Google diminuirà le sue commissioni sul Play Store per tutti coloro che vendono prodotti in-app, seguendo l’approccio utilizzato da Apple già a fine anno scorso.

Secondo quanto affermato dal gigante tech le commissioni passeranno da 30 a 15% per il primo milione di dollari che i developer raggiungeranno in un anno grazie ai sistemi di pagamento dello Store, per poi invece ritornare al 30% per ogni dollaro ricevuto oltre il milione annuale. Citando le sue fonti Google ha dichiarato che il 99% delle app che vendono prodotti digitalmente vedranno una riduzione delle tasse del 50%, mentre il 97% delle app al mondo non vendono in-app e non pagano nessuna imposta. 

Un’impostazione simile era stata scelta anche da Apple, che però non applica la riduzione sulle app iOS che generano più di un milione annuo. Il vicepresidente di Google Play e Android ha scritto un post sul suo blog dicendo che anche aziende che hanno ricavi di 5,50 o 100 milioni di dollari all’anno continuano a sopravvivere appena. Per ovviare questa discrepanza è stata adottata la scelta sul taglio delle commissioni. 

Questa mossa però arriva anche in seguito a proteste avvenute in India: dopo l’annuncio che Google avrebbe incassato il 30% di ogni pagamento in-app nel paese circa 150 startup indiane si erano alleate per fronteggiare questa sfida, e infine Google aveva deciso di posticipare l’implementazione di questa regola a Aprile 2022, cercando anche di parlare con i proprietari delle app  per capire i loro problemi. 

Tuttavia Sharma, fondatore di Paytm, servizio di pagamenti mobile che in India compete con Google Pay, nonché startup indiana più importante, ha dichiarato
in una intervista a TechCrunch che la tattica di Google è solo una mossa da pubbliche relazioni ma manca di sostanza: il limite di un milione sarebbe troppo basso e la commissione con le tasse raggiunge il 44%, una cifra enorme, soprattutto considerando che Google non autorizza le app a usare terze parti per i pagamenti. Inoltre, sembra che la compagnia non capisca i veri problemi dei developer (Paytm non usa il servizio di pagamento di Google Play). 

Le tasse di commissione e l’impossibilità di usare servizi di pagamenti altri rispetto a quelli di Google Play sono i problemi principali riscontrati, anche sull’App Store. Sharma si augura che le cose cambieranno anche perché in India questa é l’unica piattaforma di distribuzione di app. Ma anche i rappresentanti di Epic Games, già in una disputa legale con l’ App Store, condividono questo punto di vista : ritengono che questa mossa divida solamente i developer senza veramente aiutare nessuno. 

According Counterpoint il 99% degli smartphone usati in India sono Android, una cifra impressionante che provoca un controllo pressoché totale del mercato. Nonostante i developer indiani non siano affatto felici di questi recenti avvenimenti i rappresentanti di Google si aspettano che questa decisione aiuti a formare una migliore comprensione tra le due parti. 

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