Per la  nostra nuova sezione dedicata alle startups Italiane che operano nel settore mobile, abbiamo incontrato Mattia e Matteo, founders di RoomMate, che ci hanno raccontato un po’ la loro esperienza e che cosa fanno. 

Ciao ragazzi, iniziamo con qualcosa di semplice per dare un’idea ai nostri lettori di cosa fate, qual è l’ “elevator pitch” di RoomMate?

RoomMate semplifica il rapporto tra inquilino e proprietario fornendo strumenti per una più efficace gestione del rapporto quotidiano tra questi due attori.

RoomMate si occupa di un problema interessante di cui molti, specialmente durante la vita universitaria, si sono trovati ad affrontare. Siamo curiosi di sapere un po’ meglio la storia che ha portato alla sua ideazione e sviluppo. 

RoomMate è nata dalle nostre dirette esperienze di problemi di convivenza. Abbiamo cominciato a sviluppare l’app basandoci sulla nostra vita di tutti i giorni, come anche su quella dei nostri amici più stretti (che si sono poi dimostrati i primi utilizzatori dell’app). E’ partito tutto per gioco, abbiamo capito che stavamo veramente risolvendo un problema quando si è cominciata a spargere la voce e amici di amici hanno cominciato a chiederci di poter avere l’app

RoomMate è un prodotto esclusivamente mobile, perché? 

Il prodotto è esclusivamente mobile in quanto ci riferiamo a un target prettamente giovanile e “born-digital”. Sviluppare una soluzione Web della nostra app sarebbe stato non solo davvero dispendioso in termini di tempo e denaro, ma non avrebbe nemmeno avuto ricadute positive sull’utilizzo giornaliero della nostra soluzione.

Tuttavia, oggi stiamo sviluppando una soluzione Web per il proprietario di casa. Questa dashboard servirà non solo a rendere più efficiente la gestione degli immobili, ma soprattutto per avere una finestra di comunicazione diretta con i rispettivi inquilini.

A chi si rivolge la vostra applicazione mobile?

La nostra applicazione mobile si rivolge a chiunque condivida un appartamento. I nostri target principali sono formati da persone che stanno vivendo la loro esperienza universitaria come anche professionisti che, vivendo in città metropolitane, si vedono costretti a dover condividere un appartamento a causa dei costi della vita alti.

Quali sono stati gli ostacoli che avete dovuto affrontare dal punto di vista prodotto nel fase pre-lancio? 

Uno dei maggiori ostacoli è stato capire il momento giusto per lanciare il nostro prodotto. Non solo noi abbiamo un forte fattore di stagionalità, ma abbiamo dovuto anche capire bene quale fosse quel minimo set di funzioni che potesse davvero aggiungere valore al nostro target.

Quindi, abbiamo deciso di lanciare a Settembre, periodo molto caldo della vita universitaria, con l’app sia Android sia iOS con le funzioni minime necessarie per poter risultare utili ai nostri utenti.

E invece, da un punto di vista marketing, a che canali vi siete appoggiati per iniziare a creare la vostra utenza base? 

Inizialmente abbiamo effettuato del volantinaggio. L’abbiamo fatto manualmente: noi founders siamo infatti scesi nelle piazze di Bologna per promuovere la nostra soluzione. Questa iniziativa ci è servita non solo per acquisire i nostri primi utenti, ma soprattutto per capire al meglio le esigenze della nostra utenza potenziale per poi sviluppare un prodotto cucito sulle stesse.

Che ruolo hanno giocato i vostri utenti nel migliorare l’applicazione mobile di RoomMate? 

Avere l’utente al centro è, in una parola, fondamentale. In RoomMate, teniamo i nostri utenti attivi periodicamente in maniere diverse: con dei questionari, organizzando dei meetup e in ogni caso tenendo una comunicazione attiva con gli stessi utilizzando il canale dei feedback.

In una frase, sono loro che ci danno la direzione dello sviluppo.

Avete un modo per controllarne il feedback (a parte le reviews sugli App Stores) e con quali criteri implementate questi suggerimenti? 

Abbiamo diversi canali attraverso quale gestiamo i feedback. Periodicamente, raccogliamo tutti i feedback arrivati in un determinato periodo e ci sediamo a un tavolo per esaminarne i trend. All’occorrenza, e se possibile, ricontattiamo le persone che ci hanno lasciato i feedback più validi per chiedere approfondimenti.

Non nascondo che il filtro dei feedback sia un aspetto complicato: in RoomMate, dopo aver fatto una prima cernita, il team decide quali feedback siano da implementare subito, quali da mettere in pipeline e quali su cui effettuare una rivalutazione più avanti.

Se poteste tornare indietro, al giorno in cui vi siete imbarcati in questa esperienza, cosa fareste diversamente da quello che avete fatto? 

È sempre facile tornare indietro, soprattutto se qualche tipo di esperienza è già stata vissuta. La cosa più grande che probabilmente cambierei sarebbe la nostra velocità.

La velocità di cambiamento e adattamento è una componente chiave in un business come il nostro. Nonostante RoomMate si sia già contraddistinta per il suo ritmo frenetico di rilascio di aggiornamenti basati sui feedback degli utenti, essere ancor più veloci avrebbe contribuito a essere oggi ancora più avanti nello sviluppo.

RoomMate è supportata da investitori esterni. Che ruolo hanno nello sviluppo della vostra azienda e come vi hanno aiutato?

Le persone che hanno creduto in noi non hanno solo investito del denaro, hanno anche attivamente contribuito nella crescita della nostra startup e nella professionalizzazione del team di fondatori. Il loro supporto, in momenti diversi della vita di RoomMate, è stato assolutamente fondamentale e senza esso di sicuro non saremmo dove siamo oggi.

Un ricordo che vi è porterete dentro in futuro grazie a questa esperienza?

Di ricordi ce ne sono tanti, perché in una startup succedono cento nuove cose ogni giorno. Di sicuro, il livello di apprendimento che abbiamo avuto dal lancio di RoomMate non può essere paragonato a nulla di simile. Quindi, il ricordo più bello per il futuro sarà quello di aver ampliato talmente tanto i nostri orizzonti in così poco tempo.

Finiamo con un paio di domande semplici. Che cosa ci dobbiamo aspettare da RoomMate nei prossimi 24 mesi? 

Un sacco di cose. Oggi stiamo sviluppando una soluzione che renda disponibile al proprietario di casa una finestra diretta di comunicazione con i propri inquilini. Abbiamo visto infatti come ci siano evidenti problemi nella gestione di questo rapporto. Di sicuro, da qui a due anni, saremo presenti con la dashboard nei principali mercati di riferimento.

Non solo, l’app già oggi è internazionale, siamo presenti in 80 paesi e in 1800 città. Tutto organicamente, senza spendere nemmeno un euro in marketing. L’app, verrà usata come motore virale di acquisizione dei proprietari di casa, permettendo una crescita esponenziale.

3 consigli che dareste a giovani e non che vogliono iniziare un’avventura come la vostra? 

Per punti:
1. Non abbiate paura d’intraprendere un’avventura di questo tipo ma considerate che come minimo ci vogliono due anni, se siete bravi, per cominciare a vedere i frutti del vostro lavoro.
2. Fate in modo di ampliare il più possibile il vostro network. Sono infatti loro le persone che fanno le startup
3. Non smettete mai d’imparare. Riservate periodi di tempo per la formazione su ambiti anche diversi dalla vostra diretta sfera di competenza.

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