Closeup of pregnancy test and contraceptive pills birth control concept

L’app Clue, nota per il suo calendario mestruale utilizzato da tante donne, ha dichiarato di aver ricevuto l’autorizzazione dalla FDA (Food and Drug Administration) per aggiungere un piano di birth control, quindi contraccezione, nel suo programma. Questa nuova feature si baserebbe sull’inizio del ciclo dell’utente e prevederebbe così quei giorni in cui il rischio di gravidanza è minore. 

Il Chief medical Officer di Clue, Lynae Brayboy, ha affermato che inserendo il primo giorno di ciclo nell’app il software riesce, grazie a le sue statistiche, a prevedere i giorni del mese ad alto o basso rischio. La compagnia vorrebbe lanciare la piattaforma per il controllo delle gravidanze nei prossimi mesi. 

Clue dichiara che la piattaforma riesce ad evitare le gravidanze indesiderate il 92% delle volte seguendo l’utilizzo standard e il 97% delle volte se l’utente la utilizza in modo perfetto. Le statistiche che usa per decidere le probabilità sono state testate dall’Institute for Reproductive Health della Georgetown University e da una azienda chiamata Cycle Technologies. 

Tuttavia Clue non è la prima digital birth control app a ricevere la certificazione FDA: la prima era stata Natural Cycles nel 2018, la quale richiede alle utenti di misurarsi la febbre ogni giorno. Questa autorizzazione era stata però fortemente contestata, dopo che c’erano stati molti casi di gravidanze non volute in Svezia. 

Il certificato della Food and Drug Administration è stato garantito a Clue perché il suo sistema è molto simile a quello di Natural Cycles, quindi perché c’è già un profitto affine autorizzato nel mercato. Questa dichiarazione non è stata apprezzata dall’altra compagnia che ha detto, tramite la sua CEO Elina Berglund, che non si considerano uguali a Clue dato che quest’ultima considera solo il ciclo mestruale senza analizzare altri dati come la temperatura corporea; Natural Cycles analizzerà da sola il funzionamento di Clue senza basarsi sulla FDA. 

In generale il modello applicato nelle app può risultare utile per persone che non vogliono seguire terapie ormonali ma richiede test continui e valutazioni mediche, cosa che non può essere fatta tramite l’app: per questo molto medici condannano questa tecnica e le compagnie che la seguono. Anche per motivi di sicurezza Clue ha deciso che bloccherà le utenti che non sono comprese nella fascia 18-45 anni e che non hanno un ciclo regolare, dato che queste due condizioni sono necessarie per il buon funzionamento dell’app. 

Recentemente la compagnia ha rimosso la feature che indicava i giorni fertili (quelli vicini all’ovulazione) perché essa non poteva essere considerata valida per evitare una gravidanza, ma era piuttosto indicata per chi provava a rimanere incinta. Questa opzione verrà nuovamente inserita in futuro. 

Rimangono molti dubbi su quanto un’app possa prevedere una situazione così delicata come una gravidanza, e risulta difficile pensare che uno strumento mobile possa sostituire dei pareri medici, tuttavia nulla è certo e ci potrebbero essere degli sviluppi ulteriori in futuro. 

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