubbio, da tenere a mente in campagne di performance marketing su mobile è l’eCPA, che altro non è che il costo effettivo di un’acquisizione. 

Perché l’eCPA è importante? 

Nel mondo mobile, le campagne a performance hanno come costo di riferimento il CPI (cost-per-instal), a differenza del mondo desktop dove campagne a CPA, sia per registrazione, lead generation o acquisto, sono considerate la normalità. 

L’impossibilità di creare una landing page specifica per far convertire un’utente da visitatore a utente pagante sul mobile forza i marketers a rivalutare le metriche di riferimento. Un errore comune è quello per l’appunto di spostare l’attenzione sul CPI e dimenticarsi l’eCPA. 

Specialmente quando si collabora con agenzie esterne o terze parti in generale è molto importante calcolare e far sapere qual è il massimo eCPA a cui bisogna puntare. 

Le Altre Metriche Del Performance Marketing

Ci sono però altre metriche che sono molto importanti da tenere a mente quando si pianificano e analizzano campagne fatte sul mobile. 

Click-Through-Rate (CTR) – Questa è una metrica che ci permette di mantenere sotto controllo quanti clicks un link specifico riceve in una determinata campagna. Con questo dato è possibile capire l’efficacia dei canali usati per la promozione delle nostre applicazioni mobile ma anche se alcuni dei publishers utilizzati sono fraudolenti o meno. 

Conversion Rate o Tasso Di Conversione (CR) – Il conversion rate si riferisce al quantità di utenti che cliccano sul nostro adv e compiono un’azione. Il tasso di conversione è una metrica importante perché ci permette innanzitutto di controllare un eventuale possibilità di frode. Ad esempio troppi clicks su un adv con un tasso di conversione bassissimo, può essere un chiaro segno di click spam o injection. Inoltre, il tasso di conversione per azioni post-instal risultano essere utili per capire le capacità dei vari canali che si utilizzano. 

Retention Rate o Tasso Di Retention – Questa metrica è importante per capire la qualità degli utenti acquisiti tramite campagne a performance. Il retention rate indica quanti utenti ritornano nella nostra applicazione mobile dopo averla scaricata o utilizzata. Ad esempio, marketers che si occupano di giochi su mobile considerano questa una delle metriche più importanti per valutare l’efficacia delle loro campagne a performance. 

Churn Rate o Tasso Di Abbandono – Questa metrica è l’opposto del retention rate e indica il numero degli utenti che hanno abbandonato l’applicazione mobile. Solitamente questo è calcolato con il tasso di disintallazione dell’applicazione. 

ARPU o Average Revenue Per User – Questa è una metrica un po’ più complessa da calcolare all’inizio delle attività a performance, detto questo però è molto importante tenerla a mente, visto che a seconda di questo valore, possiamo capire il valore medio che un singolo utente porta alla nostra app mobile. 

Lifetime Value (LTV) – Questa metrica è molto simile all’ARPU ma non è uguale. Il lifetime value ci aiuta a capire il valore medio di ogni utente attivo nella nostra applicazione mobile. Questa metrica è molto importante da tenere in considerazione quando si pensa in termini di eCPA, infatti LTV > eCPA, se così non fosse, saremmo in perdita. 

 

In Conclusione

KEY LEARNINGS: 

  • Conosci le metriche importanti per la tua app. Non tutte le applicazioni mobile devono fare riferimento necessariamente alle stesse metriche.
  • L’eCPA è la metrica di riferimento per qualsiasi campagna a performance su mobile. 
  • Tracciare, tracciare e tracciare! È questo il segreto di una pianificazione di successo per una campagna mobile a performance

CONSIGLI:

  • Se lavori con terze parti condividi metriche importanti per il successo delle campagne mobile, in questo modo darai loro la possibilità di aiutarti al meglio. 
  • Colleziona e analizza tutti i dati relativi a campagne per analisi approfondite con altri dipartimenti della tua azienda. 
  • Traccia, tracciare e tracciare! Sì, il consiglio più importante è tracciare tutto quello che serve, senza lasciare nulla al caso.

 


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Programmatic Advertising Su Mobile: Sogno O Realtà?

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Il concetto di pubblicità programmatic non è affatto nuovo in ambito pubblicitario. La pubblicità comprata in programmatico è stata introdotta anni addietro per migliorare il modo in cui gli spazi pubblicitari erano comprati su desktop. La tecnologia programmatic è diventata sempre più comune con l’aumentare delle pianificazioni in digitale e gli esperti di marketing hanno incominciato a usare a loro vantaggio anche i dati utenti per affinare il targeting delle loro campagne. 

Con l’avvento del mobile però, la compravendita in programmatic è stata messa in secondo piano da altri canali. Negli ultimi anni, abbiamo visto come la duopoli Facebook e Google ha dominato lo scenario digitale e mobile. Ci sono stati anche altri canali che hanno contribuito alla crescita delle opzioni per marketer, come Amazon o altre piattaforme social (Instagram, Twitter, Snapchat, e TikTok) per campagne di influencer.

Duopoli Facebook Google

Sebbene il programmatic marketing su mobile non sia necessariamente “hot” al momento, in special modo in Italia, questa forma di media buying è sicuramente uno dei trend più attesi dai marketers più esperti. 

Cosa È Il Programmatic Advertising? 

Il programmatic adv si riferisce comunemente alla compravendita automatizzata di spazi pubblicitari tramite una piattaforma digitale. Questa automatizzazione del processo d’acquisto vede scomparire tutti gli intermediari poiché grazie alle piattaforme programmatic le aziende possono comprare direttamente gli spazi pubblicitari senza richiedere l’intervento di agenzie intermediari, tramite una demand-side platform (o DSP)

Naturalmente, la realtà è un po’ più diversa da questa spiegazione semplicistica, per il fatto che le aziende medio-grandi si rifanno ancora ad agenzie per l’acquisto di spazi pubblicitari e molte di queste usano terze parti specializzate in questo tipo di advertising digitale in programmatic. 

Perché È Importante Il Programmatic Advertising? 

In una sola parola: efficienza.

Prima della fase programmatic, la compravendita di spazi pubblicitari era in mano ai commerciali di agenzie e aziende che si mettevano d’accordo su prezzi e modalità di distribuzione. Con la pubblicità programmatic, è ora possibile evitare i lunghi processi di negoziazione e soprattutto fare il set up di campagne a qualsiasi ora del giorno o della notte e andare live immediatamente. 

Come detto però, la tecnologia programmatic rende il processo più efficiente ma naturalmente non elimina del tutto le persone. Il processo d’acquisto diventa più semplice e veloce ma la pianificazione delle campagne diventa più complicata e richiede più attenzione. 

Nel 2018, lo IAB ha riportato che due terzi di tutti gli spazi pubblicitari acquistati sul digitale a livello mondiale sono stati processati tramite programmatic advertising. In più, già nel 2014, il boom del programmatic advertising sul mobile era visibile negli Stati Uniti e con gli anni ha conquistato molte altre nazioni. 

Programmatic Advertising Sul Mobile

Programmatic = RTB? 

Questa è uno dei dilemmi più comuni tra coloro che lavorano nel digitale. Il programmatic non è RTB ma l’RTB è un tipo di acquisto programmatic, non l’unico però. Il real-time bidding permette ai marketer di acquistare spazi pubblicitari con delle aste in tempo reale ma il programmatic advertising dà la possibilità agli esperti di comprare anche un certo numero di impressions da publishers diretti (conosciuto anche come programmatic diretto). 

La Terminologia Di Base Per Capire Il Programmatic Advertising

Prima di addentrarsi nell’analisi dei vantaggi e difficoltà di questa tecnologia è importante capire la terminologia di base per essere sicuri di non fare altra confusione. 

Open Marketplace o Open Auction – Il marketplace rappresenta l’arena in cui tutti gli spazi pubblicitari sono comprati e venduti, invece l’open marketplace o open auction non è nient’altro che l’asta in cui diversi buyers e sellers competono per la compravendita di questi spazi pubblicitari. 

DSP o Demand Side Platform – Questa è la piattaforma che siede lato domanda d’acquisto e permette ad aziende e marketer di fare l’offerta per l’acquisto degli spazi pubblicitari. 

SSP o Supply Side Platform – Questa è la controparte della DSP che permette alle pubblicità di essere piazzate sui vari publishers connessi trami SDK

DMP o Data Management Platform – Questa è la piattaforma che gestisce i dati degli utenti, proprietari o di terze parti. Ce ne sono di diversi tipi in base alla modalità di dati collezionati. 

Ad Exchange – Questa piattaforma digitale agisce da “connettore” per le piattaforme soprannominate, in pratica, permette la compravendita degli spazi pubblicitari. 

Private Marketplace o PMP – Questo è un marketplace speciale dove i publishers vendono la loro inventory a buyer preferiti. Solitamente questa modalità è utilizzata quando un publisher specifico performa particolarmente bene in una campagna e di conseguenza si ricerca un accordo “preferito” o privato. 

Programmatic Direct  – Questo si riferisce all’acquisto di spazi pubblicitari senza un’asta. Di solito sono aziende o marchi premium che prediligono questa tipologia di compravendita. Sicuramente non sono alla portata di tutti ma solo dei pochi che si possono permettere budget pubblicitari di una certa portata. 

Programmatic Advertising Su Mobile
https://vimeo.com/266080613

I Vantaggi Più Importanti Del Programmatic Advertising Nel Mobile Marketing

Come è possibile aver capito a questo punto, il programmatic advertising offre un livello di performance e libertà che prima non erano possibili. Le aziende possono fissare un bid particolare al prezzo che vogliono, definire una audience preferita e quali applicazioni o spazi pubblicitari voler mettere le loro inserzioni o messaggi pubblicitari. 

Uno dei vantaggi principali del programmatic marketing sono i dati utenti a disposizione. I marketing manager esperti possono utilizzare questi dati per diminuire il CPM o migliorare il CTR a seconda delle performance. In più, nel mobile è possibile decidere che tipologia di OS (sistema operativo) voler raggiungere, quale formato pubblicitario, da banner a interstitial, da video a playable ads.

Il programmatic advertising, specialmente nel mobile, permette alle aziende e marketer di capire gli utenti tramite schemi comportamentali, facilitati da: 

  • Dati geo-localizzati
  • Dati sulle abitudini comportamentali degli utenti (Che negozi visitano? Dove viaggiano?)
  • Tracciamento di quali applicazioni mobile sono usate
  • Tracciamento di quali social media sono più usati
  • Utilizzo di identificatori mobile che permettono campagne di retargeting e re-engagement

La flessibilità che offre il programmatic advertising per quanto riguarda i formati creativi è limitato dalla creatività dell’azienda nel formulare il messaggio pubblicitario. La scelta è ampia e permette ai marketers di utilizzare vari formati per raggiungere gli utenti nel migliore dei modi. 

Le Difficoltà Per Il Programmatic Advertising Nel Mobile Marketing

Sebbene il programmatic advertising stia crescendo rapidamente e con esso i budget spesi su questo canale, il numero di marketer che lo utilizza è ancora limitato. 

La realtà è che sebbene offra un’ampia scelta di targeting è molto complicato arrivare ai costi di acquisizione (CPA) target fin dall’inizio. La pressione fatta sui marketer o agenzie per avere risultati immediati crea difficoltà in termini di adozione di questo canale, almeno nel mobile marketing. 

Per il momento, il programmatic advertising è usato principalmente per fare campagne branding, piuttosto che campagne a performance. Il problema è nelle tempistiche con cui ci si aspettiamo i risultati. Molti marketer inesperti tendono a paragonare il programmatic advertising con l’affiliate marketing. Purtroppo il paragone non sussiste poiché la modalità di acquisto non solo è diversa (come visto precedentemente) ma si tratta anche di spazi pubblicitari di qualità ben diversa.

L’affiliate marketing garantisce un prezzo sicuro e perlopiù basso, che permette ai marketers di mantenere il CPA sotto controllo e raggiungere i target di LTV impostati dal management. In realtà però sull’affiliate marketing si rischia di essere soggetto a frode. 

Il Futuro Del Programmatic Advertising Nel Mobile

Non ci sono dubbi che con il tempo marketers in tutto il mondo si muoveranno su piattaforme programmatic. Al momento, negli Stati Uniti, questa è la forma di acquisto più diffusa dopo i soliti noti. In Europa, si vede già un cambiamento in paesi anglosassoni per via dell’influenza d’oltre oceano. Negli altri paesi Europei solo aziende che hanno una conoscenza avanzata delle loro metriche compra programmatic advertising.  

In Conclusione

KEY LERNINGS:

  • Il programmatic advertising non è un sogno bensì una realtà
  • Le possibilità sul programmatic sono limitate alle conoscenze dei marketers e le agenzie che effettuano la compravendita
  • I dati nel programmatic advertising su mobile giocano un ruolo fondamentale che aiutano i marketers a ottimizzare le campagne per ottenere risultati migliori
  • La tecnologia programmatic è anche molto importante e quando si valutano le varie opzioni bisogna prendere in considerazione questo fattore

CONSIGLI:

  • Prima di investire sul programmatic advertising concentrati a capire le tue metriche di acquisizione 
  • Fai un test sul programmatic (in-house o con agenzia) ma fai in modo da avere un budget che ti permetta di analizzare abbastanza dati (con meno di 10.000€ non ha senso fare un test) 
  • Datti tempo e non disperare. Ci vuole un po’ prima di capire e specializzarsi su un nuovo canale

 


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Gli 8 trend sul mobile marketing che non puoi ignorare nel 2019

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Mobile Marketing Trends 2019
Mobile Marketing Trends 2019

Il mobile marketing è ormai diventato un fattore che non può essere ignorato nelle strategie di business nel 2019, e come ogni anno è importante evidenziare quali sono i trend sul mobile marketing che non vanno ignorati.

Come abbiamo già visto in altri articoli, spendiamo il doppio del tempo sui dispositivi mobile piuttosto che sul desktop, e uno studio recente di Blue Corona mostra come tutte le statistiche di uso e consumo vanno a favore del mobile. Lo stesso studio indica che i consumatori spendono 5 ore al giorno sui loro dispositivi mobile, con una crescita annua dell’88%.

Considerati questi numeri, la maggior parte delle aziende sta spostando ingenti quantità di budget da desktop a mobile. Ciò significa che la concorrenza in mobile marketing sarà sempre più alta, e diventerà sempre più difficile farsi notare ed avere successo con le campagne marketing.

Di seguito abbiamo collezionato alcuni dei trend sul mobile marketing che non possono essere assolutamente ignorati se vogliamo sopravvivere nella mobile jungle.

1.Influencer marketing da esperimento a must-have nel mix di performance marketing

Nel 2019 una parte significante di budget sarà destinata alle campagne di influencer marketing, che è ormai diventato un canale di acquisizione utenti cost-efficient e capace di raggiungere specifiche nicchie di mercato difficilmente raggiungibili con altri canali, soprattutto nel gaming.

I micro-influencers si aggiudicheranno una fetta sempre più grande di budget destinato al mobile marketing, a discapito degli influencers più grandi che stanno diventando sempre più difficili da gestire e meno efficienti in termini di costo.

Leggi il nostro articolo sull’importanza delle campagne di influencer marketing per promuovere una app mobile.

2. La guerra per il dominio dei video

Nel 2018 la spesa sul mobile video advertising ha registrato record, mentre le previsioni per il 2019 dicono che toccherà 20 miliardi di dollari (nel 2015 la spesa totale è stata $2 miliardi).

Gli smartphone sono il canale dominante dove le persone guardano video, e secondo Forrester il mobile porterà il 72% della crescita totale nella spesa in online video.

Il formato predominante è ormai quello verticale: Instagram ha rivoluzionato il modo di fare video sia con le stories che con IGTV. Non dimentichiamoci però di Youtube, dove il 70% dei video vengono guardati su dispositivi mobile.

Anche altre piattaforme social come Snapchat, Twitter, ma anche TikTok e Pinterest, stanno spostando il loro focus su contenuti video.

Per quanto riguarda i mobile networks “standard”, comandano per budget allocato e performance Vungle, AdColony e AppLovin.

Per i marketers diventa quindi fondamentale avere una strategia ben precisa incentrata sul video advertising.

3. Playable / Interactive Ads, un formato emergente con molte opportunità

Interactive e Playable ads rappresentano uno dei formati più “caldi” da sperimentare, sia per le opportunità che offrono in termini di user experience, ma anche per le (quasi) illimitate possibilità di sbizzarrire la creatività degli advertisers. Specialmente per il gaming, ma anche per altri business come travel o social discovery platform, con questo formato può infatti fornire agli utenti un vero e proprio “assaggio” dell’esperienza mobile.

Tale esperienza precedente al download garantisce un churn-rate più basso, poiché gli utenti che scaricano l’app hanno una consapevolezza maggiore del prodotto.

Inoltre, gli interactive ads garantiscono una migliore misurazione delle performance, con un tasso di conversione più alto e una user loyalty eccellente.

4. Traffico fraudolento sempre più difficile da rilevare

Il traffico fraudolento rappresenta da sempre un problema importante per l’industria del mobile advertising. Stime recenti mostrano che l’impatto della frode varia tra i 6.5 e 19 miliardi di dollari annui, anche se è difficile calcolare una somma precisa poiché ci sono ancora ingenti quantità di traffico fraudolento non identificato.

Nel 2019 la situazione non sembra essere destinata a migliorare: i fraudster stanno sviluppando nuove tecniche per creare downloads e transazioni fasulle che diventano sempre più difficili da individuare.

Gli MMP sul mercato offrono tool anti-fraud che garantiscono un livello di protezione preventiva, che però non deve essere considerato abbastanza. È fondamentale, infatti, analizzare i propri dati con frequenza e cercare anomalie che possano dire che stai investendo il tuo budget in traffico fraudolento.

5. Programmatic per tutti

Stiamo assistendo da ormai diversi anni ad un’ascesa costante degli investimenti in campagne di programmatic advertising, che non hanno mai raggiunto però quel livello di affidabilità ed efficienza che tutti i marketers auspicano.

Il programmatic advertising resta comunque un importante canale da esplorare, e sebbene nelle fasi iniziali sia molto più costoso rispetto ad altri canali, dopo 4-6 settimane si possono raggiungere livelli di cost-per-download e cost-per-interaction efficienti, con una qualità degli utenti maggiore rispetto ad altri canali e una garanzia di brand-safety abbastanza alta grazie alla trasparenza dei network.

Grazie ai dati e learnings accumulati durante gli ultimi anni, le agenzie programmatic dovrebbero essere ora in grado di offrire una fase di apprendimento iniziale più corta delle 4-6 settimane usuali, in modo da limitare parte della spesa inefficiente e da garantire anche alle aziende più piccole la possibilità di testare questo canale di acquisizione.

Leggi anche “Pubblicità Programmatic Su Mobile: Sogno O Realtà?

6. AI and Machine learning: nuovi trend sul mobile marketing

Il tema dell’intelligenza artificiale sta guadagnando sempre più importanza nell’industria mobile, specialmente in relazione all’automatizzazione dei processi di advertising.

L’intelligenza artificiale ha anche un ruolo fondamentale in quanto a predizioni di comportamento dell’utente all’interno dell’applicazione. Una volta che si creano dei modelli comportamentali, si possono prendere decisioni migliori in quanto a strategie di engagement e in-app advertising.

In generale i marketers possono beneficiare dell’intelligenza per offrire una migliore esperienza di advertising. L’AI può migliorare le performance del contenuto, facendo anche spazio per una monetizzazione più efficiente, e migliori funzioni analitiche.

7. Realtà aumentata nelle applicazioni mobile

Un pò come tutti gli anni, anche nel 2019 è giusto considerare la realtà aumentata come un trend chiave nell’ambito mobile, sebbene molti brand la utilizzino ancora solo per un fattore estetico.

Grazie ai progressi tecnologici, la realtà aumentata è sempre più accessibile e non è più cosa esclusiva per sviluppatori di giochi di alto livello (come ad esempio Pokemon GO). Entro la fine del 2019 il numero totale di giochi basati su realtà aumentata e virtuale andrà oltre i 5 miliardi, sintomo che i developers hanno capito l’importanza di garantire agli utenti una completa esperienza a 360° per assicurare un livello di engagement maggiore.

8. L’avvento della rete 5G

La connessione 5G è stata una delle star più popolari dell’ultimo Mobile World Congress, in cui si è spesso accostato il tema della rete a quello della realtà aumentata ed intelligenza artificiale.

I vantaggi della rete 5G sembrano essere importanti: download 10 volte più veloci del 4G daranno la possibilità ai marketer di sperimentare più a fondo playable e interactive ads, per esempio.

Il processo di diffusione del 5G sembra comunque lento e non semplicissimo: molti operatori telefonici dovranno effettuare cambi alle proprie infrastrutture, ma anche i produttori di smartphone dovranno cambiare tecnologia per ricevere le nuove frequenze. Nonostante questo, è stato previsto che la rete 5G coprirà nel 2024 il 40% della popolazione mondiale.

In conclusione

KEY LEARNINGS:

  • I video dominano, i playable stanno emergendo
  • Gli influencers sono ormai una realtà che non può essere ignorata
  • Il traffico fraudolento deve essere combattuto quotidianamente

CONSIGLI

  • Focalizzati sulle creatività: sono sempre al centro della comunicazione
  • Analizza i tuoi dati quotidianamente per scovare il traffico fraudolento
  • Affidati all’intelligenza artificiale per l’automatizzazione

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Influencer marketing per promuovere una applicazione mobile

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Nell’ultimo anno e mezzo l’influencer marketing è passato da trend a canale must-have nella strategia di performance marketing per acquisire utenti mobile.

I dati mostrano come 1/5 dei consumatori americani abbiano effettuato almeno un acquisto in seguito ad una campagna di influencer marketing su Twitter, Youtube o Facebook.

Considerando che il tempo passato sulle piattaforme social sta continuando a crescere costantemente, ha senso dire che le strategie di influencer marketing per le applicazioni mobile diventeranno sempre più importante.

Cos’è l’influencer marketing?

L’influencer marketing è un tipo di marketing basato sull’influenza che hanno alcune persone su altre (i followers) per la promozione di prodotti e servizi. Gli influencers promuovono ai loro followers, quasi esclusivamente tramite i propri canali social, i prodotti degli advertisers che pagano un corrispettivo a seconda degli accordi stipulati.

Caratteristiche principali.

Le campagne di influencer marketing offrono, moltissime opzioni in termini di formati e piattaforme: gli influencers sono ormai attivi in ogni social network, da Facebook, passando per Instagram, Twitter, Snapchat, Pinterest, Tumblr, fino ad arrivare a Youtube. Per questo ogni business ha la possibilità di esplorare la piattaforma e il format che fa al caso proprio.

L’exploit recente delle stories, specialmente su Instagram, ha rivoluzionato il panorama delle campagne influencer. Con l’utilizzo delle stories, gli influencers hanno la possibilità di fornire dei contenuti più autentici che appaiono, agli occhi dei followers, come uno spaccato di vita quotidiana, e che si distaccano dalla pura idea promozionale.

Ma, come già detto, le piattaforme sulle quali gli influencers possono promuovere prodotti terzi sono multiple. Ogni influencer ha però un approccio “unico” al prodotto, quindi emerge la possibilità di differenziare il proprio messaggio e raggiungere più nicchie di mercato.

Le campagne di influencer marketing permettono un approccio che si distacca dai classici native o display advertising. Infatti questo tipo di campagne riesce allo stesso tempo a combinare user acquisition, brand awareness e anche creazione di content che può essere riutilizzato su blog o social media.

Agenzia o contatto diretto?

Esistono due opzioni per gestire campagne di influencer marketing: il primo è servirsi di una delle tante agenzie che gestiscono influencers, il secondo è di andare alla ricerca degli influencers che si addicono di più al proprio business e contattarli singolarmente.

Va detto comunque che sempre più influencers, soprattutto quelli più grandi, si affiliano ad agenzie per gestire i loro “spazi” pubblicitari.

Se riuscite però a contattare gli influencers senza usufruire di un’agenzia ci sono vari benefits, tra cui la possibilità di accordarsi su base performance (pagamento di corrispettivo per download, anziché per post o video).

Macro e Micro-Influencers.

Con il passare del tempo si è creata una distinzione tra macro influencers ( più di 500K followers) e micro influencer.

Definizione degli Influencers in base ai followers

Recentemente molte aziende di dimensione medio-piccola hanno iniziato a concentrarsi su campagne di micro-influencers, le quali risultano più economiche, più facili da gestire, e capaci di raggiungere nicchie di mercato più specifiche.

Allo stesso tempo lavorare con multipli micro-influencers richiede più tempo e risorse, specialmente se non si ricorre ad agenzie, sia per la ricerca che per il tracking.

Come misurare le campagne di influencer marketing.

A proposito di tracking: analizzare i risultati delle campagne di influencer marketing può risultare complicato, soprattutto se non si dispone di un MMP – Mobile Measurement Partner come Adjust, Appslfyer, Tune, Kochava etc (Leggi l’articolo sull’importanza di implementare un MMP).

Qualora abbiate a disposizione un MMP, il modo migliore di tracciare una campagna influencer è di fornire ogni singolo influencer con uno specifico tracking link, così da vedere gli effettivi risultati portati, in termini di downloads, acquisti, etc.

A volte però il tracking link non è abbastanza, poiché non in tutte le piattaforme social è possibile fare link-out (per esempio sui post di Instagram). Quindi qualora si effettuino campagne di influencer marketing è necessario anche controllare se ci sono aumenti nel normale livello di downloads organici.

Infine, un ultimo modo per tracciare questo tipo di campagne, è quello di fornire ogni influencer con uno specifico codice promozionale – qualora sia possibile – da offrire ai propri followers. In questo modo potrete vedere quanti codici sono stati riscattati per ogni singolo influencers.

La pratica di offrire codici promozionali ai followers è anche conveniente per aumentare la conversion rate, dal momento che l’influencer riesce a dare un senso di esclusività che altrimenti non sarebbe possibile.

KEY LEARNINGS:

  • Le campagne di influencer marketing sono diventate una parte fondamentale da includere nel performance marketing mix
  • Ogni business può trarre vantaggio dalle campagne di influencer marketing
  • I micro-influencers possono raggiungere audience di nicchia e sono più efficienti in termini di costo
  • Testare diverse piattaforme per analizzare in quale si trova l’audience più adatta al proprio business
  • È possibile tracciare i risultati con tracking link unici e misurando l’impatto sui download organici
  • Offrire codici promozionali aiuta a tracciare i risultati e a dare un senso di esclusività

CONSIGLI:

  • I vostri user sono i migliori influencers: un utente soddisfatto condivide con piacere la propria esperienza. Provate una campagna testimonial
  • Con i micro-influencers è possibile stipulare accordi a base performance ed offrire scambio di servizi
  • Lasciate l’influencer libero di creare un contenuto che sia il più possibile autentico: in questo modo i followers non si sentono come se gli venga venduto un prodotto

ESEMPIO:

Campagna di @magic_fox (macro-influencer – 1,8M followers) su Instagram per Foodspring



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