Dopo Deliveroo, un’altra app di food delivery ha chiuso un round di finanziamenti: è Glovo, startup spagnola con 10 milioni di utenti che consegna piatti di ristoranti, spesa e altri prodotti. La compagnia avrebbe ottenuto €450 milioni ($528) in serie F.
Glovo aspira a divenire il leader dei 20 mercati in cui è attivo in Europa (è comunque presente anche oltreoceano in Argentina) espandendo il suo “q-commerce” (consegna in 30 minuti o meno agli utenti che vivono in città) e usando i ricavi per assumere fino a 200 nuovi ingegneri a Barcellona, Madrid e Varsavia.
Questo round è il più grande mai raggiunto da una startup spagnola. Sacha Michaud, co-founder di Glovo, ha affermato che la partenza in Spagna, paese con meno capitale di altri, ha permesso loro di imparare molto e sviluppare una strategia.
Il finanziamento è stato condotto da Lugard Road Capital e Luxor Capital Group; molti degli investitori di ora avevano già supportato la startup in precedenza. La valutazione non è nota ma è bene ricordare che nello scorso round, avvenuto a dicembre 2019, prima della pandemia e del boom dell’industria di delivery, l’azienda era valutata per $1.18 miliardi.
Questo round avviene in un periodo molto intenso per gli investitori, che cercano di accaparrarsi più share possibili delle compagnie nel settore. Solo la scorsa settimana Gorillas aveva ottenuto $290 milioni, mentre Everli era stata finanziata per $100 milioni e Getir per $300. Tra questi eventi spiccano anche gli IPO di Deliveroo: questi però non hanno dimostrato, fino ad ora, di essere un grande asset, visto che il loro valore è drasticamente calato dopo il debutto.
Alcune preoccupazioni osservate con il caso Deliveroo riguardano il prezzo di un IPO, l’allocazione che si dà, la competizione e come i costi del lavoro si relazionano al tutto. Michaud ha dichiarato a questo riguardo che la compagnia ha venduto le sue filiali in America Latina a Delivery Hero per $272 milioni per concentrarsi sull’Europa.
A gennaio Glovo ha annunciato un accordo strategico con la svizzera Stoneweg per sviluppare una serie di dark store in aree dove opera la startup per migliorare la distribuzione e ridurre i tempi di consegna.
Questi magazzini servono non per i prodotti caldi dei ristoranti ma per quelli dei supermercati e altri commercianti che non hanno una loro strategia B2C. In alcuni mercati la startup riesce a consegnare in soli 10-15 minuti e punta ad espandere questa feature ovunque: ecco perché servono nuovi ingegneri. Inoltre l’azienda spera di allargarsi in altri settori come il vestiario, la moda, la farmaceutica e i fiori.
In questo contesto non ci si può però dimenticare di chi si occupa di farci arrivare i prodotti che ordiniamo: i rider. Spesso lavorano come freelance e la loro retribuzione, nonché l’assenza di assicurazioni sul lavoro, è stata oggetto di grandi critiche in Europa e nel mondo. Molti rider infatti riescono a malapena a guadagnare il sufficiente per pagare le spese e non ricevono alcun tipo di rimborso o assistenza in caso di incidenti o malattie. Oltre al lato morale ed etico, vi è il riscontro degli investitori, non sempre disponibili a sostenere aziende tanto criticate su questi temi (si sospetta che questo sia uno dei motivi che ha causato il crollo delle share di Deliveroo). Proprio l’altro giorno JustEat ha annunciato un nuovo accordo che permetterà ai rider di ricevere una migliore retribuzione, giorni di malattia e un riconoscimento formale.
Glovo dal canto suo ha perso un processo della Corte Suprema spagnola a settembre: la corte ha bocciato la possibilità di definire un rider self-employed. Il paese sta lavorando a delle riforme per seguire le linee guida dei diritti dei lavoratori, mentre la questione viene discussa persino a livello europeo. Glovo vorrebbe continuare a non definire i suoi lavoratori come impiegati ma sarebbe disponibile a concedere più benefici: la startup si definisce contro gli standard dei salari minimi però.
Comunque si evolverà questo argomento oggi è un giorno di festa per Glovo, che continua a crescere e espandersi nel continente.
