Max Schrems, attivista e autore austriaco che lotta per il rispetto della privacy, ha presentato un reclamo presso l’Autorità per la Privacy dei dati francese, reclamo in cui accusa Google di violare il GDPR, il regolamento sulla privacy dell’Unione Europea, con i suoi AAID (Android Advertising Identifier).

Il nuovo ad targeting di Google infatti raccoglie le informazioni sulla cronologia dell’utente senza che lui lo sappia o che dia il suo consenso: questa è una chiara violazione del GDPR, che prevede che ogni ente analizzi i dati dei cittadini europei solo se ha avuto la loro autorizzazione prima. 

“L’ AAID è molto simile ad un tracking ID raccolto con i cookie” si legge nel documento “Google e le terze parti usano questi dati per ottenere informazioni sugli utenti e proporre in seguito pubblicità legate ad essi su altre app o siti web.”

Nel documento si parla di una “licenza digitale” dove ogni azione dell’utente verrebbe raccolta per creare un profilo completo, usato in seguito per proporre pubblicità personalizzata, acquisti in-app, promozioni etc. I giudici francesi sono dunque chiamati a bloccare questo processo appellandosi all’articolo 82 del GDPR e imporre una multa su Google e qualsiasi altra compagnia legata agli AAID.

A Febbraio c’erano state delle indiscrezioni riguardo a come Google stava affrontando l’arrivo della feature App Tracking Transparency (ATT) che sarà disponibile a breve con iOS 14.5 e che permetterà all’utente di bloccare il tracking se non lo vuole. Per questo Google aveva prima dichiarato di voler abbandonare i cookie e poi aveva cercato un nuovo metodo di raccolta dei dati più rispettoso della privacy e più controllato.

In questo periodo gli screzi tra Apple e le altre compagnie tech non sono stati pochi: dal ritardo sull’implementazione delle etichette sulla privacy di Google, alla loro pubblicazione su Gmail con grande ritardo, passando per la campagna a favore del tracking implementata da Facebook e le denunce dell’antitrust. Ma in Francia, qualche settimana fa, la Autorità per la competizione si è rifiutata di condannare Apple, accusata da vari advertiser di monopolio e anti-competitività. Rimane dunque da vedere come finirà questa disputa legale, e se la Francia prenderà ancora una presa di posizione a favore della privacy e contro il targeting

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