La notizia arriva da Reuters, un investitrice di Snapchat ha citato in giudizio la società giovedì scorso, affermando che è stato nascosto l’impatto del nuovo ATT di Apple sui report condivisi con gli investitori.
In una call tra investitori e società, qualche settimana fa, Snapchat aveva affermato, in effetti, che l’ATT di Apple aveva causato il non raggiungimento degli obiettivi trimestrali. Dopo qualche giorno le azioni di Snapchat sono precipitate del 25%.
La vera contesa è però proprio sull’ATT e la gestione di questa all’interno del team di Snapchat. A quanto pare, secondo l’investitrice Kellie Black che si trova dalla parte dell’accusa, Jeremi Gorman, a capo dell’ufficio business di Snapchat, ha più volte nascosto (o minimizzato) l’impatto dell’ATT di Apple sul comparto pubblicitario della società nei mesi scorsi.
Secondo l’accusa, gli azionisti di Snapchat “hanno subito perdite e danni significativi” a causa del calo dei prezzi delle azioni e degli “illeciti e omissioni” di Snapchat. Black sta tentando di “reclamare il danno indennizzabile” causato dalla presunta violazione da parte di Snapchat delle leggi federali sui titoli, anche se la richiesta non specifica un importo esatto in dollari.
L’ATT è uno strumento messo in campo da Apple per proteggere ulteriormente i dati dei propri utenti: permette a questi ultimi di scegliere se consentire a società terze di ottenere i propri dati. Tutte le società che fanno dell’advertising, soprattutto attraverso app, il proprio core business hanno avuto una brusca frenata negli introiti. Il motivo è una minore potenza di profilazione degli utenti e quindi la necessità d’investire più denaro per raggiungerne un numero minore rispetto al passato su iOS.
L’ATT di Apple sta continuando a creare danni alle big dell’advertising in-app. Continuerà a farlo fino a quando la feature rimarrà attiva e usata dagli utenti. Un’altra via è comprendere che è arrivato il momento di cambiare, nuovamente, approccio nel mobile advertising.
