Un’altra settimana, un’altra grande udienza tecnologica al congresso. Con una raffica di leggi di riforma antitrust in arrivo, i legislatori democratici stanno di nuovo portando alcune delle aziende tecnologiche più potenti del mondo per un interrogatorio.

All’udienza, prevista oggi, il 27 aprile, la sottocommissione giudiziaria del Senato sulla privacy e la tecnologia si concentra sulle preoccupazioni circa l’amplificazione algoritmica. In particolare, l’udienza esplora come gli algoritmi amplificano contenuti pericolosi e modellano il comportamento degli utenti sulle piattaforme social. 

L’udienza di oggi è caratterizzata dalle testimonianze dei leader politici di Facebook, Twitter e Youtube e potrebbe rilevarsi come un’unica opportunità di stare con fiato sul collo a Youtube. Nonostante sia uno dei social network più grandi al mondo – uno però senza molto trasparenza sui suoi regolari fallimenti nel controllare l’estremismo e la disinformazione – Youtube raramente finisce sotto il microscopio del Congresso. L’azienda è rappresentata da Alexandra Veitch, direttrice regionale di Youtube per le politiche pubbliche.

Nelle grandi udienze passate, era solitamente il CEO di Google, Sundar Pichai, ad apparire nel nome della società madre di Youtube. Google è un’entità molto grande e i problemi specifici per Youtube si perdevano, con i legislatori che di solito si indirizzavano a Pichai.

La tensione creatasi all’udienza sulla competizione nell’App Store della scorsa settimana può creare degli interrogativi più profondi, fornendo competenze esterne che possono riempire alcune lacune nelle conoscenze tecniche dei legislatori.

I leader politici di queste aziende potrebbero non essere gli stessi titoli appariscenti, ma data la loro intima conoscenza delle scelte che queste aziende fanno ogni giorno, forniscono l’opportunità per maggiore sostanza. I CEO Mark Zuckerberg (Facebook) e Jack Dorsey (Twitter) sono stati trascinati in così tante udienze che ormai iniziano a gestirle insieme e i massimi dirigenti, generalmente, rivelano molto poco o addirittura fanno finta di niente sul processo decisionale quotidiano delle piattaforme. Un membro della sottocommissione sottolinea infatti che l’udienza sarebbe un’opportunità per apprendere e non per dare spettacolo.

I democratici sottolineano ormai da tempo l’allarme sugli algoritmi, concentrandosi sui contenuti violenti, l’estremismo e la disinformazione a volte mortale che viene lasciata ben in vista sulle piattaforme e persino potenziata dagli algoritmi segreti su cui le aziende tecnologiche raramente fanno luce.

L’obiettivo è proprio di cambiare la trasparenza su questi algoritmi. Jack Dorsey, CEO di Twitter, ha anche accennato a un possibile piano per cambiare questo approccio che farebbe scegliere gli algoritmi direttamente dagli utenti. Mentre Facebook non ha fatto sembrare per ora di voler dare più controllo agli utenti sugli algoritmi.

Sicuramente oggi, martedì 27 aprile, i legislatori cercheranno di approfondire problemi nascosti e scomodi per queste piattaforme.

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