Reuters ha riferito che, lunedì, Facebook ha combattuto temporaneamente una class action legale del valore di oltre $3.7 miliardi per dichiarazioni che sostengono che la società ha abusato della sua posizione dominante per trarre profitto dai dati personali dei suoi utenti.
Agli avvocati dei potenziali querelanti, tuttavia, sono stati dati fino a sei mesi da un tribunale di Londra per “fare un altro tentativo” per dimostrare eventuali danni agli utenti. La querelante, una studiosa di diritto di nome Liza Lovdahl Gormsen, sostiene che gli utenti di Facebook non sono stati equamente ricompensati per il valore delle informazioni personali che erano tenuti a fornire al fine di utilizzare la piattaforma di social media.
Questo mese, i suoi avvocati hanno richiesto la certificazione della causa in base al quadro di procedure collettive del Regno Unito, che è essenzialmente uguale al processo di class action negli Stati Uniti, dal Competition Appeal Tribunal.
Tuttavia, il tribunale ha deciso lunedi che, affinché il caso potesse procedere, la tecnica di Lovdahl Gormsen di determinare eventuali perdite subite dagli utenti di Facebook richiederebbe una “rivalutazione root-and-branch.”
Ma, agli avvocati di Lovdahl Gormsen sono stati dati sei mesi per “presentare ulteriori prove che stabiliscono un nuovo e migliore progetto che porta ad un processo efficace” dal giudice Marcus Smith.
“Il Tribunale propone di sospendere la domanda CPO per un periodo di sei mesi per consentire al (rappresentante di classe proposto) di presentare ulteriori prove che stabiliscono un nuovo e migliore modello per il processo efficace del procedimento,” il tribunale ha scritto nella sua decisione.
