Un ultimo case study di Creatopy ha cercato di capire quale pubblicità di YouTube sia più performante tra quelle audio e video. Tramite le pubblicità video si può promuovere materiale da video, mentre per quelle audio si vuole raggiungere il proprio target principalmente tramite l’audio, aggiungendo anche certamente immagini e animazioni. Un’altra differenza è rappresentata dal fatto che gli audio ads appaiono maggiormente nei contenuti di podcast e musica, mentre i video ads possono apparire su vari canali. 

Tra Aprile e Maggio, l’agenzia ha svolto campagne pubblicitarie su Youtube con audio e video ads, allocando lo stesso budget (3.399,50 dollari totali e 100 dollari al giorno) per ciascuna campagna per vedere quale delle due avrebbe ottenuto una migliore performance. 

L’obiettivo della campagna era di incrementare la brand awareness con strategie di offerta basate sul costo per mille.

Una volta ottenuti i risultati, il team ha scoperto qualcosa di sbalorditivo: il numero delle impression era più alto per gli audio ads, con più di 700 mila account raggiunti, rispetto a quelli video, con poco più di 450 mila. 

Source: Creatopy

Non bisogna però soffermarsi su questo numero, perché si potrebbe fare un’analisi errata della campagna e dare il primo premio alla campagna sbagliata. Infatti, analizzando invece i numeri dei clic, si nota che gli audio ads hanno ottenuto meno della metà dei clic ricevuti dai video: rispettivamente una percentuale di click-through rate (CTR) del 0,04% e del 0,17%.

Inoltre, se si continua ad analizzare i dati, si scopre che gli audio ads hanno una media di cost-per-clic (CPC) di $10,79, ovvero più alta rispetto a quella dei video, che è di $4,37.

In seguito, notiamo però che siccome gli audio ads avevano un numero di impression più alto, avevano un costo-per-mille (CPM) più basso corrispondente a $4,40 rispetto a $7,41 dei video.

Come ultimo dato troviamo il view-through conversion (VTC), in questo caso il paragone lo vincono gli audio ads con 6, rispetto ai 3 dei video. 

Quello che deduciamo quindi da questo studio è il fatto che entrambe possono essere performanti, ma sotto aspetti diversi. Gli inserzionisti dovrebbero quindi concentrare i loro messaggi pubblicitari in 15 secondi e scegliere un tono di voce che abbini i loro brand con una ben strutturata call-to-action. 

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