Era ancora il 2020 quando Apple annunciava , alla Worldwide Developer Conference , che avrebbe implementato un nuovo sistema iOS per permettere agli utenti di avere il controllo sui dati che venivano raccolti e conservati dalle app presenti nei dispositivi, rendendoli coscienti di come le loro informazioni venivano condivise e usate per preservare la loro privacy.  
Il gigante tecnologico aveva dunque dato una scadenza alle aziende partner (8 dicembre 2020) per poter inviare i loro report sulla privacy in modo da pubblicarli già nel 2021 nell’App Store. Questi ci appaiono infatti quando vogliamo scaricare una nuova applicazione , mostrandoci come i nostri dati verranno usati e da chi.

Il caso

Tuttavia, qualcosa potrebbe essere andato storto. Su un articolo di The Washington Post, Geoffrey A. Fowler ha dichiarato di aver controllato lui stesso se alcune app (presentate come affidabili e con un alto grado di privacy) non conservassero effettivamente i dati. Ciò che ha scoperto è che in alcuni casi queste condividevano di nascosto alcune sue informazioni a Facebook , Google e altre compagnie, . È il caso di alcune app di fitness o di mappe, ma anche giochi famosi come Match3D : nonostante le etichette sulla privacy dichiarassero di non raccogliere dati, alcuni sarebbero stati comunque condivisi con almeno dodici enti terzi; Fowler scrive che oltre al livello di batteria del suo iPhone e allo spazio in memoria, persino la posizione del suo telefono era stata utilizzata a scopi di tracking. 

La risposta della Apple 

La portavoce del gruppo Apple ha dichiarato che l’azienda “esegue costantemente dei controlli sulle applicazioni e le loro dichiarazioni sulla privacy” ma è evidente che utilizzare questo metodo che si basa molto sull’onestà di chi crea e sviluppa le app sia precario e incerto: molti enti avrebbero potuto omettere o falsificare come realmente utilizzano i dati degli utenti, se fanno tracking e a che aziende vendono queste informazioni. Molte applicazioni peccano di disinformazione e superficialità nei loro report.

Nonostante ciò, il nuovo aggiornamento del sistema dovrebbe riuscire a limitare i danni di queste pratiche, bloccando i cosiddetti IDFA(Identifiers for advertiser), essenziali per tracciare gli utenti e soprattutto per svolgere un’azione di targeting, volta a mostrare pubblicità e contenuti più in linea con i gusti del consumatore. Questo se combinato con un controllo più efficace da parte di Apple potrebbe garantire una maggiore sicurezza e un più ampio controllo a chi utilizza questi prodotti. L’azienda infatti già progetta di bloccare gli aggiornamenti o addirittura eliminare dall’ App Store tutti coloro che non rispettano i suoi protocolli.

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