WhatsApp
Woman holding searching social Internet service WhatsApp.

Facebook sta lottando per affrontare un’improvvisa minaccia per la sua piattaforma di messaggistica WhatsApp dopo che un cambiamento ai suoi termini di servizio ha scatenato preoccupazioni per la privacy e ha spinto gli utenti a rivolgersi ai rivali Signal e Telegram.

L’app di messaggistica criptata, con più di 2 miliardi di utenti a livello globale, ha cercato di chiarire le prossime modifiche: la politica sulla privacy riguarda i dati che possono essere condivisi tra WhatsApp e Facebook.
Alcuni utenti hanno interpretato le nuove politiche di WhatsApp come se suggerissero che i dati sensibili degli utenti saranno condivisi con la sua società madre per la prima volta, includendo anche il contenuto dei messaggi, suscitando indignazione sui social media – e una drastica rettifica da parte della società.

WhatsApp ha in seguito dichiarato infatti che l’aggiornamento, che entrerà in vigore oggi, 8 febbraio, “non influisce in alcun modo sulla privacy dei messaggi con amici o familiari”. 

Quindi nessuna delle due app sarà autorizzata ad accedere ai messaggi, ma Facebook e WhatsApp saranno ora in grado di condividere alcuni pagamenti e dati sulle transazioni al fine di aumentare la pubblicità, mentre la società si spinge ulteriormente nell’e-commerce con lo sviluppo di funzioni di vetrina digitale come Facebook Shops. 

I cambiamenti delineano anche come i commercianti che comunicano con i clienti tramite WhatsApp possono scegliere di memorizzare quelle chat nei server ospitati da Facebook, e utilizzare quei dati per orientare la loro pubblicità. 

Diversi alti dirigenti della società sono scesi su Twitter per difendere pubblicamente i cambiamenti, tra cui Adam Mosseri, amministratore delegato di Instagram, (anch’esso proprietà di Facebook): “C’è un sacco di disinformazione sui ToS [termini di servizio] di WhatsApp in questo momento”, ha detto.

Eppure, Jason Kint, amministratore delegato di Digital Content Next, un’associazione professionale statunitense per gli editori online, ha osservato che Facebook aveva inizialmente promesso che WhatsApp non sarebbe stato tenuto a condividere alcun dato con la sua società madre quando è stato acquisito nel 2014. 

“L’annuncio riguardante l’ulteriore utilizzo dei dati di WhatsApp nella società madre di Facebook è il classico inganno in cui agli utenti vengono fatte promesse intorno alla protezione dei loro dati solo per avere ancora una volta la promessa infranta”, ha detto Kint, aggiungendo che le autorità di regolamentazione negli Stati Uniti e in Europa stanno intentando cause per l’abuso ripetuto di Facebook dei dati dei consumatori, in modo da bloccare il suo dominio sul mercato.

Telegram e Signal conquistano le classifiche

Ad avere la meglio in questa lotta fra il colosso social Facebook e il sempre più importante bisogno di privacy degli utenti sono ovviamente i competitors. 

Telegram e Signal infatti stanno macinando download e conquistando le classifiche mensili. Questo perché le due applicazioni garantiscono la privacy dell’utente, con Signal che ha ricevuto addirittura la sponsorizzazione dell’Unione Europea e di Elon Musk, l’amministratore delegato di Tesla, che il 7 gennaio ha twittato “Use Signal”.

Secondo il Financial Times, Signal è stato scaricato 8,8 milioni di volte in tutto il mondo nella settimana dopo che i cambiamenti di WhatsApp sono stati annunciati il 4 gennaio, contro le 246.000 volte della settimana precedente.
Uno dei fondatori di Signal è niente di meno che il co-fondatore di WhatsApp Brian Acton, che aveva lasciato la società a seguito di disaccordi sulla privacy degli utenti e la mancanza di indipendenza di Whatsapp da Facebook.

Anche Telegram ha beneficiato delle preoccupazioni riguardanti WhatsApp. Sempre secondo il Financial Times, l’app di messaggistica avrebbe raggiunto 11,9 milioni di download la settimana dopo il cambiamento del 4 gennaio da 6,5 milioni della settimana precedente.

Al contrario, WhatsApp ha registrato 9,7 milioni di download nella settimana dopo l’annuncio, rispetto agli 11,3 milioni precedenti, registrando quindi un calo del 14%.

L’improvviso salto di utenti a Signal e Telegram non lascia più dubbi sul fatto che le app più piccole siano pronte a scalare le classifiche degli Store. Telegram non sbaglia un colpo, risultando l’applicazione più scaricata di gennaio e sbaragliando la concorrenza nei device Android; ma cresce di popolarità anche nell’App Store, dove attualmente detiene il quarto posto, tre posizioni sopra WhatsApp. Una crescita simile è registrata anche da Signal, che è arrivata addirittura al secondo posto delle app più scaricate del Play Store e al terzo posto nella classifica generale.

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