Twitter ha preso in mano una nuova iniziativa dal nome “Responsible Machine Learning”. L’obiettivo è quello di analizzare i possibili danni non intenzionali, causati dagli algoritmi di machine learning, sui loro utenti.

 

Cosa sta facendo Twitter per migliorare questo aspetto?

Un team di esperti, tra cui ingegneri, data specialists e ricercatori, avrà il compito di scoprire in che modo gli algoritmi di machine learning influiscano negativamente sull’esperienza degli utenti.

Uno dei primi obiettivi è quello di valutare un potenziale pregiudizio razziale, o di genere, dell’algoritmo di Twitter nel tagliare le immagini. Gli utenti di Twitter ritengono che le anteprime automatiche sul taglio immagine tendano a privilegiare i volti di uomini di carnagione bianca al posto di uomini di carnagione scura. Alla luce di tali fatti, la compagnia ha deciso di eliminare le anteprime con le immagini tagliate e privilegiare la visualizzazione di immagini per intero.

Il team di Twitter eseguirà, inoltre, un’attenta analisi sui contenuti raccomandati e terrà anche conto delle ideologie politiche in diverse parti del mondo. La compagnia afferma che, nel raggiungere tale scopo, lavorerà a stretto contatto con ricercatori accademici. I risultati di tale ricerca verranno sottoposti all’opinione del pubblico.

I futuri algoritmi di Twitter

Quale sarà l’impatto di questa ricerca? Questo non si può ancora dire con certezza. Tali indagini, però, aumenteranno la consapevolezza degli utenti nei confronti del modo in cui le imprese utilizzano i meccanismi di machine learning.

Nella decisione di analizzare gli algoritmi, Twitter si è mosso in contemporanea ad altri colossi, come Facebook. Inoltre, la pressione da parte dei legislatori sul controllo degli algoritmi di machine learning è in continuo aumento e questo spinge le imprese ad aumentarne il controllo.

Sempre sul tema del controllo degli algoritmi di machine learning, il CEO di Twitter Jack Dorsey ha immaginato un Twitter del futuro. Secondo il CEO, gli  utenti potranno accedere a contenuti personalizzati sulla base degli algoritmi da loro scelti e non più imposti dalle compagnie.

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