Per la sezione “I Pionieri del Mobile Marketing” questa settimana abbiamo fatto due chiacchiere con Elisa Ferreri, Senior Performance Marketing Manager a Yunar by Ambidexter, una startup innovativa lanciata da Deutsche Bank. 

Elisa, iniziamo con una domanda semplice, raccontaci in breve il tuo percorso professionale fino ad arrivare a lavorare per Yunar.

Ciao, prima di tutto grazie mille per l’opportunità che mi avete dato, è davvero un piacere condividere con voi il mio percorso e le mie idee. Mi sono trasferita nell’ottobre del 2011 a Londra per migliorare il mio inglese con il sogno di lavorare in un settore marketing data-driven. Sono entrata quasi per caso nel performance marketing e me ne sono letteralmente innamorata. Ho lavorato per numerosi clienti dal Retail, al lusso, al Travel per poi aver voglia di dare un impatto maggiore all’azienda stessa. Da questo mio desiderio e da numerosi incontri avvenuti durante il mio soggiorno londinese durato 5 anni, ho visto una grande opportunità nelle startups berlinesi. Mi sono trasferita a Berlino nell’aprile 2016 ed ho lavorato per numerose aziende e settori, fino a giungere con grande entusiasmo al progetto Yunar, parte della Deutsche Bank. Yunar è un portafoglio digitale con oltre 2 milioni di downloads.

Pensando alla tua carriera, qual è un ricordo particolare legato alla tua crescita professionale in ambito mobile che non scorderai mai?

Ho tantissimi ricordi legati a svariati problemi e dubbi: dal problema di non avere un sito web responsive adeguato o/e troppo lento, al grande interrogativo della funzionalità di uno schermo piccolo come il cellulare, al problema di come avere dati corretti di un utente mobile, al grande boom delle app. Sembra che parli di Preistoria, ma, mentre la direzione del boom del mobile era ben chiara, c’erano tantissimi interrogativi e grandi marchi impreparati. Alcuni lo sono ancora.

Di cosa ti occupi al momento da Yunar?

Mi occupo del settore performance marketing, creando strategie su diversi canali ed inglobando il tutto con l’aiuto di altre leve del marketing grazie al mio meraviglioso team.

Yunar è presente in diverse nazioni Europee. Come cambia l’approccio alle attività digitali a seconda del mercato in cui promuovete la vostra app mobile?

L’impatto culturale è il primo grande ostacolo: senza un’adeguata ricerca di mercato alle spalle, spesso è difficile proporsi con il giusto linguaggio. Passato questo impatto, si inizia la grande fase di testing, di raccolta dati e analisi per poi ripartire con una strategia più mirata e targetizzata.

Elisa FerreriParlando un po’ di te, hai iniziato a lavorare nel mobile nel “lontano” 2012. Com’è cambiata l’industria in questi ultimi 8 anni a tuo avviso?

L’industria è cambiata notevolmente, come ho anticipato. Non si parla più solo ed esclusivamente di siti web responsive, ma spesso l’azienda incorpora o vuole solamente incentrare tutti i suoi sforzi sull’app. Per quanto riguarda i canali, anche qua c’è una differenza abissale con l’introduzione di tantissime nuove piattaforme diverse tra di loro, che parlano anche a persone totalmente diverse. Qua c’è la necessita di segmentizzare il messaggio il più possibile, per poi passare allo scegliere solo i canali più efficaci per il tuo marchio.

Qual è il tuo canale di acquisizione utenti preferito?

Sentimentalmente sono molto legata al mio primo canale: Google Adwords, ora Google Ads, ma anche qua, la scelta dei canali di acquisizione deve essere correlata unicamente al proprio marchio/prodotto.

Qual è quello più efficace invece, in base alle tue esperienze? 

A mio avviso non c’è un canale di acquisizione univoco, ma tutto dipende dal tipo di messaggio che il marchio/prodotto vuole offrire al suo consumatore potenziale e finale e dal prodotto stesso.

Uno dei dubbi più frequenti tra i nostri lettori riguarda i KPI da tracciare per valutare le performance delle campagne digitali. Se ne dovessi consigliare uno sopra tutti, quali sceglieresti? 

Elisa FerreriLavorando con tantissimi verticali, non ce n’è mai uno solo, ma ci sono i KPIs primari e quelli secondari. I KPIs primari sono i principali a cui fare riferimento, perché maggiormente connessi alla realtà business dell’azienda. Quelli secondari invece pongono luce su altri aspetti interessanti, che possono farci riflettere sul brand/prodotto in maniera più innovativa. Non bisogna mai dimenticare che ogni KPI deve essere valutato in base alle performance che si vogliono raggiungere e dal tipo di brand o prodotto che si commercializza. Ogni brand ha un’anima unica che si deve vestire nel modo più consono.

Qual è un insegnamento del passato che ti sei portata dietro negli anni, e che stai usando nel tuo ruolo attuale?

Mai avere paura e crearsi preconcetti, ma buttarsi a capofitto nel lavoro testando alla grande, raccogliendo dati, analizzandoli e poi rifinire la strategia nel modo migliore basandosi su dati oggettivi.

Cosa ti aspetti di imparare invece in questo nuovo anno?

Mi piacerebbe testare nuovi canali, scrivere di più, rimanendo sempre aggiornata sul nostro settore il più possibile, perché è in continua ascesa. Oltre a ciò vorrei imparare a parlare meglio in pubblico, quindi inizierò ad informarmi maggiormente sull’argomento. Speriamo bene, per il resto non sai mai cosa il futuro possa riservare, quindi attendo che qualche altra novità bussi alla porta.

In base alla tua esperienza, passando da aziende come Accenture, Zalando e ora Yunar, qual è la competenza più importante che i mobile marketers dovrebbero imparare per emergere nell’industria? Perché la reputi così importante?

Una grande capacità di analisi è fondamentale nel nostro settore, aver sempre voglia di imparare cose nuove e di guardare sempre da angolazioni diverse ogni problema lavorativo che quotidianamente arriva sulla nostra scrivania.

3 consigli per i giovani che intraprendono adesso una carriera nel mobile marketing?

Sicuramente il settore cambierà di nuovo radicalmente nei prossimi anni, ma ci sono consigli che penso rimarranno importanti nonostante le prossime rivoluzioni digitali: quello di credere nel proprio marchio e prodotto, avere grandi capacità analitiche ed aver la volontà di testare a più non posso. Ma penso che le prossime leve avranno tantissimo da insegnare a noi e noi a loro. Il futuro è tutto ancora da scrivere.

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