Epic Games

Google sta alzando i prezzi delle app e dei prodotti in-app per gli utenti in Australia, secondo un’accusa presentata in tribunale dai creatori di Fortnite, ovvero la compagnia Epic Games. 

Il colosso è stato accusato di usare il suo potere per regolare il mercato a suo piacimento e di violare la legge australiana per una competizione libera.

Infatti Epic Games ha dichiarato che Google non permette ai developer di app di vendere i software delle app ai consumatori in piattaforme che non siano Google Play Store. Inoltre il gigante tech continua a tassare i developer con una commissione del 30% per ogni pagamento fatto a o attraverso terze parti. Google ha deciso di non commentare le accuse. 

Questo caso ricorda quello che lo stesso Epic Games aveva aperto contro Apple qualche mese fa, accusando la compagnia di Steve Jobs di usare il suo potere negli Store imponendo delle commissioni molto alte. Per questo Fortnite era stato cacciato da entrambi gli Store ad agosto dopo che aveva consentito agli utenti di bypassare le commissioni per i pagamenti in-app. 

Epic Games ha dichiarato che Google ha costruito quasi un monopolio, via accordi contrattuali o tecnici. Un esempio sarebbe l’obbligo dei produttori di telefoni di pre-installare le app create da Google e posizionare nella schermata home il Play Store.

Il 90% dei dispositivi Android fuori dalla Cina hanno Google Play installato nel telefono e il 90% degli acquisti di app avviene tramite questa piattaforma. È vero che gli utenti possono installarlo direttamente nei siti dei developer ma questo è fortemente scoraggiato tramite avvisi di sicurezza, inoltre ottenere gli aggiornamenti diviene estremamente complicato. 

Con le restrizioni non è possibile usare PayPal o AmazonPay, che potrebbero aiutare le terze parti a guadagnare e risparmiare.

Il processo contro Google comincerà il 24 Marzo 2021. 

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