Il 19 Marzo 2019 l’Interactive Advertising Bureau Tech Lab ha rilasciato l’ultima versione dell’app-ads.txt, un’iniziativa per combattere la frode nel mondo della pubblicità digitale e in special modo per quella in-app. Quest’ultima versione dell’app-ads.txt è stata concepita per scovare quelle compagnie che fanno le veci di altre applicazioni mobile con l’intento di sottrarre in modo fraudolento i budget degli inserzionisti. L’app-ads.txt ha molte similitudini con il “vecchio” e più conosciuto ads.txt, ci sono però differenze fondamentali per tutti coloro attivi nel mobile marketing. Qui di seguito cerchiamo di spiegarlo in termini semplici.
Cos’è app-ads.txt?
L’app-ads.txt è la versione per mobile e OTT dell’ads.txt. Le applicazioni mobile possono elencare i partners autorizzati a vendere o rivendere la propria inventory e i buyers sul programmatico possono controllare queste liste per assicurarsi che le compagnie con cui collaborano sono effetivamente autorizzate a vendere questo traffico. In questo modo gli inserzionisti possono tutelarsi da compagnie fraudolente che cercano di appropriarsi in maniera illecita di traffico non di loro proprietà.
Limitare il cosidetto “app spoofing“, o chiamate pubblicitarie fraudolente da applicazioni mobile, è molto importante per gli inserzionisti. La frode è diventata un enorme problema nel mondo pubblicitario, in particolar modo per la pubblicità in-app, d’altronde il tempo speso su dispositivi mobile è in continuo aumento, così come la spesa da parte degli inserzionisti di qualsiasi tipo.
Qual è La Differenza Tra app-ads.txt e ads-txt?
Una domanda lecita da farsi è per l’appunto perché ci sia la necessità di un nuovo formato, quando esiste già l’ads.txt. Ci sono due motivi fondamentali per i quali è stato necessario creare un formato ad-hoc. Innanzitutto, le applicazioni mobile devono elencare in una lista chi è autorizzato a vendere e rivendere il proprio traffico in un sito web. Questi elenchi sono per l’appunto chiamati app-ads.txt e hanno un formato simile all’ads.txt. In secondo luogo, gli inserzionisti nel programmatic advertising devono poter confermare che la lista dei publishers corrisponde effetivamente all’inventory che stanno cercando di comprare.
Come Si Può Associare Un File app-ads.txt Con Un App Mobile?
Questo è possibile tramite l’elenco delle applicazioni mobile che gli App Stores pubblicano. Lo IAB Tech Lab spera che gli App Stores aggiungano del codice HTML affinchè le applicazioni mobile possano aggiungere dati fondamentali come il domain del sito dell’applicazione mobile, il bundle ID e lo Store ID. Il sito web punterebbe al domain dove i buyer possono trovare l’app-ads.txt; in più il bundle ID e lo Store ID possono poi essere confrontati con gli ID inclusi nella bid request, quando un’applicazione mobile ha uno spazio pubblicitario da vendere in programmatico.
Quali App Store Supportano L’app-ads.txt?
Al momento è solo Google Play e non è una sorpresa considerato come Google sia stato attivo da molto tempo nel mondo del programmatic advertising. È importante notare però che l’app store Android è quello più soggetto alla frode digitale.
Altri App Stores, come Apple, Amazon e Samsung, al momento non sembrano voler supportare questo formato. Sarà importante capire cosa accadrà nel breve periodo per vedere se questo formato potrà effetivamente aiutare a combattere la frode nella pubblicità in-app.