Per la sezione Startup Nel Mobile, dedicata alle startup Italiane che lavorano nel settore mobile, abbiamo parlato con Vittorio Muratore, uno dei tre soci fondatori di MiMoto, la prima app “made in Italy” di scooter sharing elettronico.

Ciao Vittorio, iniziamo con qualcosa di semplice, racconta ai nostri lettori chi sei e cos’è MiMoto. 

Sono uno dei soci fondatori e assieme ai miei compagni di avventura Alessandro Vincenti e Gianluca Iorio abbiamo fondato MiMoto, servizio di scooter sharing elettrico e made in Italy oggi attivo nelle città di Milano, Torino e Genova e che ha rivoluzionato il concetto di mobilità urbana. Un servizio innovativo, “Smart & Green” per rendere più facile, divertente e sicura la vita degli abitanti delle nostre città, che potranno noleggiare scooter elettrici e quindi ecosostenibili semplicemente attraverso l’App sul proprio smartphone. MiMoto, dopo essere stata artefice dell’inserimento dello scooter sharing nel nuovo paniere ISTAT italiano, a testimonianza di come sia riuscita a cambiare gli usi e le abitudini dei cittadini, genera vantaggi non solo per i propri fruitori, ma anche per le città che ospitano il servizio, di pubblica utilità ed è fiero alleato alla lotta contro l’inquinamento atmosferico e acustico, il traffico e la mancanza di spazi di parcheggio.

Il concetto di “smart mobility” è ormai diventato una realtà in Italia. Raccontaci com’è nata l’idea di lanciare un servizio tutto “made in Italy” in un settore molto competitivo come quello della mobilità? 

L’idea di MiMoto è nata davanti ad una pizza con i miei attuali soci quando arrivò in Europa il car sharing. Studiando questa nuova soluzione, abbiano notato che non risolveva problemi come traffico o parcheggio ed, essendo convinti che lo scooter sia il mezzo migliore e adatto a muoversi in città, ci siamo chiesti se poteva essere una buona idea replicare lo stesso business con dei mezzi a due ruote e ovviamente ecosostenibili. Il resto è storia.

Il modo di muoversi in città sta cambiando, ad oggi abbiamo tantissime opzioni per andare da un punto all’altro della città. Cosa rende differente MiMoto dalle altre offerte sul mercato? 

A parte il giallo intendi? 🙂

Scherzi a parte, il modo di muoversi in città è già cambiato e di questo ci sentiamo un po’ complici, in senso positivo ovviamente. MiMoto è iniziato come un servizio utile alla comunità per spostarsi agevolmente da un punto A ad un punto B della città, ma uno degli elementi fondamentali è l’experience. E’ come quando un marinaio che per una vita è andato in barca a motore e da un giorno all’altro decide di andare in barca a vela. I venti sono gli stessi, il rispetto da portare a mare è lo stesso, ma il mood è diverso e la pancia reagisce in maniera differente. E’ questa sensazione che vogliamo replicare sui nostri utenti. Avete presente quando si dice che per sentirsi vivi bisogna fare sempre qualcosa per la prima volta? Ecco, noi abbiamo messo in sella decine di migliaia di persone per la prima volta su un elettrico. 

A causa del COVID-19, molte aziende si sono dovute reinventare o semplicemente attendere che “il peggio passasse”. Come avete affrontato questo momento difficile a MiMoto? 

MiMoto Smart MobilityNessuno si poteva aspettare l’arrivo del COVID-19 né tanto mento quello che avrebbe comportato. Come potete immaginare, un Decreto Legge che si chiama “io resto a casa” è poco compatibile con un servizio di mobilità come quello di MiMoto per cui alla luce dell’assenza di domanda e consapevoli che avremmo dovuto rivedere le procedure interne per garantire la sanificazione dei mezzi, abbiamo sospeso il servizio per un paio di mesi scarsi, tranne che per alcuni scooter che abbiamo dato per consegnare farmaci durante il periodo più complicato a causa dell’emergenza.

Questo periodo ci ha permesso, non solo di rivedere le procedure per garantire un mezzo sempre sanificato e sicuro per i nostri clienti, ma abbiamo pensato anche ad una offerta per le aziende che, tramite noi, potranno promuovere la mobilità sostenibile ai propri dipendenti, oppure utilizzare i nostri scooter per fare delivery dei propri prodotti. Abbiamo sempre pensato che MiMoto fosse un servizio di utilità pubblica per cui siamo felici di essere tornati al servizio della comunità. 

Nata nel 2017, MiMoto ad oggi è presente in 3 città italiane (Milano, Torino e Genova). Come scegliete le città in cui espandere la vostra offerta? 

Esatto, oggi siamo presenti in tre città e se non ci fosse stato il Covid avremmo allargato i nostri confini, ma le nuove aperture sono solo rimandate. La scelta è dettata da molteplici fattori: dalla situazione geomorfologia del territorio al clima, dall’analisi della domanda alla situazione del trasporto pubblico, dalla presenza del target al potere di portafoglio, dalla propensione all’utilizzo delle due ruote alla presenza di servizi analoghi in città. 

Da un punto di vista imprenditoriale, come è nata la scelta di puntare su un prodotto esclusivamente mobile?

MiMoto Micromobilità

Come dicevo qualche riga su, uno dei nostri principali vantaggi competitivi è la user experience pertanto non potevamo prescindere dal mobile. MiMoto, infatti, è stato il primo scooter sharing al mondo completamente keyless. Lo smartphone che ormai è un prolungamento del nostro braccio è lo strumento abilitatore di un’esperienza nuova e divertente. 

A MiMoto ti occupi anche del team marketing, raccontaci su quali canali vi siete concentrati per crescere la vostra base utenti. 

Come racconto sempre, l’approccio di MiMoto per sua natura è un mix di digitale e territoriale. Per definizione siamo un business prevalentemente digitale, ma uno dei nostri punti di forza è la presenza degli scooter in strada. Ho ribattezzato il nostro approccio DIGIFIELD proprio perché a metà tra digitale (Social e Google sono i canali principali) e territoriale (con eventi, flash mob). 

Se potessi tornare indietro, cosa faresti diversamente da un punto di vista marketing per sostenere la crescita di MiMoto? 

Probabilmente meno volantinaggio (che inizialmente era l’unica maniera per promuoversi a basso costo) davanti alle metro e avrei preteso molto prima la funzionalità “invita un amico” dato che il passaparola positivo è una delle armi migliori da giocarsi per servizio come quello di MiMoto

Se non avessi restrizione di budget, quale attività marketing aggiungeresti a quelle attuali?

Come dicevo, per noi è fondamentale essere presenti sul territorio per cui se avessi budget illimitati e non dovessi preoccuparmi del ROAS di campagna, farei tanta OOH. 

Quali consigli daresti, in termini di sviluppo del business ed acquisizione utenti, agli imprenditori che stanno pensando di lanciare un servizio legato al settore mobile?

Dipende dal tipo di servizio. Mi sentirei di dire di fare più test per trovare la strada più performante 

Un’ultima domanda per guardare al futuro. Cosa ci possiamo aspettare da MiMoto nei prossimi 12 mesi? 

Domanda da 100 mila dollari. Onestamente, vista la situazione di emergenza mondiale in cui è difficile fare previsioni a un mese, dirti dove saremo fra 12 mesi è un po’ un azzardo. Quello che posso dirti è che l’obiettivo di MiMoto non è cambiato: vogliamo continuare ad essere il punto di riferimento del mercato italiano e ci piacerebbe completare l’offerta di micromobilità rendendo disponibili ai nostri utenti altri mezzi leggeri ed ecosostenibili per differenti tipologie di spostamento.

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