Per la sezione Startup Nel Mobile, dedicata alle startup Italiane che lavorano nel settore mobile, abbiamo parlato con Cristiano Di Battista, Co-Founder e CEO di Appy Lab, azienda milanese molto attiva nel settore delle applicazioni mobile.

Ciao Cristiano, puoi raccontare in breve ai nostri lettori la storia di AppY Lab e di cosa vi occupate?

Cristiano Di Battista
Cristiano Di Battista, CEO e Founder di AppYLab

Salve a tutti i lettori, e grazie per la domanda.
AppY Lab è da due anni una startup innovativa che ha l’obiettivo di realizzare progetti digitali, progetti mobile con le componenti tecnologiche più avanzate come il machine learning (ML – un ramo dell’intelligenza artificiale) e l’IoT. E la cosa bella è che questo lo facciamo per noi stessi, quindi idee interne, per chi come noi vuole realizzare il suo progetto digitale e infine per le aziende sul mercato che desiderano innovare e sfruttare la leva del digital.

Ho detto da due anni ma in realtà il progetto AppY Lab è nato formalmente quasi 5 anni fa quando ho cominciato, anzi ricominciato a frequentare il mondo delle startup con una mia app e ho incontrato Massimo Rivolta, uno degli attuali soci, anche lui con un progetto da lanciare. Abbiamo quindi messo insieme le forze e ora siamo un team di quasi 20 persone! E tutti con la voglia di innovare, di sperimentare, di creare, di portare valore, sporcandoci le mani e mettendoci nelle scarpe dei nostri clienti.

Hai detto “sporcandosi le mani”. Quali sono quindi i progetti su cui AppY Lab sta lavorando al momento?

Scusate, ma a me piacciono i numeri 😅
Ad oggi abbiamo un portfolio di 16 progetti, di cui due falliti (e sono quelli che danno più soddisfazione poiché si impara di più), 6 consegnati e in gestione, e 8 in delivery a diversi livelli di completamento. Nella maggior parte di loro come detto abbiamo inserito le componenti del ML (machine learning).

Ne cito alcuni in ordine sparso:

  • Falleng, che permette l’invecchiamento attivo con un algoritmo predittivo per la caduta degli anziani
  • SFIDAMI, una piattaforma di gamification per il mondo della formazione
  • L’app Passaparola che aiuta i punti vendita fisici a vendere di più grazie alla condivisione delle esperienze di acquisto dei consumatori
  • YouJustice, una webapp fantastica che risolve i litigi e su cui abbiamo investito
  • Kiloraze, un app “nutrizionale” che aiuta le persone a mangiare meglio  e tenersi in forma con la piramide alimentare
  • Tre progetti sul turismo di cui un’applicazione di Machine Learning per il prezzo dinamico
  • un app nel mondo del basket per far incontrare gli allenatori e le società sportive

Ops… scusate mi sono lasciato andare ma come potete vedere mi entusiasma questa eterogeneità, infatti spaziamo dal MedTech al Fintech, dal Social al Proptech, fino al travel.

L’app che avete lanciato che ha avuto più successo.. E quella di cui vai più fiero?

Siamo molto contenti di SocialBasket, forse perché una delle prime lanciate. Un’app nata dall’idea di un allenatore di Basket e un imprenditore visionario (che opera nel mondo del digital payment), con noi che l’abbiamo realizzata partendo dal logo, dal business plan, poi la creazione dell’MPV con le prime funzioni di matching tra allenatore e società sportive, poi l’inserimento della parte della gestione tornei e poi via via le altre funzioni. Oggi sta andando molto bene con numeri molto interessanti e con manifestazioni di interesse per acquisizioni e fusioni, ma qui mi taccio per ovvi motivi. Abbiamo anche fatto una video intervista dello use case che trovate qui.

Mentre quelle di cui siamo più fieri sono quelle che fanno vibrare il cuore e risolvono problemi di salute, come Falleng, pensata per prevenire il rischio di caduta per gli anziani che entrano purtroppo in un calvario da cui è difficile uscirne e generano un costo sociale di 3.000 € annuo procapite in Italia. Poi ne abbiamo anche altre in pancia ancora embrionali, come l’app che aiuta i non-udenti con il linguaggio LISA o una per gli ipovedenti che riconoscono gli oggetti; tutte sperimentazioni che abbiamo temporaneamente sospeso per motivi di investimenti elevati.

FinTech, MedTech, Community e Social Media. Siete attivi su diversi settori di business. Qual è quello più “attrattivo” al momento?

Questa è davvero una bella domanda, e confesso di avere un certo imbarazzo nel rispondere. Ad oggi quello che ci ha guidato nella scelta dei settori sono i problemi che siamo andati a risolvere, non abbiamo pensato a creare prodotti per trovare un mercato ma identificare bisogni latenti o nicchie su cui proporre delle soluzioni a un problema condiviso. E da qui abbiamo ottenuto quei cluster di mercati che hai citato.
Per rispondere con i miei due cent su quello più attrattivo ti direi “dimmi quanto budget hai” 😊 In generale credo che l’ambito healthcare, o computer vision o deep learning richiedano investimenti importanti e in questa fase stiamo viaggiando con un politica dei piccoli passi per creare un portfolio sempre più ampio e con casi di successo. Per esempio, la Blockchain è un settore dove non ci siamo ancora cimentati, ma che anche lì teniamo monitorato.

Per quale motivo avete lasciato da parte il settore Gaming?

Per l’appunto, anche il gaming lo teniamo sotto controllo e soprattutto è molto difficile identificare qualcosa di molto differenziante. Il buon Riccardo Zacconi prima di partorire Candy Crush ha sfornato più di 50 giochi che non sono andati bene.

Anche qui comunque ci stiamo divertendo con delle sperimentazioni in ambito computer vision e VR/AR con applicazioni più di gamification.

AppY Lab si può definire un’azienda pioniera del settore mobile. Da un punto di vista imprenditoriale, quale è stato il motivo per cui avete deciso di puntare sul mobile quando in pochi lo stavano facendo?

Come detto i driver sono le idee, i problemi, le metriche, i numeri… e questo lo abbiamo applicato a ciò che in termini di competenze è nelle nostre corde. Abbiamo compreso le potenzialità del mobile, tutti noi siamo sempre con lo smartphone in mano e conosciamo le tecnologie per sviluppare applicazioni e per creare algoritmi. Insieme la visione, la voglia di sperimentare e creare innovazione ha fatto il resto 😊

App responsive Vs App Native. Quali sono le differenze, e su quali puntare?

Le app le dividiamo in webapp da un lato e app residenti negli store dall’altro. Le webapp per intenderci sono quelle che utilizzi tramite browser e si adattano al dispositivo con cui le fruisci (responsive appunto). Tipicamente non entrano in “intimità” con il device e hanno il vantaggio di non dover essere “scaricate”. Le app residenti negli store invece puoi realizzarle sviluppando in nativo (per iOS o per Android), oppure con i framework cross+platform che hanno il vantaggio di avere tempi di sviluppo più brevi (e vengono dette ibride). Non è facile rispondere alla domanda su quale puntare. Molto dipende dall’applicazione che devi realizzare, però nel nostro blog, in cui forniamo sempre contenuti sul mondo delle startup e sulle tecnologie innovative abbiamo provato a fare un quadro completo e se mi permettete, rimanderei lì i lettori 🙂 ecco il link

AppY Lab Team
Il Team dei Founder di AppY Lab

Da un punto di vista marketing, come vengono promosso le vostre app?

In tre modi: testando, testando, e testando 🙂

Come detto ci lasciamo sempre guidare dai numeri. Anche quando ci vengono in mente delle idee, proviamo a distaccarci dall’innamoramento dell’idea stessa (perché ovviamente capita) e in maniera distaccata cerchiamo di semplificare il più possibile il minimum viable product per capire se effettivamente il progetto è sostenibile. Poi ovviamente attuiamo i processi di growth hacking, dall’awareness fino alla retention. E la cosa divertente che tutto questo lo facciamo sia con strumenti digital, creando funnel e campagne, ma anche con eventi, PR, attività sul territorio.

Cosa ci dobbiamo aspettare da AppY Lab in termini di crescita ed espansione per il 2020? 

Siamo continuamente alla ricerca di nuove modalità di business per far crescere i nostri progetti e le startup italiane. Abbiamo l’ambizione di crescere nel nostro portfolio e ogni anno lanciamo da 1 a 2 applicazioni nostre. Inoltre per quest’anno per creare ancora più contaminazione abbiamo l’ambizione di realizzare uno spazio di co-working a Milano in cui confluire le startup che incubiamo, le persone che lavorano con noi e tutti quelli che credono nell’innovazione e nel digital come fattore competitivo per lo sviluppo del nostro paese. 

Quali consigli daresti, in termini di attività di acquisizione utenti, a tutti gli imprenditori che stanno pensando di lanciare un servizio, più o meno specifico, legato al settore mobile?

Sicuramente di procedere gradualmente, identificando molto bene la propria buyer persona, dove si trova che gusti ha e come stimolarla per la conversione, ma anche di lavorare sodo, di non mollare alle prime delusioni, di circondarsi di un team professionale che lo aiuti gradualmente a capire, come detto prima, ciò che funziona di più. Oggi purtroppo il livello di attenzione è sempre più sottile ed è sempre più difficile emergere con un’app, con una soluzione mobile, quindi dobbiamo lavorare in questo contesto con tecniche professionali, mirate, puntuali in modo da non spendere a vuoto e non farsi troppo male.


Ringraziamo Cristiano per la sua disponibilità e per averci raccontato la storia della sua StartUp e il suo percorso imprenditoriale.

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